Nel 1897, lo scrittore e drammaturgo Giuseppe Giacosa (1847-1906) pubblicò un elegante libretto dal dorso in tela e i piatti in cartone tartarugato di colore bordeaux, le scritte in oro e un inserto con stemma al piatto. Il titolo? “I Castelli Valdostani e Canavesani”. Un piccolo-grande capolavoro – la cui edizione originale è ormai quasi introvabile – con al suo interno xilografie e tavole incise all’acquaforte, ovviamente dedicate alle fortezze medievali della Valle d’Aosta.
Tenendo conto anche dei caseforti e dei dongioni, secondo Giacosa i castelli valdostani sono più di 70 (senza contare quelli costruiti lungo le vallate minori, forse poco conosciuti ma non per questo meno affascinanti). Se ci pensate è un numero sorprendente per una piccola Regione di 3.263 chilometri quadrati. Una Regione che, nonostante la pandemia, continua a far registrare ottimi numeri in termini di turismo, un settore che può offrire esperienze eterogenee: perché la Valle d’Aosta è molto (molto) di più dei resort sciistici di Courmayeur o Cervinia. Dal Castello di Fénis al Castel Savoia di Gressoney, le fortezze valdostane sorgono in mezzo ai monti, sulle colline o nel cuore di enormi prati verdi, creando atmosfere degne di un cartone animato della Disney.
Per valorizzarli e mantenerli vivi nella modernità, il modo migliore è quello di trasformarli in frizzanti luoghi di cultura, di incontro e di dialogo tra generazioni, attraverso appuntamenti e performance in grado di coinvolgere tutti: giovani, famiglie, bambini e adolescenti, anziani. Per questo motivo, la Regione Valle d’Aosta ha deciso di puntare sulla rassegna Culturété, che si svilupperà all’interno dei castelli valdostani ma anche nel cuore dei siti archeologici e dei musei presenti sul territorio.
Culturété è contraddistinta da più di 70 eventi in programma a luglio e agosto. Partiamo con le “Châteaux nuits”, ossia le serate all’interno della cornice dei castelli. Qui spiccano senza dubbio gli appuntamenti (musica, danza e racconti) al Castello di Aymavilles, costruito su una collina morenica, riaperto in via definitiva a maggio dopo circa 20 anni di lavori. Da prendere in considerazione, il 20 luglio e il 31 agosto al Castello Reale di Sarre, la performance della coreografa e danzatrice Elena Pisu.
Il programma vanta anche il pacchetto di eventi “Archéo Été”, le visite e le esperienze letterarie nell’Aosta romana. Qui segnaliamo – all’interno del Criptoportico forense di Aosta (fresco di nomina tra i patrimoni UNESCO) – le sei performance teatrali che omaggiano James Joyce a 100 anni dalla pubblicazione di “Ulisse”. Se avete figli adolescenti che, nonostante i tentativi delle loro professoresse, non riescono a innamorarsi della letteratura inglese, sapete dove portarli.
Culturété comprende anche laboratori e percorsi didattici (“Storie per gioco”) e rassegne artistiche all’interno del castello Gamba, che sorge un poggio della località Cret-de-Breil. Qui vi consigliamo l’accensione dell’opera “Orbita” di Massimo Uberti, artista bresciano che lavora con la luce. L’installazione, che ha vinto il bando Pac 2020 del ministero della Cultura, prenderà vita giovedì 21 luglio. Terminato l’evento, ci sarà una performance musicale e audiovisiva a cura di ColLabForArt, dal titolo “Physis. L’arte incontra la natura”. E a questo link trovate tutti gli appuntamenti di Culturété, per un’estate ricca di stimoli e spunti da custodire nell’ottica della ripresa autunnale.