«È il momento dell’Europa, che deve raccogliere le sfide con coraggio, lo stesso coraggio dimostrato dal presidente Zelensky». Da Kiev le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi suonano come un messaggio a tutta l’Ucraina, a tutti gli ucraini: la guerra voluta da Vladimir Putin non permette ambiguità, non consente posizioni equidistanti. La distruzione di strade, palazzi, case in tutto il Paese porta il segno dell’esercito russo, e gli alleati occidentali devono aiutare l’Ucraina nella resistenza. «Oggi è una giornata storica – ha aggiunto Draghi – Italia, Francia e Germania, tre Paesi fondatori dell’Unione europea sono venuti qui per offrire il loro sostegno incondizionato a Kiev. Un popolo che si è fatto esercito per resistere».
La prima visita del Mario Draghi, al fianco del presidente francese Emmanuel Macron, del cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente rumeno Klaus Iohannis nella capitale ucraina arriva al 113esimo giorno di guerra, alla vigilia di un altro appuntamento storico: oggi la Commissione europea dovrebbe chiedere a Bruxelles lo status di candidato per l’Ucraina, un primo passo verso l’adesione. La prossima settimana invece si terrà un vertice del Consiglio europeo, che dovrà decidere concretamente se concedere all’Ucraina lo status di candidato.
Conferenza congiunta a #Kiev, Draghi: L’Italia vuole l’#Ucraina nell’Ue e che abbia lo status di candidato. Sosterrà questa posizione nel prossimo Consiglio europeo pic.twitter.com/iWw7TNSQwN
— Palazzo_Chigi (@Palazzo_Chigi) June 16, 2022
L’incontro di Kiev aveva come primo obiettivo quello di mostrare l’unità dei Paesi europei di fronte all’aggressione della Russia. E così è stato: «Dobbiamo creare una comunità di pace, di prosperità e di diritti che unisca Kiev a Roma, a Parigi, a Berlino e a tutti gli altri Paesi che condividono questo progetto. Le atrocità commesse in questa guerra testimoniano con terribile chiarezza quanto questo progetto sia essenziale», ha detto Draghi, in una giornata che indirettamente è anche un successo politico per l’Italia, che affianca sullo stesso livello il tandem Francia-Germania, da sempre riconosciuti come i due più importanti rappresentati europei.
La prima tappa del viaggio diplomatico è stata Irpin, piccola città alla periferia occidentale di Kiev ripetutamente bombardata dalle forze russe. Qui i messaggi di Draghi, Scholz e Macron non hanno avuto ambiguità: «Avete il mondo dalla vostra parte», ha detto Draghi al capo dell’amministrazione militare regionale di Irpin, Oleksiy Kuleba. «Tutto questo deve essere visto e conosciuto, ricostruiremo tutto».
Il Presidente Draghi in visita a #Irpin, nel corso della missione in #Ucraina, ha ascoltato parole di dolore, ma anche di speranza e di futuro. “Ricostruiremo tutto. Hanno distrutto gli asili, hanno distrutto i giardini di infanzia. Ma tutto verrà ricostruito” pic.twitter.com/NVtQCN0xHc
— Palazzo_Chigi (@Palazzo_Chigi) June 16, 2022
«Fate l’Europa non fate la guerra», recitava una scritta su un muro a Irpin, e il presidente francese Macron lo ha indicato per dire «questo è il messaggio giusto»: un segnale che anche per Parigi l’Ucraina deve essere sempre più integrata nella famiglia europea. Lo stesso vale per il tedesco Scholz, che ha sostenuto la candidatura di Kiev per lo status di candidato all’Unione, sciogliendo il dubbio sulla posizione di Berlino: ci si chiedeva se fosse favorevole allo status di candidato o solo a una candidatura potenziale. La risposta è arrivata.
Wir sind heute mit einer klaren Botschaft nach #Kiew gekommen: Die #Ukraine gehört zur europäischen Familie. Deutschland will eine positive Entscheidung zugunsten der Ukraine als #EU-Beitrittskandidat.@ZelenskyyUa pic.twitter.com/HhhK0KTGfG
— Bundeskanzler Olaf Scholz (@Bundeskanzler) June 16, 2022
Conclusa la visita a Irpin, è arrivato il momento dello storico incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «La nostra integrazione nell’Unione può rafforzare la libertà in Europa: capiamo che c’è un percorso ma questa strada deve avere un inizio», ha detto il leader ucraino nella conferenza stampa che ha seguito il summit.
Per Draghi l’adesione di Kiev è diversa da tutte le altre: «Tutti abbiamo detto che siamo pronti a sostenere la causa dell’Ucraina come candidato all’adesione, ma questo richiederà una riflessione profonda sulle regole del funzionamento dell’Ue».
A margine del vertice Zelensky ha ribadito ancora una volta che l’aggressione russa all’Ucraina equivale a un’aggressione a tutta l’Europa, e che più armi Kiev riceverà dall’Occidente e più rapidamente sarà in grado di liberare i suoi territori occupati. Poi in un tweet ha annunciato di essere stato invitato dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg a partecipare al prossimo vertice dell’Alleanza Atlantica, che si terrà a Madrid dal 28 al 30 giugno.
Sul piano militare anche Macron e Scholz hanno ribadito il loro impegno a proteggere l’Ucraina. «L’Ucraina può contare su di noi, ma non negozieremo la pace al suo posto con la Russia», ha detto il capo dell’Eliseo in conferenza stampa. Mentre il cancelliere tedesco ha chiarito che «la Germania continuerà a sostenere l’Ucraina finché sarà necessario», ricordando che il suo Paese già ospita 800mila profughi ucraini e fornisce a Kiev aiuto finanziario e militare e aggiungendo che «la Russia deve ritirarsi e acconsentire a trattative di pace».
La visita dei leader europei a Kiev ha attirato critiche pesanti da Mosca. «Gli europei fan di rane, wurstel e spaghetti vanno a visitare Kiev. Un’operazione inutile. Promettono l’adesione all’Ue e vecchi obici all’Ucraina, ubriachi di horilka (una bevanda alcolica ucraina, ndr) e se ne vanno a casa in treno, come si faceva 100 anni fa. Questo non avvicinerà l’Ucraina alla pace. Il tempo scorre», ha scritto su Twitter l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, oggi vicepresidente del Consiglio di sicurezza della federazione.
European fans of frogs, liverwurst and spaghetti love visiting Kiev. With zero use. Promised EU membership and old howitzers to Ukraine, lushed up on gorilka and went home by train, like 100 years ago. All is well. Yet, it won’t bring Ukraine closer to peace. The clock’s ticking
— Dmitry Medvedev (@MedvedevRussiaE) June 16, 2022
Per il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, concedere all’Ucraina un percorso per l’adesione all’Unione europea significherebbe «che ancora una volta Bruxelles è disposta a chiudere un occhio sui suoi principi per lasciarsi guidare esclusivamente dagli interessi geopolitici».