Tra le aziende virtuose che investono in arte e cultura non per marketing, ma perché ci credono davvero, c’è senz’altro il Gruppo Margaritelli, che dà lavoro a quasi settecento persone nel mondo e di cui fa parte anche il brand del legno di design Listone Giordano. Dopo la puntata introduttiva e la chiacchierata con Bruno Paneghini, abbiamo intervistato Andrea Margaritelli, l’uomo che ha codificato e istituzionalizzato il ruolo dell’arte in azienda e che da vent’anni guida la Listone Giordano.
Classe 1969, è un appassionato di storia e arte, ha studiato ingegneria civile strutturale prima di entrare a metà degli anni Novanta nel gruppo industriale di famiglia. Insieme al padre, nel 2000 ha costituito la Fondazione Giordano, think tank di innovazione culturale per l’azienda, di cui oggi è presidente. Dal 2018 è anche presidente dell’Istituto nazionale di architettura (IN/ARCH).
Andrea Margaritelli introduce il racconto della propria esperienza con una frase potente e forte, che torna più volte: «Il fare azienda non è sinonimo del solo fare affari: c’è molto altro e di più». Questa visione, ereditata negli anni dalle generazioni (tre) che l’hanno preceduto, plasma da sempre il modo di intendere l’azienda e il suo sviluppo. Del resto il nonno ha lasciato tutto ai figli per dedicarsi alla sua passione per la viticoltura, mentre il padre ha il merito di aver costruito un avveniristico e mimetico stabilimento dell’azienda in mezzo alle vigne (progetto dello Studio ABDR selezionato anche dalla XIII Biennale di architettura di Venezia).
Ad Andrea Margaritelli il compito di traghettare nel terzo millennio l’azienda attraverso il rafforzamento e la razionalizzazione del ruolo dell’arte e della cultura in Italia. Nel 2000 il passaggio generazionale con il padre prende la forma della Fondazione Guglielmo Giordano, intitolata al celebre tecnologo del legno con cui a metà degli anni Ottanta fu sviluppato il brevetto “Listone Giordano”.
Come spiega l’imprenditore, la fondazione di cui ora è presidente «fu un modo per strutturare e cementare questo latente ma costante e trasversale rapporto arte-cultura-impresa. Nel Consiglio della fondazione siedono ancora oggi diversi membri della famiglia Margaritelli, insieme a discendenti del professor Guglielmo Giordano, affiancati da un autorevole comitato scientifico. La fondazione con gli anni è però diventata sempre più il principale motore non soltanto della cultura del legno del mondo, ma anche della profonda integrazione tra cultura e impresa. Possiamo dire che questi elementi sono ora il reale collante identitario dell’azienda e garanzia della crescita inter e intra-generazionale (oggi l’azienda è guidata da diversi esponenti della quarta generazione, con una quinta che si è appena affacciata, ndr)».
A partire dagli anni 2000, Andrea Margaritelli ha costruito una eclettica strategia di supporto all’arte e alla cultura incentrata sul concetto di “Natural Genius” per cui l’azienda appoggia e promuove a trecentosessanta gradi qualsiasi esperienza culturale e artistica palesi l’infinito ingegno umano. «L’arte è quel qualcosa che manifesta l’infinito ingegno umano a prescindere dal tempo e dalla specifica materia lavorata», spiega Margaritelli. Nel 2006, in seno alla Fondazione, sorge così un progetto che doveva essere un unicum dal titolo “Natural Genius”.
Nacquero così due grandi eventi al Guggenheim di New York, finalizzati a evidenziare il profondo connubio tra genialità e natura. Dal successo di tale esperienza scaturì una mostra itinerante di manufatti artistici (grandi quadri volti ad evidenziare lo spirito contemporaneo delle superfici in legno) realizzati da cinque importanti esponenti del design italiano portatori di sensibilità ed esperienze anche molto diverse tra loro: Michele De Lucchi, Massimo Iosa Ghini, Matteo Nunziati, Enzo Calabrese, Marco Tortoioli Ricci. Piacquero così tanto che la Listone Giordano decise di aprire e dedicare un’omonima nuova linea di prodotti, Natural Genius, cui oggi è riconosciuto un merito storico: quello di aver dato origine al rapporto organico tra superfici in legno e design.
Da quel momento in poi il binomio arte/cultura-azienda si è sempre più rafforzato, arrivando a plasmare l’intera strategia di cultura dentro e fuori l’azienda. Negli anni prende così forma il progetto Misa, Museo internazionale di scultura per le aziende, che ha interessato nello specifico lo stabilimento di Miralduolo e la cantina Terre Margaritelli: ora accolgono opere diffuse di Franco Repetto, Ignazio Fresu, Giacomo Filippini, Gerry Grotti, Bruno Petronzi. Altri lavori sono invece conservati presso la vicina sede della Fondazione Giordano a Villa Spinola, dimora storica immersa in un parco secolare alle porte di Perugia. Qui troviamo opere di artisti moderni e contemporanei come Emilio Greco, Enrico Castellani, Duca, Michele De Lucchi, Emanuel Gargano, affiancate a capolavori del passato come la singolare pergamena autografa dell’imperatore Carlo V decorata di finissime miniature di frutti e animali o il celebre Bambin Gesù delle mani, dipinto dal Pinturicchio nel 1492.
I dipendenti non lavorano tutti in mezzo alle opere d’arte dell’azienda, presenti in misura contenuta al di fuori dello stabilimento principale in Umbria. Tuttavia, tutti – senza eccezioni – sono coinvolti nei progetti artistici-culturali che l’organizzazione promuove. Per i lavoratori l’assiduità e la costanza con la quale l’azienda supporta i progetti culturali e artistici è diventata parte integrante dell’identità aziendale. Senza dubbio alimenta un forte senso di appartenenza, in quanto sottolinea la dimensione umana dell’attività di impresa ed è per tutti fonte di ispirazione e stimolo alla creatività.
Ciò avviene non solo tramite canali digitali dedicati, ma anche grazie a iniziative di coinvolgimento attivo dei dipendenti in progetti culturali. Nel 2021, trenta dipendenti sono stati coinvolti in attività di supporto ai progetti della Fondazione durante l’orario di lavoro per la preparazione del Green table 2021, forum internazionale su architettura e design sostenibili. Non solo: oltre trecento persone impegnate nello stabilimento di Miralduolo hanno poi scelto di partecipare a vari momenti della manifestazione (extra lavorativi), quali concerti serali o specifiche tavole rotonde.
Negli anni, mentre l’impegno nell’arte aumenta, si fa anche strada un inedito e originale approccio al sostegno dell’arte e della cultura. Tranne i casi sopracitati, negli anni la società ha preferito sostenere progetti culturali, quasi performativi ed esperienziali, per cui – come ci tiene a precisare Margaritelli – «il possesso delle opere non è il perno del nostro agire. È una lezione che come sempre capita nella nostra azienda mi viene dal passato e dal conoscere e rispettare la natura e gli alberi, per noi così importanti. Gli alberi e il benessere, che da essi deriva, sono proprietà di tutti e lavorare con gli alberi rappresenta un esercizio continuo di umiltà e di rispetto per il passato che si tramanda al futuro. Nessuno in fondo è vero proprietario di nulla, ma tutti siamo invece custodi di tutto».
Per custodia, specifica Andrea Margaritelli, «intendo l’impegno a trasferire a chi verrà dopo di noi quello che a nostra volta abbiamo ereditato, possibilmente migliorato, fosse anche solo di poco». Prendono così forma negli ultimi quindici anni esperienze artistiche multisensoriali ed eclettiche per cui l’azienda è riuscita persino a far suonare gli alberi di una foresta (“Resonating Trees”, nel 2018 con il giovane sound artist Federico Ortica sotto la regia di Marco Tortoioli Ricci) o ha realizzato una rassegna di concerti di musica classica all’interno del nostro stabilimento industriale in Umbria, come simbolica reazione al fermo delle attività culturali in presenza imposto dalla crisi pandemica “L’arte del fare” nel 2020-2021 con Umbria Ensemble)».
Proprio per questo appare lontanissimo qualsiasi progetto di musealizzazione. Nel futuro l’azienda si vede sempre più fluida promotrice del genio umano a tutto tondo: «Il futuro è sinonimo per me di consapevole dinamismo», conclude Andrea Margaritelli. «Abbiamo il dovere come individui e come azienda di rimanere aperti a nuove possibilità da esplorare e promuovere liberamente, anche e soprattutto in ambito culturale e artistico, che per me sono la stessa cosa. È fondamentale nel contesto in cui viviamo imparare a rendere possibile un futuro migliore, che per noi significa rendere sempre più evidente il Natural Genius che ci circonda. Non bisogna autolimitarsi né porre limiti all’immaginazione e anche ai sorprendenti percorsi del caso».