Acque pericoloseUna nave mercantile è salpata da Odessa per la prima volta dalla fine dell’accordo sul grano

Il cargo Joseph Schulte, battente bandiera di Hong Kong, ha lasciato il porto della città ucraina nonostante le minacce russe. Ha seguito un percorso straordinario, un corridoio temporaneo creato dopo che Mosca si è ritirata dal patto voluto dalle Nazioni Unite

AP/Lapresse

Una nave mercantile civile ha lasciato il porto ucraino di Odessa, nonostante le minacce della Russia. Il ministro delle infrastrutture ucraino, Oleksandr Kubrakov, ha dichiarato che la Joseph Schulte, battente bandiera di Hong Kong, è partita mercoledì dalla città nel sud del Paese: si tratta di una delle tre navi che avevano partecipato all’accordo sull’esportazione di grano che poi è stato interrotto dalla Russia, ed era bloccata a Odessa dal febbraio 2022. È la prima nave cargo a salpare dal porto dal 16 luglio.

«L’annuncio», scrive il Guardian, «solleva lo spettro di una situazione di stallo con le navi da guerra russe, dopo che Mosca si è ritirata dall’accordo mediato dalle Nazioni Unite e dalla Turchia, che garantiva un passaggio sicuro per le spedizioni di grano da tre porti ucraini». La nave sta percorrendo un corridoio temporaneo che l’Ucraina ha chiesto di ratificare all’Organizzazione marittima internazionale (Imo). Questa mattina è ancora al largo delle coste della Romania, in rotta verso la Turchia.

La Joseph Schulte sta trasportando più di trentamila tonnellate di carico in 2.114 container, che tra le altre cose contengono anche prodotti alimentari. Si tratta della nave di valore più alto delle sessanta ancora bloccate in Ucraina dall’inizio della guerra.

Secondo John Stawpert, dell’International Chamber of Shipping, i buoni rapporti – almeno di facciata – tra Cina e Russia probabilmente hanno contribuito a consentire la partenza della nave, ma è improbabile che altre navi partano a breve (c’entrano soprattutto le bandiere e la loro posizione in Ucraina).

«L’Ucraina ha appena compiuto un passo importante verso il ripristino della libertà di navigazione nel Mar Nero», ha detto il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, sui suoi profili social.

Da quando è uscita dall’accordo sul grano a luglio, la Russia ha intensificato gli attacchi alle infrastrutture portuali ucraine del Mar Nero e alle strutture che Kyjiv usa per esportare grano attraverso il Danubio. Proprio ieri il governatore della regione di Odessa ha fatto sapere che i droni russi hanno danneggiato alcune strutture per lo stoccaggio del grano in una zona limitrofa al porto sul fiume. Mentre l’aeronautica ha detto di aver abbattuto ben tredici droni russi su Odessa e nella vicina regione di Mykolaiv.

La partenza della nave cargo e la creazione di un corridoio ad hoc ovviamente non risolvono tutti i problemi. C’è ancora grande preoccupazione per un possibile attacco russo alle navi mercantili nel Mar Nero. Ma secondo gli analisti di politica internazionale citati dal Guardian il trasporto marittimo nel Mar Nero è stato in realtà piuttosto stabile dalla fine dell’accordo sul grano, nonostante i costi sempre più elevati per le assicurazioni sui carichi e la diminuzione delle spedizioni dall’Ucraina.

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