La disobbedienza dei sindaciLa ministra Roccella ripete che la maternità surrogata è una pratica razzista

La responsabile della Famiglia del governo Meloni continua a parlare solo di gestazione per altri e se la prende con i primi cittadini decisi a registrare i bambini delle coppie omosessuali. Nelle prossime ore iniziative comuni nelle grandi città, da Roma a Bologna

Foto Cecilia Fabiano/LaPresse

Per Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, fino a oggi ci sarebbe stata troppa tolleranza sulla maternità surrogata, che definisce come una pratica razzista. Per questo, dice in un’intervista al Messaggero, va combattuta.

«Innanzitutto ricordo che in Italia non è vietato soltanto l’utero in affitto, ma anche la sua propaganda», spiega la ministra. «Anche chi offre questo tipo di “servizi”, dunque, nel nostro Paese commette un illecito penale. Peccato che da quando questo reato è stato introdotto nel nostro ordinamento non sia mai stato realmente perseguito, e che non si spieghi davvero all’opinione pubblica che cosa comportino i contratti di maternità surrogata. È in discussione in Parlamento una proposta per rendere la pratica perseguibile anche se commessa all’estero. Penso sia un passo importante per combattere questa forma di sfruttamento».

Poi attacca i sindaci che hanno dichiarato che continueranno a trascrivere i certificati di nascita dei bambini nati all’estero da coppie omosessuali. «Le leggi in Italia ci sono e sono chiare», dice. E «non comportano per i bambini la negazione di alcun diritto. Anzi, l’ultima sentenza della Cassazione in materia afferma con chiarezza che la richiesta della trascrizione automatica non tutela il migliore interesse del bambino ma solo quello dell‘adulto, il partner del genitore biologico. Ritengo che i sindaci sappiano tutto questo, e mi aspetto che chi ha responsabilità politiche e amministrative rispetti la legge».

Il sindaco di Roma Roberto Gulatieri, l’ultimo ad aver dichiarato che si opporrà al diktat del governo nel corso della manifestazione delle famiglie Arcobaleno, ha detto che nelle prossime ore sentirà i sondaci di Milano, Bologna, Napoli, Firenze, Torino e Bari per valutare iniziative comuni.

La ministra è contraria alla proposta dell’opposizione che ammette la gestazione per altri all’interno di vincoli stretti per evitare che diventi una pratica commerciale. «Temo che chi dice queste cose voglia solo aprire una breccia nel divieto», attacca Roccella. «L’utero in affitto è a tutti gli effetti una pratica commerciale: ci sono fiere internazionali, cataloghi per scegliere l’ovocita in base ai caratteri genetici. Non è razzismo questo? Criteri diversi per scegliere la donna che dovrà portare in grembo il bambino. Alcuni, per camuffare questa orrenda realtà, parlano di rimborso spese invece che di compenso. Ma la sostanza non cambia: si tratta di un commercio della maternità, che umilia le donne e priva i bambini – questo sì! – di diritti fondamentali, cancellando un genitore biologico». In una trasmissione televisiva, la ministra ha anche ricordato che «l’ovocita di una donna nera costa meno di una donna bianca»

Roccella sostiene che «in Italia ai bambini non è negato nessun diritto… Il genitore biologico può immediatamente registrare il bambino, che da quel momento gode di tutti i diritti. Quanto al partner del genitore biologico, la soluzione l’ha indicata la Cassazione a sezioni unite: l’adozione in casi particolari, molto più semplice e veloce dell’adozione classica».

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