Si parlerà di cooperazione bilaterale, temi economici e di sicurezza, specie nel contesto della guerra in Ucraina e del prossimo vertice Nato di Vilnius dell’11 luglio. Poi, ancora, protezione dei confini esterni dell’Unione europea, allargamento degli Stati membri e soprattutto del delicato dossier migranti, su cui Roma e Varsavia cercheranno oggi di rafforzare le loro posizioni. Il vertice tra Giorgia Meloni e il presidente del Consiglio polacco Mateusz Morawiecki affronterà tutti i temi più spinosi per i conservatori europei.
Sulla solidarietà europea in fatto di migrazioni e asilo, la Polonia ha bloccato – con l’Ungheria – le conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo a Bruxelles, marcando le distanze non solo dagli altri Paesi membri, ma anche dall’Italia stessa. Da Varsavia ripetono sempre, come ha detto ieri anche il portavoce del governo polacco Piotr Muller, che bisogna garantire la protezione delle frontiere esterne dell’Unione europea, sia terrestri che marittime, a partire dal Mediterraneo. C’è una discreta sintonia, in questo, con Roma. Perché sarà uno dei temi cruciali in vista della sfida elettorale in autunno fra Morawiecki e l’ex premier Donald Tusk. Non solo, Morawiecki sta pensando di unire il voto politico a un referendum sulla redistribuzione dei migranti, rifiutando il principio di solidarietà obbligatoria e nascondendosi dietro l’accoglienza assicurata a milioni di rifugiati ucraini.
Si parlerà ovviamente anche delle prossime elezioni europee e delle alleanze con cui i conservatori dovranno presentarsi agli elettori. In Italia è un tema delicato, le forze di maggioranza si stanno spaccando sull’asse Lega-Forza Italia: Matteo Salvini insiste per un’alleanza tra tutte le forze di destra, comprese le più estremiste francesi – che fanno capo a Marine Le Pen – e quelle tedesche di AfD, una condizione irricevibile per la grande famiglia dei popolari europei, e per questo Antonio Tajani ha già rigettato la proposta. La linea di faglia sarebbe ancora più frastagliata, perché Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega in Europa sono collocate in tre “famiglie” differenti e non sarà facile mettere tutti d’accordo: non è detto nemmeno che i popolari siano più vicini agli estremismi di Id e Ecr che non ai liberali di Renew Europe o alla sinistra di S&D.
Meloni a Varsavia cerca soprattutto rassicurazioni su questo fronte, andando in casa di un esponente del gruppo dei Conservatori e riformisti europei del quale lei è presidente. L’agenda di Meloni è piuttosto fitta e dopo il bilaterale con il suo omologo polacco interverrà agli Study days dell’Ecr, al Sofitel Victoria, in centro a Varsavia. Qui interverranno anche il presidente della Repubblica di Polonia, Andrzej Duda, i due presidenti del gruppo Ecr al Parlamento europeo, il professor Ryszard Legutko e Nicola Procaccini, con due focus ad hoc su quale Europa in tempi di cambiamenti geopolitici globali, Fit for 55 e la transizione energetica, la famiglia al centro delle politiche governative. Anche la scelta dei temi non è certamente casuale: le due sessioni di lavoro, “Europa libera e unita in tempi di cambiamenti geopolitici globali” e ”Fit for 55 e la transizione energetica: chi pagherà”, sono quelli che più di tutti trovano punti di contatto tra l’Ecr e il Partito popolare europeo.