Sicurezza a lungo termineIl fondo da venti miliardi per difendere l’Ucraina proposto da Josep Borrell

Lo strumento, da inserire nell’ambito dell’European peace facility, punta a un finanziamento annuo di cinque miliardi fino al 2027. L’obiettivo è quello di garantire la fornitura di armi e addestramento militare. Intanto, l’Ungheria ha già annunciato che non parteciperà ai negoziati

AP Photo/LaPresse

Josep Borrell, l’alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, ha proposto la creazione di un fondo da venti miliardi di euro per fornire munizioni, armi e addestramento militare all’Ucraina nei prossimi quattro anni. Il piano, sottolinea l’agenzia Reuters, richiederà un maggior controllo da parte dei governi degli Stati membri prima che venga presa qualsiasi decisione sul tema.

Secondo Borrell, quei venti miliardi (cinque miliardi da versare ogni anno) rappresentano «la valutazione dei bisogni di Kyjiv». L’argomento sarà oggetto di discussione durante la riunione informale dei ministri degli Esteri in Ucraina, in programma a fine agosto in Spagna.

L’obiettivo della proposta è quello di garantire all’Ucraina più sicurezza nel lungo periodo. Il fondo, sottolinea Borrell, sarebbe da inserire nell’ambito dell’European peace facility (Epf), creato nel 2021 per «prevenire i conflitti, costruire la pace e rafforzare la sicurezza internazionale». Lo strumento fuori bilancio consente inoltre il finanziamento di azioni operative nel settore militare o della difesa nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune (Pesc). Creato nel 2021, l’Epf disponeva inizialmente di 5,7 miliardi di euro (per il periodo 2021-2027) che sono poi cresciuti fino a sfiorare quota otto miliardi. 

Tornando all’idea di Borrell, ci sarebbero ancora poche certezze in merito all’importo: «Non ci siamo ancora», ha detto alla stampa il ministro degli Esteri portoghese Joao Gomes Cravinho. 

Preoccupa, come spesso accade, la posizione dell’Ungheria, già in ritardo nell’erogazione dei cinquecento milioni di euro dei fondi Epf per gli aiuti all’Ucraina. Budapest non ha intenzione di muoversi finché Kyjiv non eliminerà dalla sua “lista nera” la banca nazionale Otp: «Non siamo disposti a intraprendere nessun tipo di trattativa, né per i cinquecento milioni bloccati né per i venti miliardi ora proposti, finché Otp sarà in questa lista», ha spiegato ai giornalisti Peter Szijjarto, ministro ungherese degli Esteri e del Commercio. 

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