Pubblichiamo il discorso della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola pronunciato in occasione della celebrazione dei 70 anni dalla prima riunione dell’Assemblea comune della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), istituita nel 1952 e composta da 78 parlamentari nominati dai parlamenti nazionali degli Stati membri. Nel 1958, in seguito alla creazione della Comunità economica europea e della Comunità europea dell’energia atomica, l’Assemblea comune della CECA fu ampliata e ribattezzata “Assemblea parlamentare europea”. Nel 1962 ha adottato il nome di “Parlamento europeo”.
Cari Primi Ministri,
Cari Presidenti dei Parlamenti nazionali,
Cari Colleghi,
Nel 1952, qui a Strasburgo, Paul-Henri Spaak presiedette l’apertura della prima sessione in assoluto dell’Assemblea comune della Comunità europea del carbone e dell’acciaio. È stato il punto di partenza dell’attività plenaria di questa istituzione.
In 70 anni, l’Assemblea è cresciuta sempre più forte. Nel 1962 ha cambiato nome diventando “Parlamento europeo”. Nel 1973 ha aperto il suo primo emiciclo istituzionale in Lussemburgo, dove tuttora siedono molti membri del personale del tempo ancora siedono. Nel corso degli anni, l’attività delle commissioni parlamentari e dei gruppi politici è cresciuta a Bruxelles, poiché l’aumento dei poteri è arrivato di pari passo con la responsabilità di esercitare un maggiore controllo sulle altre istituzioni dell’Unione europea.
Questa istituzione incarna la riconciliazione europea.
È importante essere oggi qui in Alsazia come simbolo vivente di quanta strada abbiamo fatto. Il simbolismo è importante, ma questa casa lo è molto di più.
Nel corso degli anni, i trattati hanno consentito alla nostra casa della democrazia di trasformarsi in un foro politico potente, indipendente, con poteri colegislativi e di bilancio che hanno un impatto su milioni di cittadini europei. Una casa politica che protegge i migliori interessi dei cittadini. Una casa politica riflette e amplifica la voce di 500 milioni di persone.
Oggi il Parlamento europeo è diventato l’unico parlamento al mondo transnazionale, pluripartitico, multilingue ed eletto direttamente.
I suoi 705 membri eletti direttamente sono l’espressione dell’opinione pubblica europea.
Con una guerra illegale in corso in Ucraina che distrugge, uccide e mina la volontà politica di un popolo, ci viene ricordata ancora una volta l’importanza di sostenere la voce democratica dei cittadini e i valori europei democratici che questa casa rappresenta.
Ed è per questo che è importante celebrare il 70° anniversario del Parlamento europeo.
È importante che ci fermiamo a riflettere sui nostri risultati: convincere gli europei a cercare e trovare un compromesso e a unirsi per adottare un’agenda comune a vantaggio di tutti noi. Il risultato di aver reso il nostro spazio condiviso un po’ più sicuro, un po’ più giusto, un po’ più equo. Il risultato di aver creato un’unione di diritti, di valori, di solidarietà, di uguaglianza, di pace, di speranza.
Dalle ceneri della guerra abbiamo trovato la saggezza, il coraggio e l’umanità per scegliere di restare uniti, abbattere muri e unire popoli e nazioni. Insieme possiamo continuare la nostra missione per affrontare le disuguaglianze generazionali, combattere la povertà paralizzante, mantenerci più sicuri e garantire la nostra sicurezza, garantire pari opportunità, combattere la discriminazione, difendere le donne, mostrare alla nostra comunità LGBTIQ che questa è veramente una zona di libertà, per creare un quadro per la prosperità e la crescita economica, per sconfiggere il cambiamento climatico, per contribuire a creare posti di lavoro – per garantire dignità a tutti.
Non sono qui per dire che siamo perfetti. Non lo siamo. I nostri processi a volte sono frustranti. Il progresso non è sempre abbastanza veloce, o abbastanza profondo o abbastanza facile.
Dobbiamo continuare a riformarci, continuare a spingere per un cambiamento positivo, giorno dopo giorno.
Ma sono orgogliosa dei nostri risultati, del nostro stile di vita, dell’Europa come faro della difesa della democrazia. Del modo in cui non siamo mai stati indifferenti. Di come non abbiamo mai distolto lo sguardo.
Amici, l’Europa è la risposta a tante domande che la nostra gente ci pone. È uno stile di vita e un modo di vivere.
Non è un caso che la bandiera dell’UE sia stata issata su Kherson dopo tanti mesi di brutale occupazione. È perché simboleggia la speranza, il coraggio e la fede.
Questa è l’eredità della nostra Europa. L’eredità di questa casa. L’eredità degli ultimi 70 anni.
È in questa veste che i membri di questo Parlamento – che sono onorata di presiedere – si riuniscono per votare democraticamente ogni mese a Strasburgo.
È per il rispetto dei diritti umani che questo parlamento conduce una lotta per i popoli vicini che lottano per la democrazia.
Ed è per onorare le attuali esigenze dei nostri cittadini europei duramente colpiti dall’inflazione e dal costo della vita che continueremo a cercare, ancora e ancora, soluzioni alle nostre sfide comuni.