Rinascita ad alta quotaIl turismo montano alla ricerca di alternative (sostenibili) allo sci

L’Hotel de Len di Cortina vuole non solo offrire una location fuori dall’ordinario, ma soprattutto un’esperienza totalizzante per il corpo e la mente. Un modello che potrebbe ispirare altre strutture immerse in uno degli ambienti più minacciati dalla crisi climatica: la montagna

Courtesy of Hotel de Len

Cortina: interno sera. L’Hotel de Len è l’ultimo e nuovissimo tassello dell’offerta alberghiera di alta gamma del gruppo San Domenico (Borgo Egnazia, Santa Venere e Masseria San Domenico solo per citarne alcune). Nel “salotto” al primo piano, un’area a totale disposizione degli ospiti della struttura con un buffet sempre fornito e un illusorio fuoco alimentato a vapore acqueo, viene servito l’aperitivo. Il mixologist riadatta i cocktail più classici con ingredienti provenienti dalle radici della famiglia Melpignano, come il vermouth Egnazia, accostati a prodotti tipicamente montani, come lo sciroppo di genziana.

Non c’è un cuscino fuori posto, il cocktail è delizioso e così i formaggi che lo accompagnano, frutto dello scouting accurato nelle aziende agricole del territorio, eppure nella sala si avverte un certo discomfort. Sugli schermi presenti in sala scorrono le immagini di un artwork video, «Venus of the rags / In Transit / Eleusis», realizzato da Mary Zygouri, dove si intrecciano tematiche ambientali e sociali: frame dopo frame scorrono proiezioni catastrofiche ma quanto mai realistiche, come a ricordare che l’enorme privilegio che abbiamo nel poter stare seduti qui in questo splendido salotto non durerà a lungo se non facciamo ognuno la propria parte.

Courtesy of Hotel de Len

Chi vive e gestisce strutture in montagna, l’ambiente probabilmente più fragile dal punto di vista della crisi ambientale, sa bene quanto agire in maniera concreta oggi sia quanto mai urgente. Procrastinare non è più consentito superate certe altitudini. La neve scarseggia sempre più ed è giocoforza, per i player del settore turistico, da un lato ridurre al minimo il proprio impatto, e dall’altro promuovere e proporre delle alternative rispetto all’immaginario classico della vacanza in montagna, legata ancora molto allo sci alpino.

L’Hotel De Len ha improntato su questi due binari la filosofia della propria offerta: da una parte infatti c’è una struttura che è il frutto di una ristrutturazione durata cinque anni, un intervento che va oltre il concetto standard di bioedilizia; dall’altra la volontà, per i propri ospiti, di non fornire solo un posto, seppur bellissimo, dove dormire, rilassarsi nella spa o mangiare al ristorante, ma di offrire un’esperienza di vero benessere e una guida completa su Cortina.

Hotel De Len, in ladino ampezzano, la lingua di questa valle, significa hotel di legno: a eccezione della spa e della cucina, realizzate con materiali nuovi per ragioni igienico-sanitarie, tutto il resto è stato costruito con legno di recupero locale. Le foreste intorno a Cortina sono costituite principalmente da larici, abeti, betulle e dal cirmolo, ovvero il pino cembro, che conferisce l’odore silvestre che si percepisce in tutto l’albergo.

Courtesy of Hotel de Len

Tutto nella costruzione di questo hotel ruota intorno al concetto di chilometro zero: Stefano Gris, architetto del duo Gris e Dainese che ha curato la ristrutturazione, è ampezzano, e così anche le maestranze che hanno lavorato il legno riprendendo tradizioni locali, come la piallatura a mano fatta con un’apposita accetta che ha un lato piatto e non si usa per spaccare la legna, ma unicamente per dare questa veste estetica.

La facciata, d’altra parte, ricorda un vecchio fienile: il legno è accostato all’acciaio nero e al vetro e le assi sono leggermente inclinate per guidare lo sguardo di chi è all’interno verso i prati e il gruppo delle Tofane, il massiccio che sovrasta Cortina. L’utilizzo del legno, però, non è solo fortemente simbolico, ma ha anche una sua logica di rispetto ambientale: comporta più basse emissioni di anidride carbonica ed energia elettrica, costituisce una protezione naturale dall’inquinamento acustico, atmosferico ed elettromagnetico e, grazie all’intenso profumo che emana, è anche un catalizzatore del benessere psicofisico e della qualità del sonno.

Il concetto di wellbeing è infatti uno dei cardini attorno ai quali è stato concepito l’Hotel De Len: in un futuro sempre più incerto dal punto di vista delle condizioni climatiche forse non sarà più così automatico associare l’idea di montagna alle piste da sci, ma ad un concetto più ampio di benessere che sta prendendo sempre più piede nel turismo di alta quota.

Sono sempre più numerose le strutture distribuite su tutto l’arco alpino che mettono al primo posto dell’esperienza in montagna la cura del corpo e il rapporto con il territorio. Qui a Cortina, la perla delle Dolomiti, il lusso è di casa. Lo è un po’ meno il concetto di benessere più puro, e in tal senso questo albergo tutto di legno rappresenta un unicum. Si può scegliere infatti di prendersi cura di sé attivamente nella spa al sesto piano, che con le sue due saune, di cui una finlandese a 100 gradi, il bagno turco, la piscina riscaldata esterna e una vista a 360 gradi su Cortina, è lo spazio indubbiamente più scenografico della struttura.

Courtesy of Hotel de Len

Nelle camere ci sono dei dispositivi che si prendono cura del corpo degli ospiti anche quando loro neanche se ne accorgono: alla base di ogni letto è posizionato un pannello che si chiama “Magma13 Sleep Radiance Panel”, ovvero una specie di materiale intelligente che si espande e si contrae in base agli stimoli meccanici, luminosi o di temperatura che riceve e si riorganizza ripristinando di conseguenza l’energia all’interno dello spazio in cui si trova.

Questo marchingegno migliora di gran lunga il sonno di chi dorme nella stanza, ma non basta: in ogni camera ci sono anche Orpheus, un filtro di rete per ambienti elettromagnetici che migliora la qualità suono e video delle apparecchiature elettroniche, e Astreo, uno strumento specifico di riduzione dei disturbi elettro-tossicologici ad alta frequenza. Tutti catalizzatori di un’esperienza di benessere totale, che si tratti di dormire o guardare un film, per terminare il soggiorno rigenerati.

Courtesy of Hotel de Len

Si inserisce in quest’ottica anche la scelta di stare aperti tutto l’anno: il De Len chiude solo per una decina di giorni a novembre: lo stretto necessario per gli interventi di manutenzione. Non esiste stagionalità nel business del benessere, e la volontà è anche quella di guidare i propri ospiti attraverso l’offerta ampezzana in tutte le stagioni dell’anno.

«In molti sottovalutano l’autunno», racconta il Community Advisor, Francesco Masiero. «Questa invece è una stagione stupenda per Cortina: il larice, che qui abbonda, non è una pianta sempreverde, ma ingiallisce e perde i suoi aghi, regalandoci un foliage stupendo. Tutti i luoghi iconici di Cortina come le Tre Cime e le Cinque Torri cambiano aspetto completamente, anche se il posto in assoluto migliore per godersi i colori autunnali è sicuramente il lago Federa, proprio sotto la Croda da lago».

Uno dei compiti di Francesco è consigliare gli ospiti: dalla mappatura dei ristoranti e dei panorami più belli all’organizzazione di vere e proprie attività pensate ad hoc. Francesco è cresciuto a Cortina e ne conosce i segreti, ma anche le eccellenze. Oltre a dare consigli per muoversi in autonomia, può anche organizzare visite guidate alle realtà più interessanti della zona, organizzare workshop o ospitare talk sulla realtà ampezzana in modo da preservarne tradizioni come la lavorazione del legno, che in questa struttura è un tema particolarmente sentito, oppure aspetti fondanti della comunità ampezzana, come la diffusione del ladino o dei costumi tipici.

Al di là del nome vero e proprio è facile notare come, all’interno dell’albergo, siano moltissime le scritte in ladino, un modo per rendere ancora più immersiva l’esperienza nella cultura ampezzana, distaccandosi da quello che è l’immaginario più comune e mondano legato a Cortina.

Oltre al lusso sfrenato e ai party esclusivi, infatti, c’è un enorme fiorire di realtà locali improntate alla sostenibilità e al rispetto della tradizione. Come il ristorante San Brite, che oltre ad avere una stella Michelin ha anche la stella verde che certifica l’impegno green, o l’azienda agricola Sanwido specializzata in prodotti caseari a base di latte di capra che si è aggiudicata numerosi premi con il suo gelato: player del territorio con cui l’Hotel de Len collabora per realizzare esperienze uniche per i propri clienti.

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