Se siete appassionati di rum e vi siete mai chiesti con quale poter ottenere un Mai Tai a immagine e somiglianza dell’originale ricetta di Trader Vic’s, preparatevi ad avere una risposta alla vostra ricerca. Per farlo ci spostiamo dall’altra parte del mondo, in Giamaica, e torniamo indietro di qualche secolo quando nel 1753 nella regione di Trelawny, lo scozzese Archibald Stirling fonda quella che (a sua insaputa) diventerà la più antica distilleria della nazione nonché una delle più rinomate al mondo.
Hampden Estate operava all’epoca come piantagione di canna da zucchero e ci vuole poco tempo perché le peculiarità del territorio in cui si trova e le tecniche usate dettino le caratteristiche imprescindibili per una produzione di assoluto livello. Nonostante questi presupposti per i primi due secoli il rum prodotto dall’Estate viene venduto sfuso, in grandi bulk, senza pensare a imbottigliamenti selezionati di Single Rum. La storia di un liquido pensato per costruire blend, comporre amari e liquori si è dunque trasformata solo di recente, in un racconto affascinante e avvincente in quella che per alcuni è considerata la migliore distilleria al mondo. C’è una spiegazione, soprattutto tecnica, che racconta come è nato questo mito e cosa ne ha determinato il suo successo all’affacciarsi del ventunesimo secolo. In prima istanza la fermentazione spontanea. Portata avanti con tecniche ancestrali con l’aiuto di lieviti indigeni che lavorano a lungo alla distillazione, della durata di circa sette ore e realizzata in alambicchi discontinui double retort di rame, di cui uno risalente al 1960. L’invecchiamento avviene sul posto, da qui la definizione tropical aging: sette anni equivalgono a circa venticinque di maturazione in clima continentale, solitamente in Europa. Pensate che concentrazione di esteri, a che livello di complessità di flavour tanto che ancora oggi la fragranza di Hampden viene usata in profumeria, al pari di altre essenze. Da un punto di vista commerciale, va da sé che un invecchiamento tropicale non è conveniente per delle logiche di mercato ad alta richiesta per non parlare del fattore dispersione. Quello che molti di voi già conoscono come angel share non è una leggenda bensì un fenomeno che nel caso del tropical aging, per via delle elevate temperature e del grado di umidità, raggiunge livelli molto elevati. Il risultato è eccellente ma estremamente costoso per il produttore.
Da ottima distilleria a brand di impatto mondiale; la rivoluzione copernicana dell’Estate inizia nel 2018, quando partono i primi imbottigliamenti in contemporanea con il sodalizio con Luca Gargano, Presidente della Velier Spa. Esistono attualmente otto marks di Hampden Single Rum, variazioni sul tema in base alle materie prime e alle diverse tecniche di fermentazione usate senza contare gli esperimenti. Quegli imbottigliamenti fuori dagli schemi, pensati per uscire dal coro e sperimentare come ad esempio Hampden Pagos, il primo tentativo in assoluto nel mondo del rum di invecchiamento integrale in botti ex-Sherry, operazione che ha segnato l’inizio di una nuova era nella storia di Hampden. Presente con più facilità tra le bottigliere dei migliori bar delle vostre città troverete Hampden Estate OWH 8 yo, imbottigliato senza nessun additivo o colorante e soprattutto, senza alcuna aggiunta di zucchero. Il marchio OWH, che sta per Outram W. Hussey, è stato creato nel 2010 dalla famiglia Hussey attualmente proprietaria della distilleria. È il grado più leggero, ma il liquido vanta già un’espressione aromatica fedele allo stile Hampden. Chiedente di prepararvi un Jamaican Mule e sentitevi per una sera soltanto nel cuore della Giamaica.