Prendi bucce di mela, raspi e bucce di uva, foglie di ananas, uno stilista sud-coreano, Dong Seon Lee, e una product manager italiana, Giuliana Borzillo. Miscela con cura e avrai… delle sneakers!
Nasce proprio dal riutilizzo delle sneakers il progetto di calzature cruelty free che mette ai piedi dei consumatori più attenti gli scarti di cibo, che vengono lavorati per diventare comode scarpe da passeggio.
Dopo anni di formazione ed esperienza nel mondo delle calzature, consapevoli delle problematiche ambientali che affliggono il settore, Dong Seon e Giuliana percorrono una strada di cambiamento positivo nel mondo della moda progettando una start-up che affronta lo spreco di risorse, punto dolente estremamente comune. La formula è: unire la tecnologia dell’innovazione circolare alle storiche manifatture locali, per dare vita a un design casual e genderless, con richiami ai colori e all’estetica anni ’90. Per la produzione delle sneakers i fondatori si affidano a un calzaturificio a carattere familiare nelle Marche dove la manifattura italiana si tramanda di generazione in generazione. La scelta dei materiali è frutto di un’approfondita ricerca che ha portato alla individuazione di alternative alla pelle, derivanti da rifiuti di altri cicli produttivi messi a punto da altre startup, anch’esse impegnate nella innovazione di processo e di prodotto. I materiali caratteristici del brand, valorizzati da un mix di contrasti sagomati sulla tomaia, derivano infatti dalla trasformazione degli scarti della frutta: Apple-skin e Vegea nascono dalla bio-polimerizzazione delle bucce di mela e delle vinacce cedute dalle aziende italiane, mentre Pinatex è realizzato con le foglie degli ananas coltivati eticamente nelle Filippine. Sottoprodotti un tempo considerati inerti, ora risorgono sotto forma di tessuti con texture e finish sorprendenti, generando un nuovo ciclo di vita. A questi si aggiungono tessuti tecnici in poliestere riciclato utilizzati sulla tomaia e cotone riciclato o biologico rispettivamente per fodera e sottopiede.
Il brand, che punta a modelli atemporali, senza essere ossessionato dal rinnovo compulsivo delle collezioni, divulga i temi della sostenibilità e della moda sostenibile, e attraverso i profili social opera una costante informazione sulle iniziative in campo ambientale. I fondatori sono impegnati personalmente in campo educativo, tenendo lezioni e conferenze presso scuole e associazioni per promuovere stili di vita e scelte più leggere per il pianeta. Per le spedizioni l’azienda si affida a un corriere selezionato proprio per la sua politica di abbattimento delle emissioni di CO2.
Che effetto farà avere una mela ai piedi?