Pubblicato da Aboca Edizioni, è uscito in libreria il 20 gennaio il nuovo libro “I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo” di William Alexander, editorialista americano e autore del fortunato “The $64 Tomato”, testo sul «giardinaggio come sport estremo», come l’ha ribattezzato il New York Times.
In questo nuovo saggio, di tono allegro e tuttavia supportato da una ricerca storica e botanica molto accurata, William Alexander ci racconta come il pomodoro si sia evoluto e trasformato nei secoli e come sia passato da cibo raro a merce industriale, ovvero come da essere ignorato e disprezzato sia diventato un prodotto straordinariamente popolare in tutto il mondo.
I primi a farne menzione furono i conquistadores spagnoli, che lo scoprirono demolendo la civiltà azteca e portandolo in Europa senza averne ben compreso le potenzialità. Quando il pomodoro prese a circolare in Italia risultava talmente strano che la gente non capiva nemmeno che parte se ne dovesse mangiare. Ci furono esperti gourmand che lo dichiararono non commestibile, dopo averne masticato attentamente le foglie, e fu addirittura giudicato velenoso da molti perché imparentato con la belladonna, finendo così per essere ignorato per secoli, fino a quando, proprio in Italia, il consumo alimentare di pomodori ebbe finalmente inizio, grazie soprattutto a personaggi facoltosi e potenti in cerca di degustazioni esotiche.
Straordinario il capitolo dedicato al “Miracolo di San Marzano”, in cui l’autore, attraverso viaggi e ricerche, ripercorre lo straordinario successo che da quel momento il pomodoro ha avuto nel nostro Paese, nel Sud Italia come a Parma: dalle prime conserve a un’imprenditoria creativa che consentirà a questo frutto di diffondersi ed evolversi, fino a diventare l’ingrediente simbolo di piatti alla base della nostra cultura alimentare.
William Alexander intreccia dunque viaggi, leggende, umorismo, avventure (ma anche disavventure) per seguire la scia del pomodoro attraverso un racconto epico e rocambolesco.