Il governo Meloni non supererà il 2024 perché è disunito e dilaniato da continue polemiche e tensioni tra gli alleati. E soprattutto non godrà della opposizione fallimentare del Partito democratico a guida Enrico Letta.Sono bastati meno di cento giorni a Matteo Renzi per delineare la precaria traiettoria politica della presidente del Consiglio. In una intervista a La Stampa il leader di Italia Viva spiega che il 2023 sarà l’anno della verità perché «Il congresso del Pd finalmente restituirà Enrico Letta ai suoi studi parigini ma priverà Meloni del suo alleato più solido».
Secondo Renzi, tra il caso Pos, le nomine dei manager pubblici, e uscite politicamente infelici «questo governo si perde in un bicchier d’acqua». La colpa è della presidente del Consiglio che «nelle ultime settimane ha detto tutto e il contrario di tutto. Per fortuna le hanno suggerito di fermarsi con post e video altrimenti avrebbe negato anche di chiamarsi Giorgia. Dare la colpa ai benzinai “speculatori” dell’aumento delle accise votato dal governo è stato un autogol».
Il grande difetto di Meloni è l’eccesso di comunicazione e la ricerca spasmodica del consenso. L’effetto novità si affievolisce, contraddizioni e incoerenze aumentano e quanto aBerlusconi e Salvini, sono due alleati non facili da gestire». Per il leader di Italia Viva «occorre avere un progetto Paese, non l’ansia da prestazione di intervenire su tutto senza una visione ma solo per prendere dei like sui social. Questa legge di bilancio azzoppa Industria 4.0 ma regala soldi alle società di calcio: puoi anche prendertela con l’inflazione ma se la politica economica la fai pensando a Lotito e non alla classe media è evidente che manca una strategia».
Il primo banco di prova per il governo Meloni saranno le elezioni europee del 2024. «Prima di allora saranno solo scaramucce tattiche» e le elezioni regionali in Lazio e in Lombardia «non sposteranno nulla, nemmeno una virgola, sulle questioni nazionali».
Nell’intervista a La Stampa Renzi ha parlato anche del futuro dei riformisti italiani: «questa famiglia di Renew Europe sarà decisiva alle Europee del 2024 e alle Politiche 2027». L’obiettivo principale è ottenere almeno il 10% alle elezioni europee del prossimo anno, ma avverte: «Non si tratta di rifare il partito liberale ma dare una casa politica a tante culture diverse che tengano insieme i liberal democratici ma anche i Popolari, Azione e Italia viva, Più Europa e tante esperienze civiche. Dobbiamo tuttavia trovare un modo originale per trasformare i contenitori elettorali in un progetto politico innovativo e vincente»