I profani del mercato degli smartwatch sono convinti che il protagonista indiscusso di questo universo sia l’Apple watch, e in effetti, secondo i dati di una recente classifica risalente a settembre del 2022, Apple mantiene la vetta della classifica con 8,4 milioni di orologi spediti, ovvero il 26,4 per cento del mercato. Ma tantissimi altri marchi sono in crescita e seguono un trend che va stanziandosi più o meno dappertutto: pensiamo all’India, dove Noise è cresciuto del 382 per cento arrivando a 1,8 milioni di dispositivi venduti, e a Huawei in Cina, al terzo posto in classifica. Il 2020 si era concluso con la dichiarazione da parte di LiuJo Luxury, la brand extension di gioielli e orologi dell’omonimo marchio, del lancio del suo primo smartwatch. La decisione di investire in questo segmento era arrivata dopo che nel 2019 l’istituto di analisi GFK aveva riportato un +64 per cento per la categoria. Scandagliando le funzioni di questi oggetti, scopriamo ben presto che sono sempre più specialistici e settoriali, veri e propri supporti tecnici pensati e declinati per prendersi cura del benessere del corpo.
L’Apple watch SE prevede il rilevamento automatico del lavaggio delle mani e delle cadute, nuovi allenamenti, l’accelerometro, il giroscopio e l’altimetro, peraltro già presenti nelle precedenti edizioni. Il Huawei Watch Gt 2 diagnostica i sei disturbi del sonno più comuni e assegna una valutazione in base alla qualità generale delle ore di riposo, oltre a tracciare quotidianamente una soglia dello stress, calcolare il conteggio dei passi e quante calorie vengono bruciate.
Proseguendo, lo smartwatch Garmin rappresenta uno sguardo sempre connesso ai microscopici smottamenti dell’organismo: rileva la quantità di ossigeno nel sangue, lo stress, l’aumento di peso. Se ci si trova in presenza di una gravidanza, si può risalire ai dati e alle statistiche raccolti dall’orologio negli ultimi mesi o anni. Dice il creative leader Todd Register: «Volevamo creare qualcosa che fosse importante e necessario alla persona anche mentre dorme. Non è neppure necessario guardarlo o cliccarci sopra, lui agisce secondo le sue funzioni. Qualsiasi cosa succeda al corpo viene registrato dall’orologio».
In realtà, Garmin è interessata anche e soprattutto all’attività sportiva, concepita non solo come semplice corsa per mantenersi in forma, bensì come passione ed esperienza dagli esiti quasi estremi. Dalla metà di ottobre è stata lanciata la seconda generazione di Marq, i cinque nuovi luxury tool watch: l’Aviator include il database degli aeroporti e i rapporti meteo, il Golfer ha 42.000 campi da golf pre-caricati, il Captain contiene la segnalazione dei cambi di marea e il timer di regata. I colori stessi rimandano alla dimensione selvaggia dell’approccio sportivo: verde militare, marrone, blu.
Allo scopo di inserirsi nel settore del lusso, questo mercato in crescita collauda due strade parallele: da una parte contribuisce a creare un oggetto esclusivo e dall’altra diffonde la sua storia, forma gli acquirenti ad amarne il processo creativo. Questa strategia può avvenire soltanto all’interno di mercati retail, cioè nei punti vendita fisici, dove il personale specializzato guida alla scoperta del prodotto e delle sue peculiarità.
Nel caso di Garmin, ad esempio, trasmettere le origini degli orologi è imprescindibile al gesto dell’acquisto: l’azienda è nata tra i comparti della marina e dell’aviazione, al servizio di dispositivi Gps, e solo nel tempo ha convertito le competenze scientifiche in qualità estetiche. Dall’altra, colma una necessità sempre più trasversale: monitorare la propria salute, coccolare il corpo, ascoltarlo, capirlo e non sottoporlo a ritmi o ad abitudini dannosi.
La bellezza e l’armonia incontrano la funzionalità, o meglio, un segmento culturale da esplorare e annettere al proprio tessuto quotidiano anche se non ne siamo ancora avvezzi. Laddove l’uso di uno smartphone è pressoché obbligato, lo smartwatch diventa invece un oggetto di valore, sempre più indotto da gusti e determinazioni personali.