C’è un «pentito» nell’indagine sulla presunta corruzione dal Qatar al Parlamento europeo, scrive Repubblica. Dopo quattro giorni, sei interrogatori e una sfilza di sequestri e uffici sigillati, una delle persone toccate dall’indagine – di cui non si conosce il nome – si è fatta avanti con la procura belga e sta collaborando con gli inquirenti. Sarebbe una testimonianza decisiva per illustrare la rete di Antonio Panzeri, spiegare le attività della sua ong “Fight Impunity” e stilare un elenco di tutto quelli che hanno collaborato con l’ex parlamentare in quella che ormai chiamano “Italian Connection”.
Nella casa di Panzeri a Calusco D’Adda, ieri la Guardia di Finanza ha trovato 17mila euro in contanti e alcuni orologi di valore. E sulla base delle indicazioni del «pentito», la polizia belga ha fatto partire nuove perquisizioni, inviando un gruppo di gendarmi anche a Strasburgo durante la sessione plenaria del Parlamento. Dove sono stati apposti i sigilli ai computer del collaboratore di Antonio Cozzolino e dell’assistente di Alessandra Moretti. E a quello di una funzionaria del parlamento: Mychelle Rieu, responsabile di unità della sottocommissione Diritti Umani.
I deputati con un coinvolgimento più evidente e con incarichi di rilievo alla fine hanno deciso di autosospendersi: Andrea Cozzolino da coordinatore delle urgenze, Pietro Bartolo (“Se le accuse sono vere devono rinchiuderli e buttare le chiavi nella fossa delle Marianne”) da relatore ombra per il dossier della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe), la belga Maria Arena si è dimessa da presidente della commissione per i diritti umani, il suio connazionale Marc Tarabella dal gruppo stesso. Ma certo non sono mancate lo scambio di accuse. E il dito finiva sempre contro la delegazione italiana. Oggi l’Assemblea discuterà il caso e entro giovedì voterà anche sulla destituzione di Eva Kaili dalla vicepresidenza.
Luca Visentini, il segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (Etuc) fermato con tutto il gruppo la settimana scorsa, è il solo a essere stato rilasciato dopo gli interrogatori. A Repubblica, Visentini dice che «il punto erano proprio le mie collaborazioni con Fight Impunity che sono state equivocate. L’associazione era riconosciuta dal Parlamento europeo, aveva nel board personaggi influentissimi, si occupava di difesa dei diritti umani. A quanto pare, in base alle indagini in corso, sembrerebbe una organizzazione criminale finanziata dal governo del Qatar per corrompere in particolare i membri dell’Europarlamento e per indurli a prendere posizioni più favorevoli nei confronti del governo del Qatar. Ma io nulla potevo sapere».
Il Corriere della Sera spiega che il giudice istruttore Michel Claise sta ricevendo assistenza giudiziaria dal pm di Milano Fabio De Pasquale. Secondo le prime risultanze investigative, a Panzeri sarebbero intestati alcuni conti correnti con liquidità importanti. Oltre che immobili difficilmente acquistabili soltanto con il lavoro di europarlamentare.
Niccolò Figà-Talamanca e Francesco Giorgi sono gli altri due nomi collegati a Panzeri nell’inchiesta. E ieri altri quattro italiani hanno visto sigillarsi gli uffici o sequestrare i telefoni. Tra questi c’è Davide Zoggia, ex sindaco di Jesolo e fedelissimo di Pier Luigi Bersani. Poi c’è Giuseppe Meroni, ex assistente di Panzeri. Infine ci sono Donatella Rostagno e Federica Garbagnati. La prima è un’esperta di Medio Oriente. Collaborava con Panzeri, ora con l’europarlamentare Maria Arena. Ma soprattutto, è componente del board della Ong “Fight Impunity”. Garbagnati invece è collaboratrice di Alessandra Moretti.
Ma da Strasburgo è partito anche un attacco a una parte della Commissione, in particolare a al vicepresidente greco, Margaritis Schinas. Tutto nasce da un suo viaggio istituzionale nella scorsa primavera a Doha e di una foto postata su Twitter con la connazionale Kaili. Verdi e Sinistra hanno chiesto chiarimenti. Il commissario ha risposto sottolineando che si tratta di una missione istituzionale con il segretario generale dell’Onu. E anche che la foto con Kaili non era stata preventivata.