La riforma della giustizia è «una delle ragioni per le quali è nato questo governo», e non si tocca. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi parla al Corriere del tema caldo degli ultimi giorni. La premier Giorgia Meloni pubblicamente ha sostenuto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ma ha anche detto che non vuole scontri con i magistrati.
E a chi nella maggioranza teme che il «garantismo» di Nordio sia un segnale di cedimento nella lotta alla mafia e non solo, Berlusconi risponde: «L’idea che essere garantisti significhi essere meno fermi nella lotta alla mafia è semplicemente assurda. Glielo dice un uomo che dopo aver reso permanente nel 2002 il carcere duro, cioè il 41bis, per i mafiosi, nell’ultima esperienza da premier nel 2011 guidò un governo che sequestrò alle cosche beni per 18 miliardi di euro, fece arrestare 6.754 mafiosi compresi 29 dei 30 latitanti più pericolosi. Ne mancava uno e si chiamava Matteo Messina Denaro catturato oltre dieci anni dopo… Altro che cedimento: il fatto che si continui a ripeterlo dimostra soltanto quanta faziosità, quanta falsità e quanta incultura giuridica esistano in alcuni settori, per fortuna minoritari, della magistratura, del giornalismo e naturalmente della politica».
Quindi nessun passo indietro sulla riforma Nordio. «Noi sosteniamo con assoluta convinzione le riforme annunciate dal ministro Nordio», dice Berlusconi. «La riforma della giustizia è una delle ragioni per le quali è nato questo governo. Una riforma che non è certo contro la magistratura, anzi è dalla parte dei magistrati seri e corretti, che sono la grande maggioranza. Non esiste alcuna questione politica nella maggioranza su questo. Il ministro Nordio è stato voluto dal presidente del Consiglio che gli ha ribadito anche in questi giorni il suo appoggio. Il centrodestra è unito e proprio su questi temi lo ha dimostrato pochi giorni fa in Parlamento».
E sulle intercettazioni? «È molto semplice: non possiamo trattare ogni cittadino come se fosse un sospetto mafioso», risponde il Cavaliere. «Il diritto alla privacy di ciascuno di noi è fondamentale. Può essere sacrificato solo in casi eccezionali e per ragioni gravissime. L’idea che “non esistano innocenti, ma solo colpevoli non ancora scoperti”, come diceva uno dei protagonisti di “Mani pulite”, è un incubo orwelliano, è il simbolo del male che vogliamo combattere».
Berlusconi parla poi anche degli altri dossier che agitano la maggioranza. Sull’autonomia differenziata dice: «Noi siamo un grande partito nazionale, non possiamo permettere che su questo tema vi siano contrapposizioni territoriali. L’autonomia è una giusta esigenza che deve valorizzare tutti, Sud e Nord, senza dimenticare il Centro e la Capitale, non certo privilegiare qualcuno a discapito di altri». E sul presidenzialismo: «Va realizzato con il concorso di tutti, anche delle opposizioni, che però non hanno un diritto di veto. Su strumenti ad hoc per le riforme non sono pregiudizialmente contrario, ma vedo il rischio di un forte allungamento dei tempi. Le procedure ordinarie probabilmente consentono di marciare più spediti».
E ancora, su fisco e pensioni: «L’impegno a ridurre la pressione fiscale e a portare le pensioni minime a 1.000 euro per noi rimane fondamentale, anche per incentivare la ripresa. Certo, sono impegni di legislatura, come la detassazione dei contratti di primo impiego e l’abolizione delle autorizzazioni preventive, che devono essere realizzati nei cinque anni».
Intanto i benzinai scioperano. «Sbagliato, perché penalizza i cittadini incolpevoli», dice Berlusconi. «Però va detto che i benzinai sono stati ingiustamente indicati come speculatori per un andamento dei prezzi che non dipende da loro».
Intanto Berlusconi guarda alle regionali: «Il segnale politico delle regionali sarà una nuova importante vittoria del centrodestra, non solo in Lombardia ma anche nel Lazio, una vittoria che dimostrerà la vitalità della formula politica alla quale abbiamo dato vita da quasi trent’anni. E in questo ambito, Forza Italia ha un ruolo e un compito insostituibili».