Vigne vecchie, vigne giovaniIl vino contemporaneo riscopre radici antiche (e una sostenibilità vera?)

Le nuove generazioni prediligono vini meno lavorati e di conseguenza meno impattanti dal punto di vista ambientale. Proveremo a capire se sia questa la direzione da seguire nel corso della tavola rotonda ospitata la mattina del 5 ottobre, al teatro Franco Parenti, in occasione del nostro Festival

Foto Pixabay

Vecchio è bello. Sembra un paradosso, ma le nuove generazioni apprezzano il vino con radici antiche, che nasca da pratiche (autenticamente) sostenibili in vigna con il minore intervento possibile delle tecniche enologiche invasive. Vini fatti di memoria, oltre che di conoscenza. Vini capaci di fascino, senza esibire i muscoli. E anche in questo sostenibili.

Naturalmente in un contesto complesso qual è il mondo del vino ogni pezzo di ogni storia è aperto all’interpretazione. Nella prospettiva di un prodotto che nasce prima in vigna che in cantina, viene da chiedersi quanto valgano le vigne vecchie o le vigne buone, se sia corretto accompagnare l’uva alla piena maturazione oppure anticiparne la raccolta, se i vini contemporanei siano quelli meno lavorati.

Il confronto in tavola rotonda – in programma il 5 ottobre al Teatro Franco Parenti di Milano dove si svolgerà il primo Festival di Gastronomika – parte boots on the ground aprendo un discorso ampio con chi lavora in vigna e chi ci mette la faccia, firmando vini fedeli alla propria vocazione agronomica o forzandone l’orientamento con consapevolezza.

A moderare la discussione sarà Sofia Landoni che si descrive così: milanese, con un frammento di cuore un po’ nomade. Si laurea in agraria pensando di diventare la nuova Heidi. E invece il vino e la penna hanno il sopravvento. È giornalista, sommelier, degustatrice e docente presso alcuni istituti alberghieri, dove sprona le giovani generazioni a non lasciarsi intimorire dalle etichette dei Riesling tedeschi.

La reporter del tavolo sarà Benedetta Barone, una laurea in Linguaggi dei media e una specializzazione, anzi due, in scrittura creativa, rispettivamente allo IULM e alla scuola Holden. Ora lavora per Linkiesta e spera, ovviamente, di scrivere.

Il coordinamento dei tavoli del vino è di Giambattista Marchetto, giornalista con esperienza in ambito economico, enogastronomico, turistico, artistico-culturale, collabora con Il Sole-24Ore, gruppo Pambianco, Food&Wine Italia, So Wine So Food, DolceSalato, Food Service, Il Gazzettino, Montenapo Daily, Ciao magazine e Paneacquaculture, oltre a dirigere Vinonews24. Vive a Praga, ma è spesso per lavoro in Italia. Coach e trainer, cura progetti formativi per aziende, enti di formazione, oltre a lecture e workshop per università in Italia e in Repubblica Ceca.

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