Il vero motivo per cui dovrebbe nascere in fretta un partito unico liberaldemocratico italiano è aiutare il povero elettore allergico ai bipopulismi e confuso dalla selva di sigle riformiste a non disperdere il proprio voto. Tra Partito democratico europeo, Renew Europe, Alde, PiùEuropa, Azione, Italia Viva, costituenti, convenzioni e movimenti, anche il più stoico lettore de Linkiesta vacilla.
Ma qual è la differenza tra questi raggruppamenti politici?
Partiamo da Renew Europe: il gruppo politico del Parlamento Ue formatosi dopo le elezioni europee del 2019. Si tratta di un grande contenitore politico che permette a diversi eurodeputati di centrodestra, centro o centrosinistra che in patria si definiscono “liberali” di votare in modo unitario nelle commissioni e in Aula, dopo aver concordato di volta in volta una linea comune. È lo stesso Parlamento europeo a spingere gli eurodeputati a unirsi in macro raggruppamenti per evitare che i parlamentari votino in base a interessi nazionali. Finora sono 103 gli eurodeputati che hanno aderito a Renew Europe, tra cui l’italiano Nicola Danti.
Sono 70 anni che gli eurodeputati liberali si riuniscono in un gruppo comune al Parlamento europeo, ma col passare del tempo è cambiato più volte il nome in base a esigenze politiche. Si è passati dal “Gruppo dei Liberali e Apparentati” del 1953 al “Gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa”, denominato così dal 2004 al 2019.
Dal 2019 questo eurogruppo si chiama Renew Europe e al suo interno è formato da altri due grandi raggruppamenti: Alde e Partito democratico europeo.
Chiariamo subito un possibile equivoco: com’è possibile che un gruppo nato per riunire tanti eurodeputati di partiti nazionali abbia al suo interno altri due macro raggruppamenti? Questa matrioska politica esiste per rappresentare le diverse posizioni che ci sono all’interno del mondo liberaldemocratico. Alcuni partiti liberali dei 27 stati membri hanno un approccio più laico, altri si rifanno alle radici cristiane, altri ancora vengono dalle esperienze radicali.
Per esempio il Partito democratico europeo nato nel 2004 su iniziativa di François Bayrou e Francesco Rutelli, allora leader de La Margherita, si ispira ai valori di un europeismo centrista con forti radici cristiane i cui componenti si definiscono né conservatori, né socialisti. Dal 5 maggio 2021 il segretario generale del Pde è Sandro Gozi, eletto eurodeputato con La République En Marche, il partito centrista di Emmanuel Macron. Fanno parte del Pde l’Unione dei Centristi. Anche Italia Viva e Azione hanno deciso di aderire al Pde.
Mentre l’Alde, il Partito dell’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa, nato nel 1973 riunisce i partiti liberaldemocratici classici che vengono anche dalla storia radicale o laica. Come il Partito liberale tedesco, i centristi spagnoli di Ciudadanos (Spagna) o i liberali radicali svizzeri. Non a caso anche PiùEuropa e i Radicali italiani hanno aderito all’Alde.
Inoltre il Pde e Alde hanno una vita propria al di fuori del Parlamento europeo; organizzano eventi e convegni transnazionali, coordinano l’attività dei partiti aderenti anche alle elezioni nazionali. Mentre Renew Europe funziona solo (si fa per dire) per gestire al meglio l’attività degli eurodeputati.
All’interno di Renew Europe ci sono anche alcuni partiti che non fanno parte né di Alde, né del Pde come Renaissance, il nuovo partito di Emmanuel Macron nato sulle ceneri de La République En Marche o il partito polacco Polska 2050. Così come hanno aderito singoli eurodeputati fuorisciti da altri gruppi del Parlamento europeo: la slovacca Lucia Ďuriš Nicholsonová che faceva parte dei Conservatori e Riformisti (ECR), l’eurogruppo di cui fa parte Fratelli d’Italia), oppure Marco Zullo, eletto dal Movimento 5 stelle che non faceva parte di alcun gruppo e siedeva tra in Non Iscritti.
Per districarci in questi diagrammi di Eulero-Venn dobbiamo pensare che un singolo politico può far parte di tre formazioni: il partito nazionale, il partito europeo e il raggruppamento al Parlamento europeo. Per esempio Nicola Danti è allo stesso tempo membro di Italia Viva, del Partito democratico europeo e di Renew Europe. Invece Benedetto Della Vedova è allo stesso tempo leader di PiùEuropa e membro di Alde, ma non di Renew Europe, perché non è eurodeputato.