La grottesca apologia del terroreL’internazionale antioccidentale incolpa noialtri dei crimini di Putin e Hamas

Il 27 e 28 ottobre a Roma si incontreranno personaggi di vario genere che confondono le tesi putiniane col marxismo convinti che il vero aggressore non sia il macellaio del Cremlino e il gruppo terrorista palestinese, ma il blocco Stati Uniti-Nato-Ue

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Alcune piazze a favore della Palestina di queste settimane si sono tinte di antisemitismo e antisionismo, regalandoci in tutta Europa lo spettacolo disgustoso dell’equiparazione tra ebrei e nazisti, cori che inneggiavano ai terroristi di Hamas e cartelli in cui Anna Frank era avvolta in una kefiah. I protagonisti di questo piccolo teatro degli orrori in Italia hanno nomi noti: Maya Issa, pasionaria portavoce dei palestinesi della città Eterna che si è lanciata in un «fuori i sionisti da Roma», Mohammed Hannoun, leader di Hamas in Italia, Davide Piccardo, direttore editoriale de “La Luce” che discetta su canali più o meno mainstream su quanto sia ingiusto l’Occidente e su quanto il terrorismo sia l’estrema ratio necessaria, coltivando disinformazione sui missili tirati dalla jihad che cadono nei parcheggi degli ospedali. 

Il fronte delle ragioni di Hamas ha trovato gli stessi alleati e interlocutori che abbiamo incontrato nel dibattito pubblico italiano in ogni fase dell’aggressione russa all’Ucraina; una saldatura ideale che il 27 e 28 ottobre, a Roma, all’Hotel Universo, troverà il suo compimento all’International Peace Conference, un raduno internazionale dove spiccano le presenze di Carlo Rovelli, dello stesso Mohammed Hannoun, di Diego Fusaro, del deputato libanese di Hezbollah Ali Fayyad, del generale Fabio Mini, di Franco Cardini, della deputata e capogruppo del Movimento 5 stelle in Commissione Antimafia, Stefania Ascari, dell’ex ambasciatore italiano in Cina Alberto Bradanini, dell’ex ambasciatrice Elena Basile, il tutto condito da un mix raggelante di sigle dalle organizzazioni terroriste palestinesi come l’FLP, protagonista di una stagione di attentati negli anni Settanta e Ottanta anche nel nostro Paese, del Fronte Democratico della Liberazione della Palestina che ha rivendicato la presenza della sua ala armata nelle azioni nei kibbutz di Kfar Aza, Be’eri e Kissufim e il Fronte Popolare di lotta per la Palestina che controlla militarmente Gaza Nord tramite le Brigate Palestinesi della Jihad. Insieme a loro putinisti, no Vax, sigle della sinistra insurrezionalista e dell’estremismo nero bosniaco. 

Tutti insieme per sostenere come si legge nel documento dell’iniziativa che «il vero aggressore è in realtà il blocco Stati Uniti-Nato-Ue, che ha approfittato del dissolvimento dell’Unione Sovietica per sottomettere economicamente e politicamente tutta l’Europa orientale nella prospettiva di accerchiare e sconfiggere la Russia. L’ultimo passo di questa strategia sarebbe la definitiva annessione dell’Ucraina alla Nato e alla Unione europea quindi un cambio di regime a Mosca». 

Tesi note che aggiungono anche la chiamata all’azione per «sventare la terza guerra mondiale (…) costruendo una grande alleanza internazionale per la pace e la fratellanza tra i popoli che metta in movimento le diverse anime che combattono contro il militarismo e l’imperialismo in ogni loro forma». Dopo la chiusura dei lavori tutti si uniranno al corteo di solidarietà «per la Resistenza Palestinese» che partirà da Porta San Paolo il 28 ottobre alle 15:00. 

Questa internazionale che confonde e fonde la pace con la lotta armata, le tesi putiniane col marxismo d’antan, la dittatura sanitaria con quella della Nato è nei fatti la rappresentazione plastica di quanto l’apologia del terrore, l’annientamento dell’idea di democrazia liberale siano un riflesso non secondario di un magma che si muove tra l’alta rappresentazione televisiva di fisici, ex ambasciatori e generali e un retroterra di personaggi noti alle intelligence di mezzo mondo ma che nel nostro Paese trovano palchi, piazze e conferenze consci che in fin dei conti ad alcuni tutto è concesso. 

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