A spaventare la premier in pectore Giorgia Meloni non è il totoministri, né le trattative con i rissosi alleati di centrodestra. A spaventarla sono i conti pubblici, scrive La Stampa.
Il quarto decreto anti-rincari su cui sono già al lavoro i responsabili economici di Fratelli d’Italia e della Lega, con la regia del Tesoro, sarà il primo atto significativo del nuovo governo. Mario Draghi ha lasciato circa 10 miliardi in eredità grazie all’extragettito.
Durante l’incontro dell’altro ieri, il ministro dell’Economia uscente Daniele Franco, ha spiegato a Meloni e ai suoi che dal totale delle risorse potrebbero avanzare altri 3-4 miliardi. Che si potrebbero spendere per un aiuto alle famiglie. O alzando la soglia Isee dei bonus a 15mila euro. Oppure per rateizzare il conto dell’energia.
Meloni ha chiesto al ministro di entrare nel merito dei dossier, capire che possibilità di spesa si ritroverà in mano il prossimo inquilino del Tesoro e in quale perimetro di priorità potrà muoversi l’esecutivo.
I due hanno parlato della legge di bilancio, dei tempi strettissimi per realizzare la manovra e di cosa fare del tesoretto a disposizione. Franco ha dato le sue rassicurazioni. La struttura del Mef resta in piedi, a partire dal Ragioniere generale dello Stato, Biagio Mazzotta, che rimarrà al suo posto per garantire la continuità. Un motivo in più per smentire le voci che lo danno in corsa per la carica di ministro.
Il governo Meloni dovrebbe essere operativo per fine ottobre, inizi novembre. L’Unione europea ha concesso una proroga sul termine di consegna delle bozze della manovra. Una volta inviata, resteranno meno di sessanta giorni per definire l’impianto della legge, licenziarla dal Consiglio dei ministri e farla approvare dalle due camere.
Per la nuova premier un debutto non proprio tranquillo, in mezzo a una crisi energetica. Sarà fondamentale – ha spiegato Franco – il dialogo con la Commissione europea e la burocrazia di Bruxelles, anche in vista del negoziato che deciderà il futuro del Patto di Stabilità. Ecco perché, secondo il ministro, è sconsigliabile giocare al rialzo sul debito italiano proprio ora.
Per questo motivo, Meloni sa benissimo che al posto di Franco dovrà sedere un nome che sia una garanzia per l’Europa. Ma per i rapporti con Bruxelles sarà d’aiuto anche chi vestirà i panni di ministro per gli Affari Ue. Raffaele Fitto sembrerebbe in pole per la posizione.