Perimetro mobileSchlein apre a Calenda e Conte sul salario minimo e ribadisce il sì del Pd all’invio di armi all’Ucraina

Nella prima intervista televisiva, la neosegretaria Dem ha dato l’idea di volersi tenere le mani libere sulle alleanze. Il prossimo scoglio sarà l’assemblea nazionale del 12 marzo: Bonaccini vorrebbe la presidenza del partito

Lapresse

Dopo l’abbraccio nella manifestazione di Firenze con Giuseppe Conte, la segretaria del Pd Elly Schlein ospite a “Che tempo che fa” ha raccontato di voler dialogare anche con Carlo Calenda. «Alcune battaglie come quella sul salario minimo e la difesa della sanità pubblica possiamo farle insieme», ha detto rivolta sia al Terzo Polo che ai Cinque Stelle. E proprio con i grillini rimane la netta differenza sull’invio di armi all’Ucraina, «assolutamente necessario» per Schlein.

«L’invio di armi in Ucraina credo sia necessario per sostenere Zelensky e il popolo ucraino rispetto a un”invasione criminale avanzata dalla Russia di Putin», ha detto. «Quello che però ho sempre aggiunto è che non ci può essere sinistra senza l’ambizione di costruire un futuro di pace. E vorrei un protagonismo forte dell’Unione europea, un ruolo diplomatico e politico forte».

E quanto ai rapporti con il Terzo Polo di Renzi e Calenda, la ritrosia a schemi predefiniti è chiara, perché «più che i politicismi, conta ciò che possiamo fare insieme».

Nella prima intervista televisiva da leader, Schlein dà l’idea di volersi tenere le mani libere sulle alleanze. E di volersi impegnare prima a ricostruire l’identità del partito, come le ha suggerito Romano Prodi. «È finito il tempo dei personalismi e della conflittualità interna», ha detto la nuova segretaria riferendosi al partito. Basta correnti, basta «logiche di cooptazione», assicurando di non temere scissioni e che governerà il Pd «lavorando per tenerlo unito ma senza rinunciare a una direzione chiara».

Domenica 12 marzo a Roma Schlein riunirà l’assemblea nazionale. C’è da votare il presidente del partito, ruolo che Stefano Bonaccini vorrebbe per sé. Schlein invece, incontrando lo sconfitto venerdì, gli ha offerto la vice-segreteria. Bonaccini per ora ha preso tempo. Ma non sembrerebbe destinato ad accettare, scrive La Stampa.

L’ex ministro Lorenzo Guerini, capo della corrente di Base riformista, ai suoi avrebbe detto: «Non credo che l’unità si debba necessariamente esprimere con l’ingresso in segreteria. Schlein ha vinto le primarie e penso sia giusto che l’esecutivo debba essere conseguente».

Tra i fedelissimi di Schlein, ci sarebbe chi assicura che alla fine Bonaccini sarà accontentato. Altri giurano che l’accordo ancora non c’è. Se Bonaccini dovesse ottenere la presidenza, la sua numero due Pina Picierno potrebbe divenire vicesegretaria accanto a Marco Furfaro o a Chiara Gribaudo.

Certo il segnale che manda Base riformista non è criptico: collaborare sì, ma in uno schema in cui c’è una maggioranza e una minoranza. Anche per far pesare i tesserati, bacino in cui aveva prevalso Bonaccini. Sulle tessere, Schlein ieri ha annunciato di avere riaperto le iscrizioni al partito. In mezz’ora, si sarebbero iscritti in mille con il sito andato in tilt.

Ballano ancora anche le presidenze dei gruppi a Camera e Senato. Ma Schlein lavora soprattutto alla squadra, su cui vuole avere l’ultima parola. Qualche nome è considerato blindato: Marco Furfaro come coordinatore, Marco Sarracino all’Organizzazione, l’ex sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, agli Enti Locali. E poi Alessandro Zan, Chiara Gribaudo e Chiara Braga e Alfredo D’Attorre.

Alcuni – scrive Repubblica – intanto temono però una trappola di Conte a Schlein sull’Ucraina: quando il 22 marzo ci sarà da votare le risoluzioni dopo le comunicazioni di Meloni in vista del consiglio europeo del 24-25, i Cinque Stelle potrebbero presentare una loro mozione, rifiutando un testo unitario col Pd per marcare un no all’invio di armi.

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