Verità alternativeL’esercito dei negazionisti che minimizza gli orrori di Hamas (come ha fatto con Putin)

Gli stessi che per mesi hanno ridimensionato le atrocità del Cremlino, in queste ore si sono mobilitati per nascondere le atrocità umanitarie del gruppo terrorista palestinese verso i bambini israeliani. Il metodo è lo stesso: discutere sulla autenticità o meno dei dettagli per non parlare del crimine commesso

LaPresse

Nel Paese decente che non siamo la notizia non sarebbe stata quella della decapitazione dei bambini, ma quella dell’esercito dei negazionisti immediatamente mobilitato per attribuirla alle cospirazioni della propaganda sionista. Perché quello era l’intento e quello era il modo: non invitare alla cautela su una notizia da verificare, ma istigare la fogna a tutelare l’immagine dei combattenti per la libertà del popolo oppresso, un’immagine ingiustamente infangata considerando che quei bambini li avevano tutt’al più fucilati o ammazzati a picconate, ma decapitati proprio no signori miei.

Era un puro caso che si trattasse poi degli stessi, esattamente gli stessi, per i quali l’ospedale ucraino incenerito era un covo di nazisti, l’asilo raso al suolo era un deposito di armi dei servi della Nato, le gravida sventrata era una modella coperta di vernice usata a simulazione del sangue, il ciclista abbattuto dal cecchino era un passante e via di questo passo, dal primo giorno e senza sosta. Gli stessi che disegnavano Zelensky con i baffetti hitleriani discutevano in questi giorni dell’evidente profilo nazista degli israeliani, questi da denazificare quanto gli ucraini ma con qualche supplemento di fisiologica e giustificabile ferocia visto che han fatto l’apartheid, sono padroni delle banche e controllano Big Pharma.

E invece questa notizia, che era la notizia, scompariva dalle pagine dei giornali e dal porcaio televisivo per cedere il posto al «bisogno di verità», il battibecco sul fatto che fossero davvero o no decapitati quei bambini, mentre appunto passava inosservato quel rinnovato andazzo negazionista, la foia che respingeva quell’ipotesi dell’orrore non perché si sperava che non fosse vero, ma perché rinnegarlo consentiva di liquidare l’eccidio al rango di una cosa dopotutto routinaria e su cui non menare troppo il torrone. Col corollario, che a volte nemmeno riusciva a non essere dichiarato, che gli aggrediti si costringevano persino alla confezione della fake news per caricare di colpe gli aggressori.

Un’altra bella pagina di questo caro Paese.