Lega in affannoZaia chiede al centrodestra di chiarire la linea sull’autonomia prima del voto

Chi è contrario «è contro la Costituzione», dice il presidente della Regione Veneto. «Non è un regalo da dare a qualche Regione, e di certo non è un esproprio o una carognata che alcune Regioni fanno contro qualcuno. È vero che l’Italia è lunga e stretta, ma non sono più i tempi per usare una voce a Palermo e una voce diversa a Treviso»

Foto Stefano Cavicchi/LaPresse

«Sono convinto che la parola giusta sia “rispetto”. Rispetto per i cittadini, rispetto per la Costituzione». Per il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, uno dei principali volti della Lega, a meno di due settimane dal voto la preoccupazione principale riguarda l’impegno che la coalizione di centrodestra prenderà sulla realizzazione dell’autonomia delle Regioni.

Dopo i tanti anni di lavoro serrato del governatore veneto per arrivare all’obiettivo, le divisioni nel centrodestra non lasciano ben sperare. Guido Crosetto ha detto che prima dell’autonomia è necessario il presidenzialismo. Giorgia Meloni ha detto che Fratelli d’Italia mantiene la sua parola. Ma ha anche osservato che «ci sono stati tre governi, di cui hanno fatto parte tutti meno noi, e dell’autonomia si è parlato poco o nulla».

Zaia, in un’intervista al Corriere, fa una carrellata degli ultimi anni: «Giuseppe Conte su questo ha ballato una rumba senza precedenti. Nel 2018 ha detto che ci saremmo arrivati per i primi mesi del 2019. Poi, in quei primi mesi, Luigi Di Maio ha detto che ci volevano approfondimenti. Ma noi, i compiti, li avevamo fatti fino in fondo. Ma anche il Pd è stato increscioso». E ora, spiega, «sembra che l’Enrico Letta che oggi viene in Veneto per parlare di autonomia non appartenga a quel Pd che, al governo, ha impugnato il nostro referendum davanti alla Corte costituzionale. Non pago, quando la Consulta ci ha dato ragione e dichiarato il referendum ammissibile, il centrosinistra di governo ci ha imposto di pagare le forze dell’ordine ai seggi. E per finire, ci ha vietato l’uso delle tessere elettorali al referendum».

Poi Zaia lancia un messaggio ai suoi alleati: «Lo dico a tutti i nostri compagni di viaggio. Anzi, lo dico a tutti. L’autonomia non è un regalo da dare a qualche Regione, e di certo non è un esproprio o una carognata che alcune Regioni fanno contro qualcuno. È vero che l’Italia è lunga e stretta, ma non sono più i tempi per usare una voce a Palermo e una voce diversa a Treviso».

Dunque, «se si rispetta il cittadino, l’atteggiamento verso l’autonomia va chiarito subito, prima di votare. In maniera limpida, senza giri di parole. Del resto la Costituzione, che prevede l’autonomia, dice che ci vuole un sì o un no. Il “ni” non è previsto».

Zaia chiede un impegno formale a tutte le forze del centrodestra: «Penso che dentro al centrodestra è bene che tutti siano chiari nei confronti dei cittadini che ci guardano e che ci giudicano. Avere il consenso per andare a governare come coalizione vuol dire assumersi una responsabilità che rispetto al passato è ancora più forte, visto che le famiglie non sbarcano il lunario. E l’autonomia è un fattore di efficienza». Anzi, aggiunge, «non è una cosa tra le altre, non può essere affrontata dicendo che ci sono altre priorità: anche perché è un modo di aiutare questo Paese a uscire dalla crisi».

«Chiunque vada a governare ha i compiti già fatti. Ora abbiamo in mano una legge quadro adottabile dal Consiglio dei ministri e pronta per la discussione in Parlamento. Non c’è più niente da studiare: chi è contro l’autonomia è contro la Costituzione». E poi sgombra il campo dall’accusa di essere secessionisti: «Voglio ricordare che il presidente Mattarella, il massimo garante della Costituzione, di autonomia ha parlato più volte, anche durante il suo insediamento».

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