«Il Pnrr è fondamentale e l’attuazione della parte italiana di questo piano europeo senza precedenti è essenziale per una ragione semplicissima e cioè che in termini assoluti l’Italia è il Paese che riceve più quattrini di questi fondi comuni europei», ha detto il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni dal Festival dell’Economia di Trento, assicurando che la terza rata arriverà.
Un messaggio per Roma, mentre il ministro per gli Affari economici Raffaele Fitto sta modificando il piano cancellando e rimodulando alcuni capitali. Anche se ci sono ancora davanti tre anni di tempo – ha detto più volte il ministro – alcuni alcuni progetti del Pnrr sono diventati irrealizzabili.
Nelle relazioni arrivate dai ministri sulla scrivania di Fitto sono elencati appunto gli obiettivi troppo ambiziosi e le possibili soluzioni – racconta Repubblica.
Ad esempio, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha scritto che sono troppe 2.100 scuole da mettere in sicurezza. E troppe le mille strutture in cui costruire o ampliare le mense, per estendere il tempo pieno e contrastare l’abbandono scolastico. Valditara ha chiesto quindi di ridimensionare gli obiettivi sull’edilizia scolastica: nello specifico una riduzione dei target finali, fissati al 2025 o all’anno successivo, «in proporzione» all’aumento dei prezzi. Anche gli asili nido sono finiti dentro l’elenco dei tagli.
Il titolare dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha deciso di tenere in piedi tutti i progetti. Ma alcuni investimenti andranno spostati sulla programmazione dei fondi strutturali europei 2021-2027, che ha una rendicontazione più lunga, fino al 2029.
Nella lista del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ci sono due tratte ferroviarie in bilico: la Roma-Pescara e la Orte-Falconara. I bandi di gara saranno lanciati nelle prossime settimane, ma i tempi del Pnrr rischiano di essere troppo stretti. L’idea, quindi, è di utilizzare altri fondi per non rinunciare alle opere.
La ministra dell’Università Anna Maria Bernini conta di recuperare 500 milioni per portare lo stanziamento per gli alloggi universitari a 1,1 miliardi. Servono più soldi, spiega, se si vogliono realizzare 52.500 posti letto in tre anni. Da dare ai gestori delle residenze, pubblici e privati, per convincerli a investire, con la controrichiesta di abbassare i costi per gli studenti. Nei documenti inviati a Fitto, c’è anche un taglio dei dottorati innovativi, a fronte però di un aumento degli importi delle borse per i ricercatori.
Sarà la cabina di regia, che Fitto ha convocato per il 31 maggio, a fare chiarezza in vista dell’accelerazione che sta tentando per portare la relazione semestrale in Parlamento entro la seconda settimana di giugno.