Aperture a cinque stelleI nuovi hotel milanesi votati all’arte e al design

Dal Portrait a Casa Baglioni, passando per la calata del tris d’assi attesa nei prossimi mesi: il capoluogo lombardo è sempre più una tappa leisure, anche grazie ai suoi alberghi di alta gamma

Courtesy of Lungarno Hotel Collection

Da destinazione business a imperdibile tappa leisure. Negli ultimi anni Milano ha guadagnato in fascino e popolarità, rivaleggiando per attrattività con altre capitali europee. E per quanto la città abbia mantenuto la sua tradizionale vocazione industriale e commerciale, sempre più vi si arriva per godere anche dei suoi eventi, del suo centro storico, dei musei e dei ristoranti stellati. Per questo motivo ormai il capoluogo lombardo è costellato di hotel di alta gamma votati all’arte e al design, in sintonia con le più celebrate manifestazioni locali (Salone del Mobile e Fashion Week su tutti). 

Nato di recente ma già incontournable, come dicono i francesi, è il Portrait Milano, situato nell’ex Seminario Arcivescovile voluto nel 1565 da Carlo Borromeo. Questa nuova gemma della Lungarno Collection, presieduta da Ferruccio Ferragamo, ha restituito ai milanesi, prima ancora che ai visitatori, un luogo caduto in disuso benché inestricabilmente legato alla creatività e alla bellezza. 

 

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Qui infatti, dopo un primo restauro nel 1967 a opera di Piero Portaluppi, dal 1980 al 1990 vi è stato l’atelier dell’architetto Mario Bellini, che qui ha incontrato addirittura Steve Jobs. Oggi, invece, grazie al virtuosistico intervento degli architetti Michele de Lucchi e Michele Bönan, che ha curato anche le proprietà di Lungarno Collection a Roma e Firenze, l’ex sede ecclesiastica brilla per uno stile sofisticato e anni Cinquanta che mixa l’eleganza delle dimore cittadine con dettagli che richiamano il savoir faire Ferragamo, dalle maniglie in cuoio alle boiserie in rattan, per un risultato semplicemente superlativo.

In linea con un’apertura (finora) ufficiosa, spicca per eleganza understated Casa Baglioni, i cui spazi, progettati dallo studio d’architettura Spagnulo & Partners, traggono ispirazione dall’arte e dal design della Milano anni 1960 per riproporre al meglio una palazzina liberty costruita nel 1913 su progetto dell’architetto Giulio Francesco Carminati. Situata nel quartiere di Brera, la struttura già dall’ingresso schiera opere d’arte di altissimo livello, grazie alla collaborazione con la Stefano Cecchi Trust Collection – Fondo per l’Arte che rende possibile ammirare entro l’hotel i lavori di grandi artisti italiani e internazionali. 

Tra di essi compaiono Superficie Bianca (2003) di Enrico Castellani, Running Fence (1974) di Christo, Assedio Rosso (1955) di Carla Accardi, Bianco di Agostino Bonalumi e varie opere degli anni Sessanta di Hans Hartung. Coerenti con l’assunto artistico di base sono anche gli arredi delle trenta camere e delle quattro top suites che celebrano Giò Ponti e Leonardo. 

 

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Le due top suites, la Brera Presidential Suite (113 mq interni e una magnifica terrazza privata di 26 mq) e la Montenapoleone Signature Suite (108 mq al sesto piano) sono caratterizzate da ampie vetrate estese fino al soffitto da cui poter ammirare la città. In più l’hotel ospita un ristorante firmato dallo chef stellato Claudio Sadler e un wine cellar.

Una sofisticata grandeur appartiene invece all’attesissimo Rosewood Milano, struttura ricettiva da settanta camere, di cui venti suite, che occuperà entro il 2025 gli storici Palazzo Branca e Palazzo della Banca Commerciale, architetture del XIX secolo. L’ispirazione per gli interni è quella di una Milano storica posta in dialogo armonico con un design contemporaneo, per costituire un’oasi urbana ideale per tutti i creativi che passano regolarmente dalla città. A supervisionare il progetto è lo Studio K.O. che realizzerà anche un bar, un ristorante con cortile e giardino e il centro benessere Asaya® con piscina coperta e centro fitness.

Entro il 2023 si prevede inoltre la calata di un tris di assi, ossia l’apertura di tre probabili punti di riferimento dell’hospitality milanese d’élite. Il primo è l’ex hotel Baglioni, ora entrato nella galassia dei Rocco Forte hotel, i cui lavori di riqualificazione sono a cura degli interior designer Paolo Moschino e Philip Vergeylen. 

Il secondo newcomer è W Milano, che aprirà le sue porte in una ex banca del 1920 in corso Matteotti e verrà trasformato dall’architetto milanese Stefano Boeri. Infine, entro quest’anno dovrebbe essere inaugurato anche Melià Cordusio, hotel a cinque stelle che rinascerà dalla completa ristrutturazione dello storico Palazzo Venezia, uno degli edifici più riconoscibili di Piazza Cordusio, nei pressi di Piazza Duomo. 

L’edificio originario, progettato alla fine del XIX secolo dall’architetto Luca Beltrami per il Gruppo Generali, sarà in linea con i criteri richiesti per ottenere la certificazione Leed Gold, un riconoscimento internazionale di sostenibilità particolarmente rilevante nel caso di un edificio storico. Perché Milano sta al passo con il resto del mondo anche nell’offerta di un lusso green