L’alba della golden ageIl giorno che ha cambiato la storia del calcio italiano

Il 19 aprile 1989 è stata una giornata storica. Si disputano tre semifinali di coppe europee, la Sampdoria, il Napoli e il Milan raggiungono la finale nello stesso giorno, quasi in contemporanea. Lo racconta l’ex arbitro Andrea Novelli in “Il calcio come esperienza religiosa” (Edizioni Ultra)

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A detta di tutti, il 19 aprile 1989 è stata una giornata storica per il calcio italiano. Le semifinali, più che le finali che seguiranno, sono state un punto di svolta, uno snodo cruciale, quello della definitiva consapevolezza.

Esserci stato in prima persona è stata una fortuna, ma anche frutto di un piano ben concertato, che ha permesso di vivere in presa diretta agli eventi che hanno portato come risultato una squadra italiana in ognuna delle finali delle coppe europee.

Per i nostri club è stata la prima volta. Se si aggiunge anche che il Milan, il Napoli e la Sampdoria hanno giocato contro le tre squadre in testa ai rispettivi campionati (spagnolo, tedesco e belga), con Real e Bayern Monaco che erano ancora imbattuti e Malines che aveva perso solo una volta, il risultato è stato ancor più eclatante.

Nelle semifinali di ritorno, Milan, Sampdoria e Napoli hanno segnato dieci gol a due, di questi sei sono stati realizzati da giocatori stranieri, quattro da italiani.

Guardando al passato, nel 1964-1965 si presentarono in due all’atto finale: l’Inter, che vinse contro il Benfica in Coppa dei Campioni, e la Juventus, che al Comunale di Torino perse la finale della Coppa delle Fiere contro gli ungheresi del Ferencváros.

Anche nel 1972-1973 avevamo avuto due finaliste: la Juventus in Coppa dei Campioni (persa con l’Ajax) e il Milan in Coppa delle Coppe (vinta contro il Leeds United).

Undici anni dopo, nel 1983-1984, la Roma in Coppa dei Campioni perse solo ai rigori in casa contro il Liverpool e la Juventus di Platini in Coppa delle Coppe vinse contro il Porto a Basilea. Al triplete delle coppe europee ci era arrivata molto vicina la Spagna nella stagione 1961-1962, con l’Atletico Madrid vincitore della Coppa delle Coppe e il Valencia della Coppa delle Fiere vinta contro il Barcellona, ma in Coppa dei Campioni steccò proprio con il Real Madrid, che perse contro il Benfica di Eusebio. Nel 1985-1986 a fallire furono il Barcellona, sconfitta in finale di Coppa dei Campioni contro la Steaua Bucarest, e l’Atletico Madrid che perse la Coppa delle Coppe contro la Dinamo Kiev, mentre il solo Real Madrid vinceva la Coppa Uefa contro il Colonia.

Il 19 aprile 1989, il giorno delle semifinali di ritorno Sampdoria-Malines 3-0 in Coppa delle Coppe, Bayern Monaco-Napoli 2-2 in Coppa Uefa e Milan-Real Madrid 5-0 in Coppa dei Campioni, è considerato da tutti gli addetti ai lavori lo snodo cruciale che ha dato al nostro calcio la consapevolezza di poter primeggiare in campo internazionale, il preludio a un’epopea durata un decennio che ha visto sette squadre ottenere almeno una vittoria europea. Solo per la sconfitta in finale della grande Samp di Vialli e Mancini a opera del Barcellona, infatti, le italiane non riuscirono a completare già quell’anno un clamoroso en plein, ma si dovette attendere ben poco: nella stagione successiva, con la conquista contemporanea di tutti e tre i trofei, l’Italia conseguirà un record ineguagliato e di fatto ineguagliabile, visto che la Coppa delle Coppe non esiste più.

Il calcio come esperienza religiosa. 19 aprile 1989 il giorno che ha cambiato la storia del calcio italiano - Andrea Novelli - copertina

Tratto da “Il calcio come esperienza religiosa. 19 aprile 1989 il giorno che ha cambiato la storia del calcio italiano” (Ultra), di Andrea Novelli, pp. 248, 16€

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