Isabel Evangelisti è un atelier creativo il cui nome si sta diffondendo in Italia e all’estero. I suoi gioielli sono caratterizzati dalla fusione di artigianalità e tecnologie più o meno emergenti, come ad esempio la stampante 3d e gli Nft.
La proprietaria, da cui il brand prende il nome, si contraddistingue per la sua curiosità, accompagnata da una passione sfrenata per l’archeologia. Gran parte del suo tempo, infatti, lo trascorre viaggiando, alla ricerca delle ispirazioni giuste, al di fuori delle mura del suo laboratorio.
«Durante le riprese di un progetto in Messico mi sono imbattuta nel giardino surreale del santuario di “Las Pozas”, un’idea di Edward James, avvolto dalla rigogliosa giungla messicana. Questo spazio, per me, rappresenta un luogo evocativo e sacro. Solo dopo una ricerca approfondita sul campo ho capito che si trattava di un “Finisterre”, un luogo magico al confine della terra», racconta Evangelisti.
Qui rimane colpita dai meravigliosi affreschi e dalle iscrizioni rinvenute dall’Insula dei Casti Amanti, dove incontra il particolare carattere erotico di una civiltà priva di pudori. Come una collezionista, ne assorbe la meraviglia e la bellezza, trovando l’ispirazione per ideare il suo brand.
L’anello “Eterno” rievoca un amore tenero, che si ispira alla Casa dei Casti Amanti, situata nel cuore di Pompei. Quest’ultima prende il nome da un affresco rinvenuto nella sala da pranzo, raffigurante due amanti che si scambiano un bacio durante un banchetto. L’amuleto, che può essere donato come un dolce pegno d’amore, testimonia la ricchezza di un sentimento e di una sensualità pervasivi all’interno della città.
«Il medium artistico attraverso il quale decido di dare forma a questa esperienza è la scultura digitale», racconta Isabel Evangelisti. La sfida iniziale, prosegue, «è stata quella di lasciarsi alle spalle tecniche tradizionali, come la modellazione in cera, e prediligere invece un workflow più innovativo, utilizzando software 3D a zero impatto ambientale».
Un altro aspetto chiave del suo processo creativo è l’ambizione di voler creare oggetti densi di storia e che siano in grado di preservare il loro lifecycle emotivo. Evangelisti e il suo compagno Francesco – giovane esperto di Nft e fintech – stanno attualmente collaborando con una blockchain per far circolare il brand anche in un ecosistema digitale, che permetterà di associare al gioiello fisico una sorta di diario virtuale del proprietario.
«Mi sono sempre chiesta quale fosse la vita precedente degli oggetti vintage e di seconda mano, a chi appartenessero prima e quali luoghi avessero abitato», aggiunge. Il prossimo obiettivo del brand risiede infatti nella combinazione di ciascun pezzo a un Nft certificato. In questo modo il gioiello diventa “phygital”: la componente fisica viene resa tracciabile e potenzialmente tramandabile al prossimo proprietario sotto forma di Nft.
«Ogni volta che un gioiello viene acquistato, verrà sviluppato un ecosistema attraverso il quale la storia personale del nuovo proprietario e quella che l’Nft ha prefigurato si intrecciano. Ciò su cui sto lavorando nasce da una semplice domanda: “Cosa c’è di Isabel in questo gioiello”», chiude la proprietaria del brand.
Questo crocevia di esperienze sarebbe filosoficamente in grado di mettere di nuovo in questione ciò che può essere conosciuto e quello che la realtà non è disposta a mostrare. Tramite la blockchain, grazie a cui ogni step della filiera produttiva può essere rintracciato, si instaurerebbe un legame tra oggetto e proprietario, che sarebbero legati a doppio filo, l’uno all’altro. A livello pratico, rimarrebbe la traccia di un serbatoio di esperienze, consultabile come un qualsiasi diario.