Incredibile ma vero: la frenetica, chiassosa, trafficata, tecnologica, modernissima e stupenda Milano ha una tradizione rurale più viva di quanto si pensi e le è molto affezionata! Ne sono testimonianza le molte cascine distribuite all’interno del tessuto urbano, non solo nelle aree adibite a parco pubblico o in periferia, ma anche nelle zone più moderne e centrali della città.
Molte di queste costruzioni antiche sono andate incontro a una recente riscoperta e riqualificazione, grazie a progetti di restauro conservativo che ne hanno riportato in vita l’aspetto originario, trasformandone però la destinazione d’uso in modo da renderle più interconnesse con la realtà cittadina circostante in quanto sedi di servizi di pubblica utilità.
Niente gite fuoriporta: proseguire le vacanze (senza trasferta)
Molte cascine “urbane” hanno mantenuto la loro originaria vocazione produttiva agricola, ampliandola però in modo da affiancare alle tradizionali attività colturali e zootecniche, anche attività collaterali in grado di generare reddito ma soprattutto di rispondere al diffuso bisogno della popolazione metropolitana di ritrovare il contatto con la natura anche senza muoversi dalla città.
Così questi immobili caratteristici si sono evoluti per ospitare spazi di incontro e ritrovo per il tempo libero e lo svago, laboratori didattici, attività ricettive, punti vendita di prodotti aziendali o locali e altre iniziative. Ovviamente il cibo non può mancare e, tra orti urbani e ristoranti con menù dedicati al connubio tra campagna e città, il fascino e il gusto dell’agriturismo a km zero è assicurato.
Avamposti agricoli urbani: la campagna è prêt-à-porter
Ma dove si trovano questi ponti tra città e campagna, luoghi magici fuori dallo spazio e dal tempo? Proprio nel cuore delle aree residenziali, spesso a pochi passi dal Centro o nei quartieri più brulicanti di vita del capoluogo lombardo, raggiungibili a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici per trascorrere qualche ora “in vacanza” senza muoversi dalla città, assaporando cibo genuino che ha una storia da raccontare.
Un posto dove mangiare a “km vero”
Cascina Cuccagna è un complesso architettonico del XVII secolo in zona Porta Romana, presente nella mappa del Catasto Teresiano del 1722 col nome di “Cassina Torchio” e appartenente ai Padri Fatebenefratelli, che utilizzavano i terreni di pertinenza per coltivare le erbe officinali destinate all’Ospedale Maggiore. Restaurata e riaperta al pubblico dal 2012, oggi è una fucina culturale, che offre servizi sostenibili dall’impatto sociale positivo.
Tra questi c’è Un Posto a Milano, un’osteria che riallaccia il legame con la sua “ava” di fine Ottocento, ma sopratutto un progetto innovativo ideato e gestito da esterni e pensato per sostenere il lavoro e l’impegno degli oltre 100 piccoli produttori italiani, diffondere la filosofia del “km vero” e introdurre i giovani nel mondo della ristorazione, sotto la guida dello chef veneto Nicola Cavallaro.
La pizza della Milano “marittima”?
I nostalgici della spiaggia devono fare un salto sulla sabbia di Cascina Torrette. Una cascina che risale al 1600 e si trova all’interno del Parco di Trenno (in zona San Siro), nell’area che un tempo costituiva una pieve, ossia una circoscrizione territoriale civile e religiosa facente capo ad un luogo di culto eretto in campagna.
Fino al 1700 apparteneva ai Padri Barnabiti, sostituiti nei secoli dai Benedettini, che qui si dedicavano a un’attività agricola rimasta viva fino al 2011. Oggi invece la cascina rappresenta un polo culturale e un locus amoenus che tutto l’anno si anima con concerti, cinema, festival, appuntamenti con il quartiere e attività per bambini.
Al centro di tutto c’è Mare Culturale Urbano, food hub e un centro di produzione artistica e culturale pensato soprattutto per i giovani, in cui si attivano percorsi di formazione e inserimento lavorativo per i ragazzi del territorio ma dove è anche possibile trascorrere una bella serata in una pizzeria all’aperto.
Proprio per rendere omaggio al piatto italiano più conosciuto, Cascina Torrette ospita ogni anno Elementi – only for pizza lovers, il festival dedicato al mondo della pizza, che quest’anno è stato anche l’occasione per lanciare la social challenge “Master del cornicione” durante la quale l’ambassador Antonio “Malati di pizza” sfiderà una squadra di food influencer e la propria community a realizzare una pizza napoletana contemporanea con cornicione alto e alveolato, decretando ogni mese i migliori pizza lovers, fino a individuare il “Master del cornicione” destinato a diventare l’Ambassador di Molino Vigevano.
I segreti del parco (Sempione)
Immersa nel Parco Sempione (a 2 km dal Duomo), Cascina Nascosta è una vecchia cascina recuperata con lo scopo di restituire alla città un posto per serate easy e conviviali, ma anche di creare un vero e proprio “Parco delle sostenibilità”, in cui sviluppare progetti educativi rivolti ai cittadini legati ai temi dell’alimentazione, dell’agricoltura locale, della sostenibilità ambientale e della promozione culturale, al fine di promuovere cambiamenti nei comportamenti individuali e collettivi.
Qui si trova anche la Latteria, ristoro all’aperto con uno spazio per corsi di cucina, eventi tematici legati al cibo, incontri con i produttori, degustazioni guidate.
La cucina professionale è gestita dallo chef Andrea Bertolucci che, dalla colazione alla cena, passando per l’aperitivo, propone un menù stagionale, basato su materie prime locali prodotte delle realtà agricole che circondano la città, lavorate secondo le ricette tipiche lombarde, senza rinunciare alle influenze multiculturali.
Cucina tipica e idee giovani
Cascina Sant’Ambrogio, vicina all’ingresso del Parco Forlanini (a 5 km dal Duomo), ha una storia lunga un millennio: da monastero benedettino (uno dei primi cenobi femminili di Milano) nel XII-XIII secolo, è stata convertita in cascina agricola nel Settecento e ha mantenuto ininterrottamente questa funzione fino agli inizi del 2000.
Nel 2012 è gestita da un gruppo di 10 giovani milanesi (“Società Agricola Impresa Sociale srl”) che hanno aperto al pubblico i suoi spazi, trasformandola in un luogo di condivisione e relax immerso in un’atmosfera bucolica, in cui gustare una cucina etica, sana e genuina, basata su materie prime prodotte in modo sostenibile e usate per preparare piatti tipici milanesi (come il risotto con l’ossobuco in testa e quello con spinaci, guanciale e salsa di Grana Padano, nel corso di serate a tema ad essi dedicate.
Campagna “smart” nella città che vive
Cascina Merlata, a 10 km dal Centro, è una delle cascine meneghine più antiche. Ristrutturata in occasione di Expo 2015, negli anni successivi è diventata oggetto del più grande intervento di housing sociale a Milano e oggi è il cuore del primo smart district del capoluogo lombardo (il cosiddetto quartiere UpTown), con spazi condivisi e servizi a misura di cittadino.
Grazie a un progetto realizzato dalla società EuroMilano in collaborazione con l’Amministrazione Comunale del Municipio 8, nel 2017 è nato Cascina Merlata Spazio Vivo, con attività , eventi, iniziative e servizi (dai corsi di ballo a quelli di cucina, dall’apicoltura partecipata, all’università della terza età) pensati per migliorare la fruizione di questa parte di città e la qualità della vita di chi vive e lavora nel quartiere.
Ma anche qui il vero protagonista è il cibo, in particolare la pizza (bassa e con cornicione morbido grazie all’impasto lievitato 18 ore) e i piatti tipici della cucina tradizionale italiana serviti dal Mare culturale urbano “bis”, gemello di quello di Cascina Torrette.
Tappa obbligata per gli amanti della griglia e del bio
Cascina Gaggioli, si trova nel Parco del Ticinello, a poca distanza da via Ripamonti e dal capolinea del tram 24 (a 13 km dal Centro). È un complesso edilizio risalente alla metà dell’Ottocento, interamente ristrutturato con materiali di ultima generazione, ma che conserva tutto il fascino delle antiche cascine lombarde.
Ospita una piccola azienda cerealicolo-zootecnica con coltivazione biologica certificata, che utilizza il metodo macrobiotico su terreni irrigati con l’acqua proveniente dal Naviglio Grande; una bottega per la vendita diretta di carne, formaggi, insaccati, salumi, riso, farine di frumento, farina di mais, miele, ortaggi e altri prodotti a filiera corta; un agriturismo con servizio B&B e un vero e proprio “salotto all’aperto” dove vengono serviti aperitivi e merende preparati con ingredienti a “cm zero” e, nel fine settimane, si organizzano grigliate (anche fai-da-te, su prenotazione).
L’evoluzione democratica di una piscina maschilista
Cascina Martesana, a nord di Milano è immersa nel verde dell’omonimo Parco, affacciata sul Naviglio Piccolo, dove all’inizio del Novecento sorgeva “El bagnin de Gorla” la prima piscina pubblica (ma per soli uomini) all’aperto, in una vasca ricavata dal Cavo Taverna, un canale laterale del Naviglio della Martesana, oggi coperto.
Convertita in seguito ad altre funzioni, è rimasta in abbandono dagli anni Novanta fino al 2014, quando è stata trasformata in un luogo di aggregazione polifunzionale, integrazione culturale, socializzazione e ristoro, lontano dal rumore e dalla frenesia di NoLo.
La struttura ospita un chiosco che propone panini, piadine e taglieri da gustare ai tavolini all’aperto, ma anche cocktail e birre, succhi, estratti di frutta fresca e centrifugati da sorseggiare nel Giardino Segreto, ascoltando i concerti live che regolarmente vendono organizzati alla sera (tra cui, proprio a settembre, quelli del Puc Festival).
In più c’è il Salotto della Griglia, dove chi ha la tessera associativa può organizzare una grigliata prenotando i tavoli e utilizzando uno dei sei barbecue messi a disposizione.
Pedalando verso “mele e pane sicuro” (ma soprattutto birra!)
Da Cascina Martesana parte uno degli itinerari ciclistici consigliati anche dal Touring Club, che tocca alcuni luoghi tipici e suggestivi di una Milano insolita come la Tipografia alimentare, un locale altezza del Ponte Vecchio, che propone pranzi e aperitivi con lievitati fatti in casa, vini naturali, olio autoprodotto e caffè selezionati e la Casa dei Ciliegi, una vecchia cascina restaurata e trasformata in un ristorante specializzato nei piatti di carne.
Sull’altra riva del naviglio c’è invece Ragoo, che offre cocktail, spiedini e dj set.
Da non perdere neppure il Tranvai, un tram storico del 1928 trasformato in un bar dove si possono gustare taglieri ma anche la classica michetta milanese farcita oppure hamburger che strizzano l’occhio allo street food americano.
Il tour si conclude a Cassina de’ Pomm, la “cascina delle mele”, la più antica di Milano, dove i nobili si recavano in villeggiatura e dove, nel XV secolo, Francesco Sforza volle coltivare, appunto, dei frutteti di mele.
Si trova proprio in corrispondenza di un piccolo ponte di ferro, che nel Novecento era chiamato “Pont dei Panfiss”, cioè il ponte del pane sicuro, per via della presenza di una fabbrica di candele, la Branca, e gli operai che attraversavano il ponte avevano un lavoro sicuro.
Oggi al posto della fabbrica c’è il Giardino Cassina de Pomm, mentre al posto dell’osteria che negli anni Settanta era un ristorante alla moda, c’è La Buttiga, una beer room che propone cibo semplice per accompagnare più 20 ricette, di ispirazione angloamericana e belga, alcune delle quali affinate in botte e tutte spillate al momento.
Insomma, per fuggire dalla metropoli non serve andare troppo lontano. Basta imparare a guardarsi attorno, uscire dai percorsi più battuti dal traffico cittadino e provare itinerari alternativi.
E la ricerca del buon cibo (e del buon bere) è sempre una motivazione legittima per andare in avanscoperta… e proseguire le vacanze iniziando un nuovo viaggio (a casa).