Asse del maleRussia e Iran rafforzano le connessioni per fronteggiare le sanzioni

Le due dittature stanno pianificando una serie di collegamenti ferroviari e partnership commerciali per collegare le loro economie e limitare i danni dell’embargo occidentale

LaPresse

Colpita per via dell’aggressione all’Ucraina con sanzioni simili a quelle cui è stato sottoposto l’Iran per il suo programma nucleare, la Russia ha in seguito a ciò iniziato a sviluppare con Teheran un vero e proprio asse strategico. Secondo un servizio dell’Economist, ormai questo asse per aggirare le sanzioni si starebbe attrezzando di un nuovo sistema di infrastrutture studiato apposta.  

Il dossier ricorda i molti tentativi per mettere in collegamento tra di loro i mari che circondano l’Asia: dal Canale di Suez ai piani israeliani per unire Mediterraneo e Mar Rosso via ferrovia o canale, o a quelli iracheni per collegare Bassora alla Turchia. L’obiettivo dell’asse tra Mosca e Teheran riguarda la connessione tra Mar Caspio e Oceano Indiano. Un canale potrebbe essere la soluzione più spettacolare, ma per il momento si è aperto un collegamento ferroviario circolare attraverso il Kazakistan e il Turkmenistan. La Russia sta poi potenziando i propri porti con investimenti iraniani, una compagnia di navigazione iraniana nel Caspio sta potenziando propria flotta mercantile iraniana, la Russia sta aiutando a costruire una linea ferroviaria di 164 km attraverso l’Iran fino al confine con l’Azerbaigian, sulla costa del Caspio. Una volta completata, formerebbe un collegamento ferroviario anti-sanzioni dal Baltico a Bandar Abbas, nel Golfo Persico. Altri progetti includono il miglioramento dei canali russi tra i fiumi Don e Volga, che collegano il Mar Nero con il Caspio. Un altro collegamento ferroviario con il porto di Chabahar, nel sud-est dell’Iran, potrebbe accelerare ulteriormente le esportazioni russe verso l’India.

L’Economist cita l’esperto georgiano Emil Avdaliani per ricordare come il commercio annuale russo-iraniano sia già aumentato del 20 per cento in un anno, fino a quasi 5 miliardi di dollari, secondo Emil Avdaliani. Gli esperti russi prevedono che potrebbe superare i 30 miliardi di quello con la Turchia. Il mese scorso la Russia ha fornito all’Iran per ferrovia petrolio raffinato, sia come benzina che come diesel: in parte appunto come triangolazione per aggirare le sanzioni. Allo stesso modo, attraverso l’Iran ha spedito  12 milioni di tonnellate di grano in India. 

In passato, la Russia ha evitato di investire nelle infrastrutture iraniane per paura delle sanzioni occidentali. Ma la guerra lo ha indotto a mettere da parte ogni cautela, incoraggiandolo a inviargli droni militari per martellare l’Ucraina. L’anno scorso, la Russia è stata il più grande investitore straniero dell’Iran, ben prima della Cina. Per aggirare le sanzioni occidentali, entrambi hanno introdotto un sistema di messaggistica finanziaria in alternativa allo swift. Comune è la retorica su un nuovo ordine mondiale alternativa a quello a guida Usa, e la Russia appoggia la richiesta dell’Iran di aderire ai Brics.  

Quel di cui ancora non si parla è di un invio di iraniani per sostenere la scarsità russa di manodopera in seguito alle mobilitazioni: sia chi è andato al fronte, sia chi per evitarlo è espatriato. Ma potrebbe essere prossimo. Già ’esercito russo sta cercando di reclutare lavoratori migranti dell’Asia centrale, ha detto il ministero della Difesa britannico in un aggiornamento dell’intelligence. «I reclutatori hanno visitato le moschee e gli uffici dell’immigrazione per reclutare», ha affermato il ministero della Difesa britannico. «Negli uffici dell’immigrazione, il personale che parla tagiko e uzbeco cerca abitualmente di reclutare migranti». L’obiettivo sarebbe di raggiungere 400.000 volontari aggiuntivi, in modo da evitare nuove mobilitazioni obbligatorie.

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