Il partito di centrodestra Nea Dimokratia ha ottenuto una netta vittoria alle elezioni svoltesi ieri in Grecia, a cinque settimane dalle precedenti. Con il 40,52% dei voti e 158 dei 300 seggi parlamentari, il leader di Nd, Kyriakos Mitsotakis, ha raggiunto l’obiettivo della maggioranza assoluta. Mentre il suo principale rivale politico, il partito di sinistra Syriza guidato da Alexis Tsipras si ferma al 17,84% e ottiene 47 seggi.
Seguono i socialisti del Pasok con l’11,85% dei voti e 32 seggi, i comunisti del Kke con il 7,69% delle preferenze e 20 seggi e il partito Spartiates (Spartani), che ha superato la soglia di sbarramento ottenendo il 4,64% e 12 seggi. La formazione di estrema destra nota per le sue posizioni anti-migranti, Soluzione Greca, registra il 4,48% (rispetto al 3,7% del 2019) e 12 seggi. Superano per la prima volta la soglia di sbarramento anche il partito Niki (Vittoria), con il 3,69% e 10 seggi e il Partito Rotta di Libertà di ispirazione antisistema con il 3,17% dei voti e otto seggi.
«Sento forte il mio dovere nei confronti del Paese», ha commentato a caldo Mitsotakis. «Sarò il premier di tutti i greci, le grandi riforme procederanno con rapidità», ha assicurato. I cittadini chiamati alle urne hanno confermato il verdetto già emesso nelle elezioni del 21 maggio scorso, quando i conservatori avevano vinto con il 40% dei voti, doppiando il partito di Syriza, fermo al 20 per cento.
Ma il voto un mese fa si era tenuto con un sistema elettorale diverso, un proporzionale puro che aveva fatto mancare, per pochi seggi, la maggioranza assoluta ai conservatori. Così Mitsotakis – contando sul premio di maggioranza per il primo partito previsto dalla nuova legge elettorale da lui stesso approvata – aveva deciso di non intraprendere i colloqui per formare una coalizione e aveva aperto la strada al ritorno alle urne. Una scommessa che alla fine lo ha premiato, nonostante l’affluenza sia crollata rispetto a maggio.
Nea Dimokratia non è la sola a festeggiare il risultato. Si rafforza infatti in Parlamento anche la presenza dell’estrema destra: il partito Spartani ha superato la soglia di sbarramento, un traguardo incredibile se si pensa che il partito era sconosciuto fino a qualche giorno fa, quando ha ricevuto il sostegno dell’ex membro di Alba Dorata Ilias Kasidiaris, attualmente in carcere. «Dopo tanto tempo, una voce nazionalista sarà in Parlamento», ha esultato il presidente del partito Vassilis Stigas riconoscendo che il sostegno di Kasidiaris è stato «il carburante» del successo.
Supera per la prima volta la soglia di sbarramento anche il partito Niki: guidato da un insegnante di teologia, il partito si è fatto conoscere per le sue posizioni xenofobe ed è considerato vicino alla frangia conservatrice della Chiesa ortodossa. Conferma infine la sua presenza in parlamento anche un’altra formazione di estrema destra nota per le sue posizioni anti-migranti, Soluzione greca, in crescita al 4,48% (12 seggi) rispetto al 3,7% del 2019.
Entra in Parlamento anche il Partito Rotta di Libertà di ispirazione antisistema con il 3,17% dei voti e otto seggi. Resta fuori invece Mera25, il partito fondato dall’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis.
Intanto, ieri sera, uomini con il volto coperto hanno attaccato con pietre e molotov gli uffici del Movimento Socialista Panellenico (Pasok) presso la via Charilaou Trikoupis, nel quartiere ateniese di Exarchia, noto per i movimenti anarchici. Dopo l’intervento della polizia antisommossa, la tensione si è placata.