La fiducia alla CameraEuropa, bollette, donne e sostegno all’Ucraina: il manifesto di Meloni alla prova dell’aula

Questa mattina, alle 11, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni chiederà la fiducia di Montecitorio. Il testo sarà una sorta di manifesto programmatico per i prossimi cinque anni, facendo appello alla responsabilità e all’unità nel posizionamento internazionale. Ci sarà anche un passaggio sulle donne e i diritti civili

LaPresse

Questa mattina, alle 11, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni terrà il suo discorso alla Camera dei deputati per chiedere la fiducia al suo governo. Il testo sarà una sorta di manifesto programmatico, che, secondo le anticipazioni, toccherà tutte le questioni fondamentali, dall’economia alla guerra in Ucraina. Il voto di fiducia è previsto nel tardo pomeriggio, mentre domani toccherà al Senato.

Giorgia Meloni ha preparato il discorso assistita solo dal fidato Giovanbattista Fazzolari, probabile prossimo sottosegretario all’attuazione del programma. Non sarà breve. Da Fratelli d’Italia prevedono che l’intervento della presidente del Consiglio possa durare circa un’ora – scrive La Stampa. Mentre da Palazzo Chigi trapela che l’intenzione è quella di «tracciare un manifesto programmatico, che ambisce ad essere la base di lavoro di un’intera legislatura, a conferma della natura fortemente politica del governo e con l’obiettivo di dare attuazione agli impegni assunti con i cittadini italiani in campagna elettorale».

«Sarà un discorso di massimo livello», assicura il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, «nello spirito con cui ci ha ricordato che questo governo è chiamato a non deludere e a durare a lungo. Dirà: “Dateci cinque anni di tempo, perché i problemi sono tanti”».

Certo, dirà Meloni, non si può fare tutto e subito. Partirà dalla consapevolezza delle sfide da affrontare, sul fronte economico ed energetico, e anticiperà il primo decreto del suo governo per alleggerire il caro bollette per famiglie e imprese. Quindi, sulla scia dell’incontro con Emmanuel Macron, sottolineerà la necessità di una risposta comune a livello europeo.

Citerà i colloqui telefonici con Ursula von der Leyen, Charles Michel e Roberta Metsola, per ribadire la volontà di collaborare con le istituzioni europee, sempre seguendo la stella polare dell’interesse nazionale. Anche nell’ottica del Pnrr, che può essere modificato in alcune parti, spiegherà la premier, ma senza forzature, solo nell’ambito di un percorso concordato con Bruxelles.

Sarà una Meloni molto europeista e atlantista. Inevitabile anche il passaggio sulla politica estera, per ribadire il sostegno all’Ucraina, il solido posizionamento all’interno del fronte occidentale, la determinazione ad andare avanti nel solco lasciato da Mario Draghi. Come dimostra anche la telefonata tra il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il suo omologo americano Anthony Blinken. Di fronte a uno scenario internazionale così complicato e incerto, l’appello della presidente sarà al senso di responsabilità e all’unità. Da parte della sua maggioranza e della sua coalizione. Ma chiederà collaborazione anche da parte dell’opposizione, a cui manderà un messaggio di apertura al dialogo.

La parola «responsabilità» sarà citata più volte, oltre quell’unità verrà auspicata anche sul fronte internazionale. Meloni rivendicherà l’atteggiamento costruttivo avuto da Fratelli d’Italia negli scorsi mesi, con l’appoggio alla linea del governo e il voto favorevole sui provvedimenti di aiuto agli ucraini. Ben sapendo che, invece, le opposizioni potrebbero farsi trovare divise all’appuntamento, in particolare se il Parlamento, a gennaio, dovrà pronunciarsi per rinnovare l’invio di armi a Kiev, su cui Giuseppe Conte e il Movimento Cinque Stelle hanno già annunciato una netta contrarietà. La mano tesa riguarderà anche le riforme istituzionali, con il possibile rilancio di una commissione bicamerale per condividere il progetto di modifica della Costituzione.

Ci sarà sicuramente anche un messaggio sul ruolo delle donne, da parte della prima donna diventata presidente del Consiglio, per ribadire l’importanza che l’esecutivo intende dare al tema della parità di genere. In molti si aspettano anche un passaggio sui diritti civili, dopo le preoccupazioni espresse da Parigi e le polemiche sulla nomina di un profilo come quello di Eugenia Roccella alla Famiglia e alle Pari opportunità.

Non è chiaro se nel discorso più importante della sua vita Meloni si concederà una piccola parentesi personale, ovvero un richiamo alla sua storia politica, al suo percorso nella destra italiana che è riuscita a portare al governo del Paese. Ma per Repubblica non è affatto da escludere che la premier spenderà una parte del suo intervento sulla «sfida che una destra “moderna” è chiamata ad affrontare». Un modo per chiudere i conti con il passato. Senza irritare troppo chi ancora non è pronto a farlo.

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