Accuse sui conteggiTurchia verso il ballottaggio, Erdogan sotto il 50 per cento dei voti

Il presidente uscente parte avanti, poi il recupero del leader dell’opposizione Kemal Kilicdaroglu. Secondo la tv di Stato, l’affluenza ha sfiorato il 90 per cento

(AP Photo/Francisco Seco)

Al termine del primo turno delle elezioni presidenziali in Turchia, si va verso il ballottaggio tra Recep Tayyip Erdogan e Kemal Kilicdaroglu. Con quasi tutti i voti contati, nessuno dei due candidati ha raggiunto il 50% delle preferenze, soglia sotto la quale è previsto un secondo turno, che dovrebbe tenersi il 28 maggio. Erdogan ha ottenuto il 49,5 per cento dei voti, lo sfidante si è fermato al 44,8 per cento.

«Anche se i risultati non sono ancora stati pubblicati, siamo chiaramente in testa», ha detto Erdogan a una marea di sostenitori riuniti nel cuore della notte ad Ankara. «Rispettiamo queste elezioni e rispetteremo le prossime».

È la prima volta in vent’anni, da quando è al potere in Turchia, che Erdogan è costretto a un ballottaggio, contro il suo avversario socialdemocratico Kemal Kiliçdaroglu, che ha guidato una coalizione di sei partiti d’opposizione.

Lo spoglio dei voti all’inizio dava Erdogan largamente oltre il 50%, facendo pensare a una sua vittoria netta al primo turno. Ma, man mano che affluivano i voti, le cifre sono cambiate e il «Reis» è sceso sotto la soglia del 50 per cento. Una situazione che ha fatto surriscaldare il clima con il leader dell’opposizione, che ha accusato il presidente in carica di star manipolando i dati: «Il vantaggio di Erdogan è finto, non lasciate i vostri posti».

Per tutta la nottata, l’opposizione ha continuato a ripetere di essere in testa e che i dati annunciati erano manipolati. Sembra però sicura la vittoria dell’attuale maggioranza in Parlamento, dove avrebbe raggiunto più del 50% dei consensi. Il presidente uscente ha rivendicato la maggioranza dei 600 seggi in Parlamento per l’Alleanza nazionale che ha formato tra il suo partito Akp e piccoli partiti nazionalisti e islamisti.

Kilicdaroglu ha promesso la vittoria del suo schieramento al ballottaggio. «Se la nostra nazione chiede un secondo turno, lo accetteremo volentieri. E lo vinceremo assolutamente», ha detto nel cuore della notte ad Ankara, circondato dai rappresentanti dei sei partiti della sua coalizione. Il leader del partito laico di centrosinistra Chp ha trionfato in gran parte del sudest del Paese a maggioranza curda, ma Erdogan si è confermato nelle campagne e nei suoi feudi centrali. 

Sinan Ogan, candidato di una coalizione di piccoli partiti di estrema destra, si è fermato invece a poco più del 5% dei consensi dopo una campagna elettorale tutta giocata sull’attacco dei migranti siriani arrivati in Turchia dopo l’inizio del conflitto civile nel Paese.

L’unico dato certo comunque è che i turchi sono andati in massa a votare con un’affluenza che ha sfiorato il 90% degli aventi diritto. Lunghissime file si sono viste ai seggi di tutte le città, tra sostenitori di Erdogan convinti di rinnovare la fiducia al Sultano e oppositori per i quali il voto di ieri rappresentava «una questione di vita o di morte».

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