Amici maiNuova lite tra Meloni e Macron, congelata la visita della premier all’Eliseo

Salta il viaggio di Tajani a Parigi: «La precisazione dei francesi è stata insufficiente, non ci sono le scuse». Dietro le parole del ministro dell’Interno francese Darmanin ci sarebbe la visita di Haftar a Roma e il protagonismo di Palazzo Chigi sulla Libia

Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse

La nuova crisi diplomatica tra Italia e Francia nasce dalle frasi del ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin: «La signora Meloni, a capo di un governo di estrema destra scelto dagli amici della signora Le Pen, è incapace di risolvere i problemi migratori sui quali è stata eletta». E ancora: «Meloni è come Le Pen, si fa eleggere dicendo “vedrete” e poi quel che vediamo è che l’immigrazione non si ferma anzi si amplifica».

Un attacco al governo italiano, proprio a qualche ora dalla visita a Parigi – programmata e poi annullata – del ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Il quale ha atteso inutilmente un comunicato di scuse, che non è arrivato. È arrivata invece una nota del ministero degli Esteri francese, una presa di distanze da Darmanin, seppure in una formula più generica, che però a Meloni non è bastata per lasciare partire Tajani per Parigi. Il viaggio che doveva essere la tappa cruciale di un riavvicinamento che, nei piani di entrambi i Paesi, entro un mese sarebbe dovuto culminare nella stretta di mano a Parigi con Emmanuel Macron, non si è fatto. L’auto del ministro ha lasciato così l’aeroporto di Firenze in direzione di Milano, per la convention di Forza Italia.

«La precisazione dei francesi è stata insufficiente, non ci sono le scuse, il ministro dell’Interno ha detto delle cose incredibili, contro la Meloni, contro il governo, persino contro l’Italia e gli italiani, andate a risentirlo, è davvero inaudito», dice Tajani al Corriere. «È un insulto gratuito e volgare a un Paese amico, alleato, i cui vertici istituzionali sono in perfetta sintonia, per giunta nel primo anno di applicazione del Trattato del Quirinale. Vorrei vedere se Piantedosi avesse detto delle cose simili sulla Francia e sul suo governo, cosa sarebbe successo… È chiaro che nel governo francese non la pensano tutti come il loro ministro dell’Interno, è chiaro che ci è arrivato il loro dispiacere e anche il disappunto, ma occorre una smentita e condanna. Non c’è mai stato, né mai accadrà, che un italiano o un membro del governo italiano si rivolga in questo modo e con tanta aggressività verso un altro governo di un Paese alleato, o addirittura verso i suoi vertici istituzionali».

Secondo quanto riporta Repubblica, però, dietro le parole di Darmanin ci sarebbe la visita del generale libico Khalifa Belqasim Haftar, il padrone della Cirenaica, ieri a Roma. La presidente del Consiglio ha chiesto ad Haftar di attivarsi per bloccare le partenze dei migranti. In cambio, l’Italia deve impegnarsi concretamente per il leader della Cirenaica con risorse economiche e proventi energetici. Un incontro non gradito in Francia. Così, mentre il colloquio romano è in corso, il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin pronuncia parole pesantissime contro la premier.

Il conflitto tra Roma e Parigi potrebbe allargarsi. Secondo la presidente del Consiglio, i francesi soffrono la scelta italiana di investire sull’Africa con il piano Mattei. C’è però chi, dall’altra parte, imputa al protagonismo della Meloni un rischio contrario: Haftar è troppo vicino a Putin per poter essere considerato oggi un interlocutore affidabile.

La tesi italiana è che Macron utilizzi lo scontro con Meloni per ragioni interne. Il Presidente francese non intende normalizzare i rapporti con Roma perché significherebbe sdoganare anche la leader del Rassemblement National Marine Le Pen. A Palazzo Chigi sono convinti che Darmanin sia in ricerca di visibilità e che stia preparando un’agenda politica per il dopo Macron contro la destra nazionalista di Marine Le Pen.

Da Palazzo Chigi non filtra nessuna reazione ufficiale. Le due ore di colloquio con Macron, lo scorso fine marzo, nella stanza dell’hotel Amigo di Bruxelles, durante l’ultimo Consiglio europeo, avevano conciliato Macron e Meloni. La visita in Francia era in preparazione per fine maggio e inizi di giugno. Ora è congelata. Sarà comunque Tajani a continuare a mediare. Parigi può influenzare non poco l’iter del Pnrr italiano e condizionare le decisioni europee sul Patto di stabilità. Temi che potrebbero influenzare anche la prossima campagna per le elezioni europee. Macron vuole impedire, tra l’altro, la saldatura tra Ppe e Conservatori.

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