La risposta a MedvedevNuove armi all’Ucraina e sì ai visti per i cittadini russi, dice Crosetto

«Solo se l’Ucraina reggerà l’impatto di un nuovo attacco può darsi che si creino le condizioni per provare finalmente a sedersi e a dialogare. Ma il dialogo sarà difficile», spiega il ministro della Difesa. «Dobbiamo continuare ad aiutare l’Ucraina perché non ci sono alternative, però possiamo cambiare qualcosa per dimostrare al popolo russo cos’è l’Occidente. Libertà, democrazia, pace»

Al vicepresidente del consiglio di sicurezza russo Dimitri Medvedev che lo ha definito uno «sciocco raro», il ministro della Difesa Guido Crosetto ha risposto su Twitter: «Se è sciocco aiutare una nazione aggredita a difendere la sua esistenza, lo sono. Lo avrei fatto anche a parti invertite. Medvedev pensi a metter fine alla guerra».

«Mi lascia indifferente, ho preferito rispondergli con il giusto tono, che bisogna tenere nei rapporti istituzionali tra due Paesi importanti», racconta in un’intervista al Corriere. «Se i carri armati russi arrivano a Kyjiv ci sarà la Terza guerra mondiale», aveva detto il ministro, che ribadisce: «Ho solo spiegato che se l’obiettivo di quella che i russi hanno chiamato Operazione militare speciale era conquistare Kyjiv, occupare l’intera Ucraina e portare i carri armati ai confini dell’Europa, la responsabilità dell’escalation non poteva essere attribuita ad altri. Si vede che Medvedev si è infastidito perché ho semplicemente cercato di spiegare la verità, partendo da dati di realtà».

Crosetto dice che «dobbiamo trattare la vicenda come la stiamo trattando, aiutando l’Ucraina a difendersi e a ripristinare il diritto internazionale sul suo territorio. Ma penso anche che sia sbagliato trattare tutto il popolo russo come fosse un nemico. Non ho mai condiviso chiusure verso gli artisti, gli sportivi, la popolazione civile. Dobbiamo lasciare dei canali di dialogo aperti». Ovvero: «Un canale verso il popolo russo, non verso le élite politiche che cercano lo scontro. La settimana scorsa alcuni ambasciatori europei si sono riuniti a Mosca e si sono chiesti perché negare i visti ai cittadini russi. Sarebbe meglio che le persone venissero in Europa anche per ascoltare una voce diversa. Dobbiamo continuare ad aiutare l’Ucraina perché non ci sono alternative, però possiamo cambiare qualcosa per dimostrare al popolo russo cos’è l’Occidente. Libertà, democrazia, pace».

Sul sesto decreto di aiuti militari all’Ucraina Crosetto non dà dettagli. Dice solo che «stiamo inviando quello che gli ucraini ci hanno chiesto per difendersi dagli attacchi missilistici che stanno colpendo principalmente obiettivi civili e infrastrutturali. In questo decreto, cosa che purtroppo non interessa nessuno, abbiamo messo anche tende riscaldate, vestiario e una quantità enorme di generatori per fornire energia elettrica a milioni di persone».

Intanto «alcune nazioni hanno deciso di fornire carri, su richiesta ucraina, perché si prepara un attacco russo su larga scala. La scelta non nasce dalla volontà di proseguire la guerra, ma dalla necessità di aiutare una nazione aggredita a fronteggiare un attacco in cui la Russia impiegherà i 300mila soldati che sta finendo di addestrare. Un attacco così sproporzionato che se l’Ucraina non ricevesse aiuti potrebbe solo soccombere». Quindi «solo se l’Ucraina reggerà l’impatto di un nuovo attacco può darsi che si creino le condizioni per provare finalmente a sedersi e a dialogare. Ma il dialogo sarà difficile, la Russia non ha intenzione di lasciare i territori ucraini che ha occupato».

E all’opinione pubblica italiana che dice «basta armi», risponde: «Molti italiani sono contrari da mesi, la verità è che nessuno di noi vuole la guerra e l’obiettivo del governo è fare di tutto per farla finire. Dobbiamo spiegare all’opinione pubblica che sono i russi a volere l’escalation, per non lasciar passare la menzogna che siano gli altri, cioè tutti noi, a non cercare la pace. Se nessun carro armato russo avesse varcato il confine dell’Ucraina non ci troveremmo in questa situazione».