Dal palco del pienissimo Auditorium San Fedele (capienza massima di 450 posti raggiunta in pochi minuti la mattina, con molte persone trovatesi a stare in fila anche due ore prima di poter entrare e molti invece costretti ad andarsene), sembra che qualcosa sia successo per davvero. O, ad essere più realisti del Re, che qualcosa stia per succedere di qui a poco. Interessante, in questa chiave, lo scatto in avanti di Carlo Calenda che, a dir la verità, è arrivato in maniera del tutto inattesa. Uno slancio che in pochi prevedevano prima di questa iniziativa e che sembra davvero accelerare i tempi per la nuova casa politica di tutti i libdem nostrani. Insomma, per una Renew italiana collegata in Europa con il partito democratico europeo e con Macron.
«Lasciamo passare le Regionali e diamoci appuntamento a marzo-aprile per un manifesto valoriale. Entro giugno-settembre, lanciamo una vera e propria assemblea costituente con tutti quelli che ci vogliono stare e con le opportune rappresentanze dei partiti già esistenti, delle associazioni e della società civile. Poi, avanti con il radicamento nel territorio e con la proposta unitaria per le Europee del 2024», sono state le parole con le quali nella fase finale del suo intervento, leader di Azione, si è rivolto alla platea e ai promotori. E, al netto degli opportuni e doverosi distinguo, sembra che questa prospettiva possa essere un buon punto di incontro per tutti coloro che si sentono coinvolti in questo ambizioso processo.
E bene ha fatto Calenda a soffermarsi anche su alcuni aspetti concreti, magari un po’ antipatici da sentir dire durante un incontro di questo tipo, per individuare fin da subito le regola di convivenza con cui verranno determinati i rapporti all’interno di questa eventuale casa comune. Perché se si decide di partire insieme in questo percorso, non ci può essere poi qualcuno che, verso l’autunno, ne prende le distanze magari per rifondare qualche partitino e ricominciare da capo solamente perché non si è fatto come voleva lui. Anche a causa di rischi come questo, pare non essere tramontata, almeno per ora per Più Europa, l’ipotesi di una semplice lista elettorale in vista delle Europee anziché una nuova costituente.
Di questo, fanno sapere i diretti interessati, se ne parlerà fin da subito. A partire dal prossimo evento nazionale dei liberal-democratici che dovrebbe tenersi nelle prossime settimane a Bologna. Perché se qualcuno nei partiti sembra volerci andare con molta cautela, tra i promotori di questa iniziativa invece sembrano avere le idee molto chiare: radicamento nel territorio sia sul piano regionale che provinciale, superamento delle attuali sigle, partito unitario con classe dirigente e rappresentanze stabilite da congressi democratici, nessuna paura nei confronti delle inevitabili correnti di partito e proposta politica unica in vista delle Europee.
Quella emersa dall’iniziativa di Milano sembra essere la road map di chi non ha niente da perdere e che ha deciso di provare ad andare oltre. Ma si sa, la politica è una partita a scacchi. E durante l’iniziativa di sabato a Milano, oltre ad un buon numero di alfieri e a tanti pedoni pronti ad impegnarsi nei territori per portare ovunque questa nuova visione di Paese, ce ne erano parecchi anche di Re che però, almeno stavolta, hanno la storica opportunità di dimostrare di saper costruire insieme qualcosa di davvero importante.