«Ma quindi adesso che succede in Italia?». È la domanda che i leader europei riuniti al Consiglio di Praga pongono di continuo a Mario Draghi, riporta Repubblica. L’esecutivo di centrodestra non rassicura nessuna delle Cancellerie più influenti nell’Ue. L’unico che non ha mosso un ciglio è stato solo il premier ungherese Viktor Orban.
«Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo su rispetto diritti e libertà», dice Laurence Boone, nuova ministra per gli Affari europei del governo francese a Repubblica. «È importante che il governo Meloni resti nel fronte europeo contro Mosca e in favore delle sanzioni».
«Rispetteremo la scelta democratica degli italiani», prosegue Boone. «L’Europa deve rimanere unita, in particolare nell’affrontare la guerra che la Russia ha dichiarato in Ucraina, con le sanzioni che abbiamo adottato. Su questo punto, Meloni ha espresso chiaramente il suo sostegno a ciò che l’Europa sta facendo. Dopodiché è chiaro che abbiamo delle divergenze. Saremo molto attenti al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto. L’Ue ha già dimostrato di essere vigile nei confronti di altri Paesi come l’Ungheria e la Polonia».
La commissione europea ha proposto di recente il taglio dei fondi all’Ungheria senza riforme sullo stato di diritto. E sia Fratelli d’Italia sia la Lega all’Europarlamento hanno votato contro un rapporto che definisce l’Ungheria “autocrazia elettorale” dopo aver violato le regole comunitarie. E Orban non ha nascosto di sperare che il nuovo governo italiano lo aiuti pure a togliere le sanzioni alla Russia.
La ministra francese, come il resto dei governi europei, resta in attesa: «Non c’è ancora un nuovo governo in Italia, giudicheremo dai fatti. Le norme sullo Stato di diritto si applicano a tutti i 27 membri Ue». Certo, dice, i «nostri valori che sono diversi. Quindi da parte della Francia c’è anche fermezza e vigilanza».
Intanto, dopo le uscite di Giorgia Meloni sui presunti ritardi del Pnrr italiano accumulati durante il governo Draghi, un portavoce della Commissione europea ha fatto sapere che finora l’esecutivo di Roma ha seguito il percorso tracciato sul Pnrr: «Le cose stanno procedendo secondo quanto previsto». E dalla Commissione è filtrato anche il messaggio che eventuali aggiustamenti al Piano possono riguardare non le riforme promesse, ma solo gli investimenti. E che, comunque, resta inaccettabile l’idea di dirottare risorse per fronteggiare, ad esempio, il caro energia.
Non è un caso, forse, che la leader di Fratelli d’Italia ieri abbia abbassato i toni: «Non mi pare che ci sia uno scontro con Draghi. Però il governo scrive nella Nadef che entro la fine dell’anno spenderemo 21 dei 29,4 miliardi che avevamo. Lo diciamo con spirito costruttivo, per dire che dobbiamo fare ancora meglio».