«Un gelato, al cioccolato. Per favore. Ma che ci sia lo zucchero». Ce lo immaginiamo così Maurizio Costanzo oggi. Libero dalle brutture del mondo, dagli impegni quotidiani, dalla telecamera accesa. E libero dalle diete, che ha seguito per tutta la vita. Il rivoluzionario dei talk show se n’è andato stamattina, lo avrete sentito. I media rimbalzano la notizia e i social ne diventano la cassa di risonanza. In fondo lui è sempre stato lì, nella scatola nera che da cui ha fatto nascere il talk dei talk e noi lo ricordiamo tutti con affetto, grandi e piccini, in un pubblico senza età. Ormai era diventato quasi un nonno per gli italiani. E, come tutti i nonni che si rispettino, conviveva anche lui con chi, per amore, cercava di torturarlo (in senso buono, s’intende) con le classiche privazioni da cibo. «Quello no, ti fa male, Maurizio. Hai una certa età, Maurizio, devi stare attento a ciò che mangi».
84 anni, 42 anni di Maurizio Costanzo Show e 40 anni di diete. «Per me il cibo è sinonimo di allegria, ma da quando sto con Maria sono sotto stretta sorveglianza, sono come i vecchi golosi», aveva detto qualche anno fa in un’intervista.
Era nato a Roma, nella patria dei supplì al telefono e della coda alla vaccinara. Ma le sue origini erano quelle della costa adriatica abruzzese, dei Trabocchi e della meravigliosa cittadina di Ortona. Quelle della chitarrina con i pomodori secchi, dei carciofi ripieni e dello spezzatino di castrato. Un miscuglio di cucine semplici e dirette, senza troppi fronzoli e caserecce. A pensarci bene, una descrizione, questa, che sembra raccontare anche il personaggio di Maurizio Costanzo, semplice e diretto come la tradizione gastronomica in cui è nato e in cui è vissuto.
Negli anni sono state tante le domande sulla sua vita alimentare che hanno incuriosito. Sarà stato per il suo viso pacioccone, per qualche chilo di troppo ammorbiditogli addosso. Amava i carciofi fritti. E amava i latticini, tanto e tanti. Li mangiava, nei tempi lontani dai regimi dietetici, tutti i giorni a pranzo. Quasi un rito di fine pasto, di quelli belli che solo i goderecci a tavola sanno apprezzare davvero.
Ma più di tutto amava i dolci. «Gli ho appena beccato cinque caramelle Rossana e tre Nutella Biscuits nascosti nel portaocchiali. Solo che lui nega. Sostiene che non fossero nascosti», ha raccontato una volta sua moglie Maria De Filippi. Uno sgarro, una marachella scoperta con il volto colpevole di chi è stato trovato con le mani nel miele.
No, Maurizio Costanzo non poteva fare a meno dei dolci. Forse gli zuccheravano un po’ la vita, dopo tanti anni di giornalismo e di storie raccontate. E, forse, era per questo che contrattava sempre con la sua nutrizionista, che lo spingeva a consumare più verdura per depurare il fegato, ma che in qualche modo doveva cedere alle richieste di un uomo goloso per professione.
«A Roma, a San Giuseppe, si fanno i bignè alla crema fritti. E molti anni fa ero in un ristorante a Campo de’ Fiori con un mio amico e mangiai ventiquattro bignè, una cosa da andare in ospedale. Ma per fortuna non ci andai». Insomma, goloso e fortunato. Ma, in fondo, noi lo capiamo Maurizio. Quella crosticina croccante, l’interno morbido e il ripieno che ti esplode in bocca: chi può resistere alle zeppole di San Giuseppe? Beh, 24 sono tante, troppe, è vero. Ma i peccati di gola esistono per essere commessi.
Durante una puntata di “Che tempo che fa”, Costanzo aveva raccontato a Fabio Fazio di aver dovuto rinunciare ai dolci e di poter mangiare solo una porzione di gelato senza zucchero al giorno. «Non sa di niente, è un’ipotesi di gelato. Quello mio non è un gelato, è una pantomima perché non c’è lo zucchero. È un sorbetto, capito? E il sorbetto è una rottura di palle».
Hai ragione, caro Maurizio, non è dolce se è senza zucchero. Ma non ti preoccupare, dicono che nel luogo in cui ti trovi ora, le dispense siano piene di panna montata, di biscotti fragranti e di tanti, tanti barattoli di gelato al cioccolato in cui affondare il cucchiaio.