Se pensate alla città di Verona molto probabilmente vi verranno in mente tre simboli che la rappresentano. Il primo è la tragedia shakespeariana “Romeo e Giulietta” che ha ispirato una quantità inimmaginabile di rielaborazioni al cinema, a teatro, nei fumetti e persino nei videogiochi. Il secondo è il pandoro, i cui natali vengono comunemente attribuiti a Domenico Melegatti, pasticciere veronese e fondatore dell’omonima industria, il quale sul finire del 1884 depositò all’ufficio brevetti la ricetta di questo dolce.
In ultimo, punto di riferimento ben visibile nel centro della città, è l’anfiteatro romano, meglio conosciuto come Arena.
Quest’anno l’Arena di Verona celebra i cento anni della stagione d’opera in quanto la prima rappresentazione fu l’“Aida”, andata in scena il 10 agosto 1913 in occasione dei cento anni dalla nascita di Giuseppe Verdi. Certo, dal punto di vista meramente matematico dovrebbe trattarsi del 110° anniversario, ma l’attività dell’Arena si è ovviamente fermata per un totale di dieci anni durante i due conflitti mondiali e, di conseguenza, quest’anno si celebrano cento anni esatti di stagioni operistiche.
Proprio con la «celeste Aida, forma divina» comincerà questa nuova e straordinaria stagione, con ben quattordici date a lei dedicate, dalla “prima” assoluta del 16 giugno fino all’8 settembre, per proseguire con la Carmen, il Rigoletto, il Nabucco e tante altre rappresentazioni che potrete trovare sul sito ufficiale dell’Arena di Verona. Se siete interessati – e lo spassionato suggerimento che vi diamo è andare a vedere un’opera all’Arena almeno una volta nella vita – il consiglio è di prenotare il prima possibile perché è pur vero che la capienza è di ben 13.500 spettatori, ma la richiesta di biglietti proviene da tutto il mondo.
Verona non è solo stagione d’Opera, cultura, testimonianze storiche e architettura ma è anche gastronomia. La città si trova in una posizione strategica, un importante crocevia situato tra le alpi e il Po, tra il mare e il centro della pianura padana, con il Lago di Garda a una manciata di chilometri e numerose adiacenti colline vocate a un’eccezionale produzione vinicola. Quindi l’occasione sarà quanto mai propizia per venire a Verona e coniugare la gioia delle orecchie e degli occhi dell’opera lirica con un’estrema soddisfazione del palato in una delle numerose trattorie, osterie e ristoranti.
Nelle prossime righe vi proponiamo qualche indirizzo per una sosta che vi possa far sentire pienamente appagati, eludendo le sirene dei locali squisitamente turistici che, non serve dirlo, tentano di intercettare l’enorme affluenza turistica che si riversa quotidianamente in città.
Antica bottega del vino
Non potete andare a Verona senza fare un salto in questo luogo, le cui origini si perdono nel medioevo e che ha attraversato i secoli cambiando proprietà, nome ma non vocazione. Dal 2010 è il fiore all’occhiello delle «Famiglie storiche», un’associazione di tredici importanti cantine storiche produttrici di Amarone (e non solo) che difendono ed esaltano il patrimonio enogastronomico locale.
La proposta gastronomica è prettamente legata alla tradizione, con alcune strizzate d’occhio a Venezia, e con qualche ovvia incursione “foresta”.
Straordinariamente estesa e variegata la lista dei vini, con una descrizione di prodotto, produttore, annata e formato lunga ben 182 pagine tale da potersi fregiare del prestigioso riconoscimento Wine Spectator Grand Award dal lontano 2004, ininterrottamente.
Che vogliate pranzare, cenare o bere un semplice bicchiere di vino, la Bottega – come chiamata familiarmente a Verona – è una sosta obbligata. Prenotate per tempo.
Osteria Enoteca Alcova del Frate
A due passi dal Ponte Pietra e dall’altro teatro romano, più piccolo e meno famoso, troviamo questa piccola Osteria che, quando il tempo lo permette, estende la capienza all’esterno con una manciata di tavoli.
Massimo, il proprietario, sembra nato per far star bene le persone che vengono a mangiare da lui: ha tutto sotto controllo e anche quando sta parlando con voi ha l’orecchio teso verso quanto sta capitando in sala.
Le proposte sono assai differenti tra loro e spaziano tra la tradizione più classica e una cucina con ingredienti provenienti da tutto il mondo e trasformati ad arte.
La lista dei vini è sterminata e molto ben presentata, con etichette notevoli e annate di tutto rispetto, con ricarichi onesti. Se avete dubbi, fatevi consigliare proprio da Massimo.
Osteria del bugiardo
Per parlare di questa osteria dobbiamo fare due passi indietro, al 1993, anno nel quale Alfredo Buglioni, imprenditore tessile di grande successo, corona il suo sogno e compra un vecchio casale nel centro della Valpolicella, cominciando a coltivare la vite e a vendere le proprie uve a terzi. Dal 2000 la famiglia Buglioni ha cominciato a produrre vino in totale autonomia, ma a causa del marchio molto giovane ha trovato diverse difficoltà nelle vendite. Allora nel 2005 hanno pensato di trasformare un negozio di loro proprietà nel pieno centro di Verona in un wine bar ed è così che è nata l’Osteria del bugiardo, che pochi giorni fa ha festeggiato i diciotto anni di vita. Siamo a due passi da piazza delle Erbe e si tratta di un posto alla mano, un’osteria vera e propria ma con una profonda anima guidata dalla passione per il proprio lavoro. Può capitare di trovare un buon tavolo così come di sedersi su uno strapuntino o molto più spesso di stare in piedi per un aperitivo, ma non è questo il punto. L’atmosfera, l’arredamento, la proposta di cicchetti di impronta squisitamente locale e il vino che potrete ordinare faranno sì che questo diventerà uno dei vostri posti di riferimento in città. Facilissimo fare amicizia con le persone di fianco a voi.
Enoteca segreta
A due passi dalla casa di Giulietta si trova questa bella enoteca dall’arredamento moderno, gestita con passione da Michela e Riccardo. Passione è il sostantivo appropriato per loro, in quanto sono sempre alla ricerca del continuo miglioramento, di prodotti nuovi, di proposte sempre adeguate da offrire alla propria clientela, sia che parliamo di vino o di cibo. Che vogliate passare di qui per un aperitivo o per una cena, troverete un’offerta di prim’ordine sia nelle materie prime che nel modo di trasformarle, con un piede ben saldo nel territorio e l’altro in continuo movimento per tutta l’Italia alla caccia di straordinarie chicche.
Saltuariamente troviamo aperitivi con musica swing di grande qualità in sottofondo, un piacere sia per le orecchie che per il gusto.
Osteria da Ugo
«Qua si fa quel che si sa, ma si sa quel che si fa», è il chiaro motto di questa elegante osteria situata a due passi da Ponte Navi che ne sottolinea la filosofia. Un menu non troppo esteso, ma concreto, di sapori decisi e a forte vocazione territoriale. La pasta è rigorosamente fatta in casa così come buona parte dei dolci, mentre la proposta dei vini, neanche a parlarne, è fondamentalmente locale.
Potete scegliere tra le sale interne, una graziosa taverna denominata “Giulietta e Romeo” o – tempo permettendo – un consigliatissimo dehors situato all’interno del cortile del palazzo Erbisti, una delle più antiche accademie d’Italia che vi invitiamo a visitare, già teatro di alcune scene del film “Letters to Juliet”.
Campidoglio Bistrò
Se desiderate assaggiare una raffinata cucina prevalentemente di mare potete scegliere questo ristorante situato all’interno dell’antica chiesa di San Marco del tredicesimo secolo, oggi ovviamente sconsacrata, ma che conserva ancora alle pareti alcuni dipinti esaltati da un sapiente lavoro architettonico di recupero.
In questa proposta siamo lontani dal simpatico vociare delle osterie e trattorie veronesi, ma entriamo in un ristorante, anzi in un bistrò (non alla francese, ma alla veronese) di atmosfera molto elegante e ricercata.
Quasi esclusivamente pesce nell’offerta, con materie prime di grande pregio e ottima scelta, presentate o così come sono o lavorate il minimo indispensabile per non rovinarle, con una maestria che sottintende una filosofia importante: spesso fare il meno possibile vuol dire dare il massimo risultato al piatto.
Corposa e non scontata la carta dei vini, presentata comme il faut, ovvero divisa per regioni, produttore e annata, con una proposta al calice e alcune mezze bottiglie e grandi formati. Sono molte le etichette che non vi aspettereste mai di trovare in un ristorante di questa caratura e diverse chicche, tanto che potreste rimanere spiazzati dal non trovare i soliti nomi di riferimento del mondo enologico.
Pizzeria Du de cope
Per chi desiderasse una pizzeria, il suggerimento è andare nel locale di Giancarlo Perbellini, chef pluristellato. L’obiettivo del Du de cope era portare l’autentica pizza napoletana a Verona, impresa certamente non facile, perché per realizzare una vera pizza napoletana concorrono numerosissime variabili. Il risultato è straordinario, con un duplice vantaggio: da un lato avere la possibilità di degustare pizze della tradizione con il classico cornicione alto e l’ottima alveolatura, dall’impasto molto digeribile in quanto viene lasciato riposare 72 ore per la lievitazione; dall’altro un’offerta se volete estranea alla classicità partenopea, ma dagli straordinari ingredienti che si sposano magnificamente sull’impasto, cotto alla perfezione (merito del forno che è stato costruito dai migliori artigiani di Napoli).
Notevole la proposta di birre artigianali, sia locali che italiane, oltre a una piccola selezione belga.
Non perdetevi i dolci, che arrivano direttamente dalla Dolce Locanda Pasticceria.
Zeno Gelato e Cioccolato
Non possiamo concludere questa carrellata di indirizzi senza indicarvi una gelateria sconosciuta ai più, perché per trovarla dovrete attraversare l’Adige uscendo dalla zona pedonale a vocazione prettamente turistica. Zeno si trova veramente a due passi da Ponte Pietra, a una decina di minuti da Piazza delle Erbe, ma la camminata vi saprà donare delle grandi gioie al palato. La parola d’ordine di questa straordinaria gelateria è stagionalità, materie prime e artigianalità. Non cercate il gusto arancia ad agosto, perché non c’è. Troverete l’anguria, la pesca, il fico in quel mese, ma non l’arancia, proposta ovviamente nei mesi invernali. Quindi solo proposte di stagione, realizzate in una maniera sublime. Zeno propone anche un discreto numero di gusti senza lattosio, per chi fosse intollerante. Nota di merito: le vaschette e i coperchi per il gelato da asporto sono biodegradabili e compostabili.