Una nuova convenzione europea per modificare i Trattati Ue, una nuova banca europea per l’idrogeno, una riforma delle regole economiche per i 27 Stati membri, la istituzione del 2023 come anno europeo della formazione. E un continuo sostegno all’Ucraina con armi, fondi e accordi commerciali. Sono questi i punti fondamentali pronunciati dalla presidente della Commissione europea nel discorso sullo stato dell’Unione al Parlamento europeo di Strasburgo.
«Un discorso importante. Cose attese, altre si immaginavano, altre nuove», ha commentato a caldo Roberto Gualtieri, durante l’evento organizzato dalla Rappresentanza della Commissione Ue in Italia nella Sala Promoteca in Campidoglio.
Il sindaco di Roma, ex eurodeputato ed ex presidente della Commissione problemi economici e monetari (Econ) del Parlamento europeo, ha apprezzato l’intervento di Von der Leyen sulla regolazione del prezzo del gas, ma ricorda che è ancora una discussione in divenire: «Sono state proposte importanti, ma speriamo ci sia l’autorevolezza negoziale del nostro Paese» per chiudere un accordo. Sono due i punti che hanno colpito di più Gualtieri. Il primo sulla riforma del Patto di Stabilità europeo. «Si è spinta più in là di quello che pensavo. Ha fatto riferimento al modello Pnrr: i Paesi si assumono impegni concreti, ma hanno maggiore flessibilità di definire il loro percorso. Speriamo che l’Italia sia all’altezza di un negoziato così impegnativo. C’è il rammarico che non ci sia Mario Draghi a condurlo». Il secondo punto sottolineato da Gualtieri riguarda la promessa di una riforma dei Trattati, anche se «Il Consiglio europeo dovrà decidere se aprire una convenzione. Serve un’Europa forte per risolvere i problemi dei cittadini. Il nostro futuro dipenderà dall’implementazione delle promesse appena fatte».
Gualtieri ha ricordato con commozione anche il ricordo di David Sassoli nel discorso di von der Leyen: «Ci lascia una grande eredità positiva».
All’incontro organizzato dalla Rappresentanza è intervenuto anche Renato Brunetta. Il ministro uscente della Pubblica amministrazione, che ha pubblicato questa mattina un appello sul Corriere della Sera affinché l’Unione europea sia più incisiva ha commentato positivamente il discorso di von der Leyen, chiedendosi però come inquadrare le tante promesse fatte all’interno di un approcio strategico: «Siamo in un cambio di fase.Sembra possibile non solo la vittoria del popolo ucraino, ma anche delle democrazie. E mi chiedo: l’Europa sarà in grado di vincere questo finale di partita? Il più difficile, pericoloso e incerto. All’Europa non può più bastare il soft power. Rischia di essere un vaso di coccio tra i vasi di ferro a Oriente e Occidente. L’Europa deve darsi nel più breve tempo possibile una dimensione di hard power».
Per Brunetta l’Unione europea deve produrre un pacchetto di beni pubblici europei di cui non si può più fare a meno: energia, salute, difesa, sicurezza alimentare, transizione digitale e ambientale da inserire nei Trattati con una governance comunitaria, non intergovernativa per produrre questi beni e servizi: «Dobbiamo fare un inventario ed evitare di rubarci le mascherine e i ventilatori tra Paesi come abbiamo visto nella primissima fase della pandemia. Dobbiamo farlo il prima possibile o ripeteremo l’errore di trovare una strada complementare ai Trattati».
Brunetta ha parlato anche dell’allargamento ai Balcani Occidentali: «Non deve essere superficiale, ma in profondità. Solo così rispondiamo alle esigenze della storia».e la necessità di creare una comunità politica europea e non solo fissarsi sulle regole economiche: «È finita l’epoca del Fiscal Compact. Abbiamo vinto la pandemia sospendendo le regole europee di stabilità. I vincoli che ingessavano la possibilità di fare debito per l’Europa e per gli Stati. Non vuol dire buttare via tutto, ma quelle regola non valgono per i momenti eccezionali come questo. Se vogliamo che ci sia fiducia nella Europa dobbiamo avere il coraggio di osare».
Durante l’evento moderato da Maria Grazia Napolitano, capo dei servizi esteri di dell’Adnkrons, è intervenuto anche il Capo Rappresentanza della Commissione europea in Italia Antonio Parenti: «Vorrei sottolineare alcuni aspetti per me decisivi per il futuro dell’Unione. Primo, il richiamo a lavorare con gli alleati, i paesi del G7, gli Stati africani e del Sud America. Von der Leyen ha fatto bene a ricordare quanto sia importante riprendere mano una agenda commerciale che ha subito dei rallentamenti, penso per esempio all’accordo commerciale col Canada, non ancora ratificat dal Parlamento italiano. Secondo, ho apprezzato l’annuncio di una banca europea dell’idrogeno perché certi passaggi industriali decisivi per il futuro sostenibile non potranno avvenire senza un intervento pubblico per aiutare le imprese. Il terzo punto riguarda la promessa di un fondo sovrano europeo per far sì che l’Ue rimanga all’avanguardia delle tecnologie più moderne. O manteniamo un mercato unico che permetta a tutti di accedere alle nuove tecnologie o ci sarà una inutile rincorsa dei singoli stati che avvantaggerà alcuni e rallenterà altri».
Parenti ha commentato anche la proposta di von der Leyen di modificare le regole economiche europee a ottobre: «È stata una presa di coscienza che il modello del 2011 non è sostenibile per sempre, soprattutto in una economia complicata come quella attuale. Ma c’è anche bisogno di dare a chi i soldi continua a prestarli una garanzia che quei soldi saranno usati bene per gli investimenti. È il sistema del NextGenerationEu che sta funzionando bene. L’Italia è stata diligente nel porsi gli obiettivi e questo atteggiamento sta ripagando. Bisognerebbe allargare questo metodo anche ai fondi strutturali europei.
Per Carlo Corazza, capo ufficio di collegamento del Parlamento europeo in Italia, «Il discorso di von der Leyen è stato straordinario, ma non contiene tutte le risposte per risolvere la crisi energetica. il Parlamento si aspetta delle risposte il prima possibile. Va benissimo dare una prospettiva di ampio respiro su come rispondere alle sfide che abbiamo davanti, ma ora serve una risposta immediata». Per Corazza uno degli aspetti più interessanti del discorso sullo Stato dell’Unione è il passaggio sulla difesa della democrazia e la promessa della convenzione dei trattati. «Serve una unione per l’energia e per la difesa. La credibilità dei governi europei si giudicherà su che posizione prenderanno verso il cambiamento necessario».