«Al via la mobilitazione e sarà unitaria». È quello che hanno deciso i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, al termine di un confronto durato più di due ore nella sede della Cgil per fare il punto su come strutturare la protesta contro il governo dopo la rottura sulla delega fiscale, comunicata solo due giorni prima di essere approvata in Consiglio dei ministri.
La parola sciopero, pronunciata da Landini al congresso di Rimini che l’ha riconfermato alla segreteria, non viene evocata nelle comunicazioni al termine del confronto. I tre segretari generali ne hanno discusso, decidendo di procedere per gradi con incontri, mobilitazioni, manifestazioni sul territorio, coinvolgendo tutte le categorie. L’obiettivo è non banalizzare uno strumento politicamente molto delicato, come lo sciopero generale nazionale unitario. Con la Cisl che questa volta è insieme alle altre due sigle, disponibile alla mobilitazione, ma meno incline allo sciopero.
Il calendario della mobilitazione sarà comunicato la prossima settimana, insieme al tema e alla sede della manifestazione principale del Primo Maggio, la festa dei lavoratori.
«C’é la necessità di avviare un percorso di mobilitazione unitaria, parlando con le persone e spiegando le nostre ragioni e le nostre rivendicazioni», spiega Luigi Sbarra. «Ci prendiamo qualche giorno per fare un’opportuna verifica anche nei nostri organismi; la prossima settimana saremo nelle condizioni di fornire ogni utile informazione sulle modalità, articolazione e intensità delle iniziative che pensiamo di mettere in campo»
«È il momento di scendere in piazza per una primavera di diritti e lavoro, per una riforma fiscale degna», dice Maurizio Landini. «Abbiamo bisogno di sentire i lavoratori, capire le loro sofferenze e ribadire al governo la necessità di ascoltare le nostre richieste», aggiunge Bombardieri. «La notizia è che la mobilitazione sarà unitaria», con Cgil, Cisl e Uil fin qui compatte, sottolinea il leader della Uil.
Nessuno dei tre segretari vuole una rottura traumatica con il governo. Ma si cerca un segnale da Palazzo Chigi su tanti temi tavoli fermi ormai da troppe settimane, dalla riforma delle pensioni alla sicurezza sui luoghi del lavoro. Sul piatto, oltre delega fiscale, c’è anche la riforma del Reddito di cittadinanza. Le parti sociali vogliono essere coinvolte, anche perché si annuncia a breve il tanto atteso decreto lavoro della ministra Calderone con allentamenti importanti sui contratti a termine.