Patto generazionaleLe proposte dei giovani candidati del terzo polo per i loro coetanei

Al Teatro Parenti di Milano, Giulia Pastorella, Filippo Campiotti e Francesco Ascioti hanno spiegato il programma di Italia sul Serio per attuare politiche realistiche e strutturali a favore degli under 30

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Un governo dei giovani, dai giovani e per i giovani. Questa è l’utopia d’ispirazione lincolniana portata avanti dai candidati under 30 del terzo polo, che riunitisi ieri al teatro Franco Parenti hanno delineato un progetto d’Italia inedito per il nostro Paese. Giulia Pastorella, Filippo Campiotti e Francesco Ascioti, sono tutti e tre candidati a Milano in diversi collegi uninominali per la Camera dei deputati e hanno bene in mente il senso di rivalsa della loro generazione nei confronti di una classe politica che non li ha mai considerati. Per questo promettono: «Ogni euro speso per gli over 65 deve essere speso anche per gli under 35».

Uno slogan provocatorio ma che coglie nel segno, scoprendo un vulnus che affatica il nostro paese da anni. Si badi bene però di non travisare le parole, quello di cui si tratta, ricorda Giulia Pastorella nel suo intervento, non è uno scontro generazionale, ma piuttosto un patto con le vecchie generazioni, al fine di trovare un ribilanciamento degli equilibri sociali. 

Ma gli slogan non sono tutto. Il terzo polo da sempre ha come suo cavallo di battaglia il tema della competenza, perché secondo loro non basta avere una visione astratta dei problemi, ma bisogna saper agire concretamente. Come ama dire Carlo Calenda, leader di Azione, col modus operandi di Mario Draghi. 

In questo senso tutti e tre i candidati sul palco tengono a specificare che il tema delle politiche giovanili non può e non deve riguardare solo la ricerca del consenso, perché esiste un altro modo di far politica che consiste nell’avere una progettualità di lungo termine e nell’ evitare le politiche giovanilistiche, ovvero il populismo a favore dei giovani. 

Bisogna impostare un percorso, una visione, ricordano i candidati, perché la politica giovanile non conviene in termini di consenso, dato che da 0 a 18 anni non si vota. Allora l’altro modo di fare politica consiste in una serie di proposte concrete pensate per cambiare alla base la società. Come ha detto Campiotti nel suo intervento «non è detto che le politiche giovanili siano direttamente dedicate alla fascia giovane di oggi, ma significa impostare una riforma strutturale di cui ne beneficeranno anche le nuove generazioni, i nostri figli». 

Le proposte concrete per i giovani, portate avanti dai candidati del terzo polo ruotano principalmente intorno a tre temi: la formazione scolastica, gli sgravi fiscali agli under 35, il rapporto con il mondo del lavoro.  

Giovani e lavoro
Un annoso problema che aumenta il malcontento giovanile è la mancanza di un solido collegamento tra il momento della formazione scolastico-universitaria e quello dell’ingresso nel mondo del lavoro. Al fine di facilitare questa transizione per i candidati del terzo polo è necessario rafforzare i servizi di orientamento e l’attivazione di reti orizzontali e verticali tra istituzioni scolastiche e universitarie e imprese. 

Per fare questo, ricorda Ascioti, «la nostra lista pone l’accento sulla formazione professionalizzante. Perché il mercato del lavoro oggi ha il 40 per cento della domanda disattesa, in cui non ci sono professionalità adeguate a soddisfare. Perciò bisogna investire in formazione professionale di persone assunte e non assunte con l’università, imprese e centri di ricerca perché si formino persone pronte a rispondere a quella domanda di lavoro». Secondo il programma di Azione «Questi servizi saranno finalizzati ad accompagnare l’uscita dalla scuola verso il primo impiego, anche con l’obiettivo di individuare il fabbisogno dei diversi ambiti professionali e informare i giovani sulle prospettive di occupazione reale dei vari percorsi di studio».

Inoltre, ricorda Pastorella, sarà altrettanto importante contrastare il fenomeno dell’uso improprio dei tirocini extra-curriculari regolando invece tirocini curriculari per assicurare che siano esperienze realmente formative e non soltanto atti dovuti all’interno del percorso di istruzione.

Rimane però il fatto che molti studenti usciti dal periodo di formazione scolastica non siano ancora in grado di soddisfare la richiesta di personale da parte delle imprese. Abbiamo chiesto a Giulia Pastorella in che modo pensano di incentivare le assunzioni dei giovani. «Sono previste anche agevolazioni per i datori di lavoro, che consistono in incentivi alla formazione in azienda. A me piace molto anche la proposta che avevamo formulato nel Programma per l’italia, è quella di mettere la formazione dei lavoratori al bilancio di impresa, in un’ottica di responsabilizzazione delle aziende come lo si fa per la performance ambientale e di genere»

Sgravi fiscali
Nel suo intervento Pastorella sintetizza così la posizione economica di Azione «Abbiamo due pilastri: lo stato ci deve essere nelle politiche pubbliche di welfare (sanità, scuola, immigrazioneecc.), mentre non deve esserci nell’ambito produttivo e imprenditoriale».

Una delle proposte più interessanti per i giovani riguarda infatti varie leve fiscali per aiutare i giovani da poco entrati nel mondo del lavoro. Si propone ad esempio la detassazione specifica per i giovani: totale fino a 25 anni, ridotta del 50% fino a 29 anni.

Come ha detto Ascioti «Stiamo cercando di costruire un paese nel quale lo stato è amico dei giovani, un luogo di opportunità che crede nei giovani conferendogli l’opportunità di cominciare, senza ostruire il suo percorso iniziale con tasse e burocrazia». 

Infatti aprire una nuova impresa comporta molte spese iniziali che scoraggiano l’imprenditorialità. Per mitigare un potenziale problema di liquidità, il terzo polo propone di posticipare e rateizzare tutti gli adempimenti fiscali dei primi 3 anni nei periodi successivi per tutti i giovani under 35 che decidono di aprire una nuova attività.

Questa proposta molto forte che vuole incentivare la nascita di startup innovative e non solo, sembra però essere in contraddizione con un altro pilastro del partito, ovvero favorire la crescita dimensionale delle imprese italiane, perché, come noto, in Italia esiste una netta prevalenza di piccole-medie imprese poco produttive.

Giulia Pastorella ha risposto a Linkiesta osservando che «le due cose non sono in contraddizione, bisogna aiutare le microimprese a crescere più velocemente. Puntiamo anche sulle startup perché non si può pensare di mettere un limite alla creatività delle persone, ma bisogna fare sì che la crescita sia rapida, per questo è giusto aiutare i giovani imprenditori». 

Formazione, scuola e università
Come si legge nel programma elettorale congiunto di Azione e Italia Viva «In Italia abbiamo tra i tassi più alti d’Europa di dispersione scolastica e NEET (giovani che non studiano e non lavorano). I problemi della scuola sono i problemi del Paese: i numeri drammatici della dispersione implicita e della disoccupazione giovanile segnano la nostra distanza dagli altri contesti europei e ci dettano l’agenda dei lavori e delle urgenze. Dobbiamo recuperare efficacia e offrire ai giovani concrete prospettive di crescita culturale e professionale».

«Bisogna introdurre la dinamica meritocratica all’interno delle scuole. Il Pnrr prevede delle premialità per docenti meritevoli – ha detto Campiotti – va ripreso il percorso interrotto dai governi Conte, perché non può esserci autonomia senza valutazione. E solo un sistema nazionale di valutazione efficace può consentire di individuare le aree su cui è necessario migliorare».

Si propone poi una completa parificazione di tutte le scuole con l’intento di consentire a tutti di poter scegliere l’educazione per i propri figli senza ostacoli economici insormontabili.

La competizione tra le scuole è importante come ricorda Pastorella, ma lo è altrettanto la questione delle pari opportunità per studenti e famiglie: la scuola è anche un diritto. Allora, come proposto nel programma elettorale, saranno previste premialità per docenti che vanno nelle zone più difficili, la possibilità di tempo pieno in tutte le scuole, potenziamento degli asili nido e incentivi per aiutare le famiglie a tornare a lavoro. Anche le materie scolastiche devono adeguarsi al tempo presente, per garantire ai più giovani gli strumenti giusti per comprendere e agire la società contemporanea. Per questo motivo è opportuno secondo il terzo polo, inserire a scuola fin da subito lo studio di materie come: educazione civica, l’educazione digitale e quella economica.

 

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