Immaginate di essere appassionati di musica e di trovarvi per caso a passare qualche giorno a Madrid. Non potete non passare all’hotel Barcelò Imagine. Flamenco, rock classico, pop, e i suoni più ricorrenti della notte madrileña. Questo albergo li raccoglie tutti, e così celebra una città da sempre centro nevralgico di avanguardie, tradizioni e culture musicali diverse, un mix tra sensualità, danze scatenate e influssi internazionali.
Ogni stanza è dedicata a un tema musicale, e pensare che sono 156. Difficile immaginare ce ne siano tanti, eppure è proprio così: sono state arredate una per una seguendo un capitolo della storia della musica, a seconda del piano in cui ci si trova, e decorate con pezzi iconici: chitarre, fotografie, vinili, oltre che cenni sparsi agli artisti. Il luogo è letteralmente immerso nelle melodie e nei suoni in ogni suo angolo, dalla cucina – con il ristorante Eat&Roll – alla terrazza con piscina.
Questo coinvolgimento è tangibile fin dal momento in cui si entra: nella hall, una installazione si ispira al memorabile pianoforte del film “Big”, detto anche “The walking piano” a causa delle sue dimensioni, creato da Remo Saraceni e installato per la prima volta nel negozio di giocattoli FAO Schwarz di New York nel 1982.
Chiamandosi Barcelò Imagine, non poteva non includere al suo interno una stanza dedicata ai Beatles. Soprattutto, è possibile ricreare la colazione che John Lennon e Yoko Ono condivisero una mattina del 1971, proprio prima che lui scrivesse le inedite bozze del testo di Imagine. A quanto pare, era solito consumare una miscela di tè nero e caffè e i Corn Flakes di Kellogg’s, oltre barattoli di Campbell’s per cui John Lennon andava pazzo, ma anche un pancake ai mirtilli. Si può ordinare tutto questo attraverso il servizio in camera.
Ma il soggiorno è stato pensato per un rapporto a tu per tu con la stanza, un po’ come quando da adolescenti ci si rinchiudeva nella propria camera con la musica a tutto volume e la parete sopra il letto era tappezzata di poster: capita che venga noleggiata per poche ore, solo per consentire agli ospiti di usufruire dei vinili o dei dischi a noleggio o per esercitarsi con uno strumento nella Suite Elvis Presley o Freddie Mercury.
Quando poi si riemerge dall’ascolto si sale all‘ultimo piano, alla Sky Lounge, per serate con musica dal vivo e djset o per sorseggiare un drink alla Lobby bar Studio 32, un omaggio alla musica da discoteca.
Ultimo, ma non ultimo dettaglio: la musica segue fin sott’acqua, grazie agli auricolari subacquei, frutto di una tecnologia avanzata che permette di essere accompagnati dai propri pezzi preferiti anche mentre si nuota in piscina.
I progetti musicali fioccano e avvolgono ormai molte realtà, inclusa quella milanese. In via Paisiello ha aperto da poco il Palinurobar, che alla musica accosta vini naturali, riviste e libri.
500 etichette selezionate tra i migliori produttori di vino naturale del mondo, dal Carso al Cile, dall’Etna allo Jura e una postazione dedicata con mixer e giradischi. Ma soprattutto una programmazione ispirata ai listening bar di Tokyo, Los Angeles e Londra, di cui in particolare il Brilliant Corners.
Alla consolle di Palinurobar chiunque può selezionare brani: i dj naturalmente, ma anche artisti, designer e produttori vinicoli, secondo l‘idea che ogni storia ha una storia musicale che l‘accompagna e la rappresenta.
Come ci spiega Fabrizio Vatieri, artista visivo, musicista e dj, la musica al Palinurobar è centrale quanto il vino e il cibo, dunque non un sottofondo ma una vera e propria proposta culturale. «Questo avviene attraverso una serie di playlist che curo personalmente, talvolta in collaborazione con alcuni dei nostri dipendenti. Ci sono poi una serie di playlist realizzate su invito da artisti, musicisti e attori del panorama culturale italiano».
«Ogni settimana ospitiamo dei djset dal vivo. Ci piace indubbiamente dare spazio alla sperimentazione, dal jazz alla musica elettronica fino al ballo meno ortodosso». Gli interni sono stati conservati in stile anni Ottanta, disegnati su misura all‘epoca e ora arricchiti di nuovi arredi su misura. È presente inoltre un’edicola interna con alcuni tra i migliori periodici internazionali a tema moda, musica, food & beverage, libri d’artista e non solo.
Antonio Crescente, l’oste, si è formato nel ristorante 28Posti di Marco Ambrosino e adesso propone un menù a base di ostriche, innanzitutto, da abbinare ai migliori bianchi e bollicine con un occhio alla cucina nordica e uno a quella mediorientale, formaggi freschi dal Sud Italia, il pesce affumicato di lago, selezioni di salumi di terra e di mare venduti “al mezzetto”, e uno speciale “signature dish”: pane, burro e acciughe, servito su un vassoio esclusivo di Palinurobar disegnato appositamente dall’artista Fausto Falchi.
Da tenere presente anche Il Castello nel borgo medievale di Certaldo Alto, in provincia di Firenze. Un antico palazzo nobiliare trasformato in albergo e ristorante a conduzione famigliare, che al suo interno contiene un jazz bar. Il proprietario è il batterista Alfred Kramer. Di origini svizzere e musicista dall‘età dei quindici anni, deve la sua formazione unicamente a se stesso, dato che ha imparato a suonare lo strumento impartendosi lezioni da autodidatta.
Eventi e rassegne si svolgono tutto l‘anno nel giardino della tenuta. Spesso vengono tenuti anche corsi di musica jazz ad aspiranti musicisti, studenti e dilettanti, che terminano con un concerto aperto al pubblico. Cenando all‘interno della proprietà ci si può casualmente trovare ad assistere una esibizione dal vivo, ma non sono mai programmati dal vivo, bisogna avere fortuna. La fortuna disordinata, caotica e avvolgente che è l‘essenza del jazz.