Restare a galla Le isole destinate a scomparire usano il Metaverso per preservare la loro cultura

Tuvalu, Grenada, Barbados e altre isole, costantemente minacciate dall’innalzamento del livello del mare, stanno digitalizzando gli usi, i costumi e la mappa dei loro territori

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I cambiamenti climatici incombono sul futuro di tutti i Paesi del mondo, ma per alcune Nazioni la minaccia ha una data precisa. Nello sperduto arcipelago di Tuvalu, che si trova nell’oceano Pacifico, quasi a metà fra l’Australia e le Hawaii, l’anno 2100 è indicato come momento finale. A causa della sua posizione e della sua natura fisica, Tuvalu è particolarmente suscettibile agli impatti negativi del riscaldamento globale e in particolare all’innalzamento del livello del mare. 

Studiosi ed esperti concordano che verso la fine del secolo le nove isole che compongono questo Stato oceanico saranno sommerse. I suoi dodicimila abitanti, che si sono rassegnati al triste esito, stanno pensando a un modo per mantenere vive le tradizioni e i luoghi della propria terra. Il metaverso sembra allora la soluzione migliore per preservare almeno una parte della loro cultura. Tuvalu sta per lanciare un gemello virtuale del proprio arcipelago nell’innovativo mondo virtuale. Un esempio che potrebbe essere copiato da altre nazioni a rischio per i cambiamenti climatici.

«Quando alla fine succederà, quando Tuvalu sarà scomparsa, dovremmo sempre essere in grado di ricordare la nostra nazione» ha affermato di recente Eselealofa Apinelu, ex procuratrice generale dello stato nel Pacifico. Il progetto di creare un territorio digitale nel metaverso appare come l’ultima opzione per combattere la crisi dovuta al riscaldamento globale. «È necessario che ci sia un modo per ricordare il fatto che una volta esisteva un Paese chiamato Tuvalu», ha detto Apinelu. 

Il governo locale sta lavorando con gli esecutivi di Australia e Nuova Zelanda per consentire agli abitanti di Tuvalu di ottenere dei permessi di soggiorno e trasferirsi nei loro territori, ma i cittadini non vogliono rinunciare all’idea di uno Stato autonomo. Anche se solo virtuale. La mappa di Tuvalu potrebbe essere trasferita totalmente nel metaverso e consentire alle future generazioni  di visitare, pur se tramite speciali visori tech, la terra dei loro antenati. Dalla capitale Funafuti all’isola più piccola Niulakitaù. Strade, parchi e spiagge verrebbero ricreate in digitale così da permettere agli avatar di esplorare ciò che una volta esisteva realmente.

La soluzione virtuale ai danni provocati dai cambiamenti climatici non è stata considerata solo da Tuvalu. Altri piccoli stati insulari e atolli nel mondo stanno progettando soluzioni futuristiche per ovviare all’inevitabile innalzamento delle acque. L’isola di Barbados nei Caraibi è minacciata dall’aumento di uragani e altri fenomeni naturali estremi, tra cui inondazioni e innalzamento del livello del mare, aumento dei livelli di marea e mareggiate, erosione costiera, aumento delle temperature e variazioni delle precipitazioni. 

Anche per questo, il governo ha aperto un’ambasciata ufficiale su Decentraland, uno dei mondi virtuali aperti a chiunque e disponibile online. Oltre a voler sfruttare il trend milionario nato nella Silicon Valley e sostenuto da aziende come Meta, Barbados vuole permettere a chiunque di informarsi sul proprio territorio e invogliare i turisti virtuali a scoprire cosa li aspetta nella vera isola. Prima che i prossimi eventi climatici estremi modifichino l’aspetto dei suoi paesaggi.

Nel 2021 San Francisco voleva migliorare la mobilità, la qualità dell’aria e la salute pubblica e capire come le emissioni di CO2 portassero problemi ai cittadini. La città californiana ha così utilizzato i gemelli digitali dei propri quartieri per studiare i modelli di mobilità di persone e automobili e gli spostamenti verso il porto. La ricostruzione di San Francisco in digitale ha aiutato a identificare i punti con scarsa qualità dell’aria e a creare un piano sistematico contro l’innalzamento delle temperature.  Singapore, la seconda nazione più densamente popolata del mondo, ha recentemente creato il suo primo gemello digitale al fine di raggiungere i suoi obiettivi di sostenibilità. Il Paese ha utilizzato il programma informatico per accelerare e trasformare dati ottenuti virtualmente in modelli applicabili nelle aree reali. 

Lugano, in Svizzera, utilizza la tecnologia del gemello digitale per avere una comprensione più profonda dei processi che intrecciano le persone, le aziende, gli spazi e l’ambiente in città. Un altro esempio è a Mendoza City, in Argentina, dove dei droni sono stati utilizzati per mappare la città e acquisire immagini così da costruire un gemello digitale nel metaverso. Il progetto ha aiutato i funzionari della città ad analizzare la salute degli alberi e determinare se gli arbusti fossero malati o se potevano venire salvati. 

La sfida maggiore resta quella dei luoghi già in crisi a causa dei cambiamenti climatici: isole, atolli, arcipelaghi e nazioni che si affacciano sull’oceano sono in prima linea contro l’innalzamento delle acque. Spesso si tratta di Stati dalle dimensioni ridotte, ma pronti a raccogliere la sfida tecnologica.

Grenada, una nazione piccola sia per dimensioni sia per popolazione, ha recentemente registrato una copia digitale di se stessa, un modello 3D che i funzionari governativi possono utilizzare per i piani di sostenibilità. Il caso di Tuvalu risalta per le previsioni catastrofiche: il gemello digitale non è più solo una ricerca sperimentale, ma forse l’unico modo per non scomparire completamente. La possibilità futuristica comunque non soddisfa del tutto i residenti dell’isola. «È facile parlare del territorio, ma abbiamo bisogno di coinvolgere gli esseri umani. Stiamo ancora considerando come trattare gli abitanti nel contesto del metaverso», conclude Apinelu. I mondi virtuali potrebbero diventare dei musei online, pronti a ospitare i luoghi della Terra a rischio scomparsa ed essere da monito per le altre nazioni che lottano contro i cambiamenti climatici.

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