Chi si aggira tra le strade della Sicilia nei fine settimana del 27-28 agosto e del 3-4 settembre può segnare in agenda la serie di appuntamenti proposti dal Borghi dei Tesori Fest, una kermesse di percorsi tematici che mostrano l’isola dal basso (tra cripte, necropoli e miniere) o dall’alto (tra torri, fortezze, osservatori astronomici) e si srotolano tra panorami da cartolina, natura incontaminata, tradizioni e cultura.
Torri e cripte, oratori e teatri, palazzi vescovili e siti archeologici sono i tesori nascosti (o visti di rado) mostrati dai paesi gioiello dell’isola che così si trasforma in uno sterminato museo diffuso, tra le Madonie e i Peloritani, tra il Canale di Sicilia e lo Stretto di Messina. C’è Gangi, Borgo dei Borghi nel 2014, ma anche Petralia Soprana con le sue chiese impreziosite dalle statue dei Gagini; San Mauro Castelverde con la barocchissima Matrice dedicata al santo patrono e Contessa Entellina dove l’abbazia di Santa Maria del Bosco è di una bellezza quasi irreale.
Ma c’è dell’altro, ovviamente. E molto: sono una quarantina, infatti, i borghi sparsi sull’isola con circa 400 tra siti, passeggiate ed esperienze da vedere e da provare. In provincia di Agrigento, a Caltabellotta, per esempio, è stato ridisegnato l’antico quartiere ebraico e si visitano, per la prima volta, la casa rabbinica e i resti della sinagoga.
A Montevago si fanno rivivere i ruderi del paese terremotato con i graffiti dello spray artist Ligama su muri diroccati, case scoperchiate, pareti sbrindellate dalle scosse del sisma. Sant’Angelo Muxaro, arroccato su una collina rocciosa, racconta l’epos del mitico re Kokalos e del misterioso popolo Sicano tra tombe e corredi funebri, vasellame e armi di bronzo custoditi nel MuSAM (il museo archeologico di Sant’Angelo).
A Sambuca, sulle sponde del Lago Arancio, dove ci si aggira tra i vicoli saraceni, si sale fino al misterioso Monte Adranone, il sito archeologico più alto della Sicilia o si scende nelle purrere (le cave di tufo che ritagliano il sottosuolo), si visitano il fortino di Mazzallakkar e un palmento preistorico. Con la new entry Chiusa Sclafani si arriva in provincia di Palermo e qui il cuore medievale del borgo con monasteri, abbazie e palazzi nobiliari è ancora intatto. Poi c’è Blufi col suo santuario, circondato da una strepitosa fioritura di tulipani, costruito dove sgorgava un olio miracoloso.
Da Isnello parte una passeggiata che, attraverso una stretta fenditura di roccia, arriva ai ruderi del castello e nella chiesa-salotto di San Benedetto alla Badia, a Caccamo, c’è un pavimento di oltre 5.000 mattonelle dai colori vivaci che rappresentano paesaggi, animali, angeli e a Pollina, si incontrano i mannaroti (i raccoglitori di manna) nel Museo dedicato alle “lacrime” bianche dei frassini.
Nel Messinese c’è Mirto. Tra i vicoli medievali del borgo, spunta Palazzo Cupane che ospita un prezioso Museo del Costume e della Moda Siciliana: una collezione di centinaia di abiti tradizionali, costumi ed accessori che raccontano usi e tradizioni del passato prossimo siciliano, dalle dimore raffinate dei Gattopardi alle casupole dei zolfatari, passando per i palazzi della borghesia rampante.
Dai Nebrodi ai Peloritani è un attimo: di Graniti s’innamorò perdutamente Francis Ford Coppola, che qui girò alcune scene de “Il Padrino”, come anche nella vicina Savoca, dove tra l’altro si potrà assistere a una serata-tributo al film che celebra i suoi primi 50 anni. Con Licodia Eubea siamo in provincia di Catania: qui si visita la Cunziria, borgo fantasma dove fino alla metà del secolo scorso si conciavano le pelli. Da non perdere anche il complesso rupestre della Grotta dei Santi, con gli affreschi naif della Crocifissione.
E se cercate un resort dove passare la notte…
Tra i vigneti di Menfi (Ag) e a pochi minuti dal mare Bandiera Blu di Porto Palo, terrazze, corti e giardini interni si rincorrono nella Foresteria Planeta, una riproposizione in chiave hi-tech di una vecchia casa contadina dove non mancano camere super accessoriate, piscina a sfioro e uno spazio fitness.
Le quattordici stanze, che prendono il nome dalle erbe aromatiche coltivate nei piccoli giardini privati, si affacciano sulla vallata disseminata di vigneti dei Planeta, veri baby boomers dell’enologia isolana. Nella piccola cantina del resort sono conservate le migliori annate di tutte le etichette della maison e, sotto la guida di un esperto “personal trainer del vino”, le wine experience sono assicurate.
Nel Ristorante della Foresteria, il meglio della cucina mediterranea è reinterpretato con fantasia e genialità. La vista è su un giardino di piante officinali, palme nane e cactus. Da provare, naturalmente, i vini della casa, una delle cantine più famose dell’isola.