Anche chi si dice disinteressato all’astrologia, in realtà tende l’orecchio quando se ne parla. Oltre a trattarsi di una moda, di una tendenza, rappresenta oggi un enorme deposito di conoscenze psicologiche. Si tratta di un celato desiderio di spiritualità, che oltre a compensare il lato di noi più materialista e in linea coi turbolenti tempi che corrono, si presta a linee estetiche e a progetti artistici visionari.
Come nel caso di Giulia Tamburini, che dedica la sua ultima linea di gioielli proprio ai segni zodiacali. Ciondoli, catenine incisi a mano con la tradizionale tecnica detta a bulino: una punta di ferro con cui si scava a mano attraverso la tecnica degli antichi orafi fiorentini – Firenze è infatti la patria per antonomasia di questo tipo di artigianato.
Sì, perché quello di Giulia Tamburini non si limita a essere un atelier permanente di gioielli, ma un vero e proprio laboratorio. Sbirciando tra le varie collezioni esposte, ci si imbatte nell’angolo manifatturiero, dove le pietre vengono lavorate una ad una grazie all’estro e alla precisione millimetrica di Giulia e del resto del gruppo. «Oggi si è dimenticata l’esperienza del gioiello su commissione. Invece qui si arriva per decidere, per prendere parte al processo creativo», ci racconta. Delineare insieme all’orafo ciò che si vorrebbe trovare inciso su una pietra e immaginare anelli, collane, bracciali significa dare respiro ai propri desideri e vederli realizzati. Significa diventare proprietari di qualcosa di unico. Nell’epoca della mercificazione diventa un privilegio, si abita, anzi, si indossa una porzione segreta e privata che va tutelata e protetta. Laddove si manifesta, infatti, contiene il valore inestimabile dell’autenticità.
La pietra incassata presenta sul davanti la figura del segno zodiacale, sul retro il disegno della costellazione, ossia l’aggruppamento apparente di stelle sulla volta celeste appartenenti a ciascuna delle personificazioni astrologiche. La pietra, ci spiega Francesco Tamburini, è stata fermata a gioiello attraverso l’incassatura “a baffi”: si inserisce la pietra nel castone – un piccolo cilindro cavo – e la si ferma con dei riccioli di metallo, i cosiddetti baffi appunto, ottenuti con il bulino nel bordo che circonda la pietra. Ogni segno zodiacale ha la sua pietra naturale associata: dagli zaffiri agli smeraldi, dai rubini ai diamanti, dal granato all’ametista al topazio che impreziosiscono ogni ciondolo e lo rendono più simile a un amuleto da portare al collo che una semplice collana.
Inoltre, il disegnatore Ettore Tripodi ha contribuito a un’aggiunta artistica che rende i gioielli ancora più iconografici: essi pendono, infatti, da una cartolina concepita e realizzata direttamente da lui, che si accompagna alla catena, e che oltre a fungere da sfondo colorato ed esoterico, sono perfetti biglietti su cui appuntare una frase, prima di regalarli. E perché no, anche se si tengono per sé.
Un’ultima curiosità? I segni non sono dodici, come siamo abituati a pensarli all’interno della rappresentazione tradizionale dello zodiaco. Giulia Tamburini ne ha aggiunto uno, che sfugge alle antiche gerarchie astrologiche e fa parte dell’emisfero australe. Se volete sapere qual è, correte in viale Piave 5.