Tratto dall’Accademia della Crusca
Ci sono pervenute due domande sugli usi delle parole riga e rigo e sul significato della polirematica leggere tra le righe.
Risposta
I vocaboli riga e rigo, che prenderemo in esame nelle accezioni ‘linea di scrittura (a mano o a stampa)’ e ‘linea tracciata su una superficie, spec. su un foglio’ (per tutte le altre caratterizzazioni semantiche, cfr. GRADIT), sono lemmatizzati dalla nostra lessicografia storica, etimologica e dell’uso contemporaneo (DELI, Devoto-Oli 2022, DISC, l’Etimologico, GRADIT, GDLI, Vocabolario Treccani online, Zingarelli 2022): tutti i dizionari datano riga sec. XIII (eccetto DISC, che presenta sec. XIV, DELI e Zingarelli 2022, che si riferiscono all’attestazione dantesca), mentre rigo av. 1527 (o sec. XVI); fanno, inoltre, risalire la prima al long. *rīga e considerano la seconda come derivata o variante dell’altra (ma potrebbe trattarsi anche di una conversione dal verbo rigare, che è precedentemente attestato: av. 1292 nel GRADIT).
È necessario osservare che, sugli usi di riga e rigo e sulle rispettive forme plurali, è già intervenuta presso il servizio di consulenza linguistica Teresa Poggi Salani nel 1991 (cfr. T. Poggi Salani, Risposta al quesito della signora Sofia Fucito di Sorrento sull’alternanza riga/rigo e rispettive forme plurali, in “La Crusca per voi”, n. 3 [ottobre 1991], pp. 6-7). In aggiunta alle indicazioni dei dizionari sincronici (è bene ricordare che, all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, non erano ancora stati pubblicati il GRADIT e il DELI, che risalgono al 1999, il Sabatini-Coletti, pubblicato nel 2003, l’Etimologico, edito nel 2010, e, come nota la stessa Poggi Salani, era in corso di stampa il XVI volume del GDLI), la studiosa descrive e confronta il trattamento lessicografico delle due parole nei tre principali vocabolari dell’uso di fine Ottocento (il Vocabolario della lingua parlata di Rigutini e Fanfani, il Nòvo dizionario di Petrocchi e il Novo vocabolario della lingua italiana secondo l’uso di Firenze di Giorgini-Broglio; ma considera anche il Dizionario dei sinonimi di Tommaseo), giungendo alla conclusione che, nonostante tutto, «resta altrove sensibile la tendenza, ben avvertibile anche nella lessicografia ottocentesca, a divaricare in parte gli ambiti d’uso: “riga di scrittura” (a mano o a stampa), “scrivere con cura sul rigo”» (Poggi Salani cit., p. 7). Nei repertori lessicografici del XIX secolo, riga non è, dunque, connessa alla rigatura dei fogli sui quali si scrive. I dizionari storici, etimologici e dell’uso contemporaneo consultati tendono a precisare che con riga si fa riferimento a una ‘linea tracciata su una superficie’ (ma, nel GRADIT, anche a ‘ognuna delle linee secondo le quali è disposto un testo scritto’) e con rigo a ‘linea tracciata su un foglio per agevolare la scrittura’ e anche a ‘linea di scrittura e di stampa’ (secondo il DELI, Devoto-Oli 2022, DISC, GDLI, GRADIT, Vocabolario Treccani online, Zingarelli 2022; mentre l’Etimologico al lemma rigo rimanda direttamente a riga): le definizioni presentano zone di sovrapposizione – e questi confini in parte coincidenti vengono segnalati anche da Poggi Salani – al punto che, ad esempio, lo Zingarelli 2022 propone rigo come sinonimo di riga e il Vocabolario Treccani online spiega che rigo è “lo stesso che riga, ma quasi escl. per indicare le linee tracciate su un foglio o quaderno, oppure le linee di scrittura o di stampa”.
Questo dizionario osserva, per di più, che il plurale di rigo non è righi, bensì righe, che, in realtà, è il plurale di riga (a differenza del Devoto-Oli 2022, DISC, GDLI e Zingarelli 2022, i quali specificano che il plurale maschile è in -ghi). Credo che l’estensione del plurale femminile alla forma maschile, oltre che da interferenze semantiche, sia determinata dalla frequenza d’uso delle due parole. Ancora Poggi Salani (cit., p. 7), a conclusione della sua indagine, afferma che “l’alternanza tra riga e rigo non si porrà tanto in termini di correttezza quanto di correntezza e frequenza (in un terreno ancora mosso)” e, prima, “[…] pare così complessivamente essersi ristretto l’ambito delle possibilità d’uso di rigo di fronte a riga”.