Notte di scontri e bombardamenti tra Israele e Hamas, che stanno combattendo specialmente nel sud d’Israele, più precisamente tra le città Ashkelon e Sderot e il kibbutz di Karmia. Il bilancio totale dei morti, intanto, ha superato quota mille: sono più di settecento tra gli israeliani e più di quattrocento tra i palestinesi. Sono invece più di cento i prigionieri a Gaza, tra cui anche cittadini americani e tedeschi. Hamas ha annunciato di aver sequestrato anche degli ufficiali di alto rango dell’esercito israeliano.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno scritto su X (Twitter) di aver attaccato diversi luoghi «operativi delle organizzazioni terroristiche, tra cui un quartier generale a tre piani e un quartier generale associato alla forza navale di Hamas, Muhammad Keshta. Inoltre, una risorsa operativa utilizzata dall’organizzazione terroristica di Hamas, situata nel cuore di una moschea nella zona di Jabaliya, è stata distrutta».
Israele, che domenica ha formalmente dichiarato guerra ad Hamas, si prepara quindi a intensificare gli scontri. Secondo il Washington Post, che cita alcuni funzionari statunitensi, l’operazione via terra di Israele a Gaza potrebbe cominciare nel giro di uno o due giorni. Non a caso, stando al portavoce militare israeliano Jonathan Conricus, Tel Aviv ha chiamato a rapporto circa centomila soldati, già diretti al confine con la striscia di Gaza. Qui, intanto, secondo l’Onu è salito a centoventimila il numero di palestinesi sfollati. La formalizzazione dello stato di guerra da parte del gabinetto di sicurezza israeliano permetterà al governo di Benjamin Netanyahu – che ha promesso una «potente vendetta» – di estendere la mobilitazione militare.
Secondo le Forze di difesa israeliane, circa mille militanti di Hamas hanno fatto incursione in territorio israeliano dopo l’attacco del 7 ottobre: «Alla fine di questa guerra, Hamas non avrà più alcuna capacità militare di minacciare i civili israeliani. Hamas non sarà in grado di governare la striscia di Gaza», ha spiegato Jonathan Conricus.
Israele dovrebbe ricevere il sostegno degli Stati Uniti, e il colloquio di ieri tra Joe Biden e Benjamin Netanyahu ha confermato la vicinanza tra i due Paesi. Il segretario della Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha annunciato l’invio nel Mediterraneo orientale di una portaerei a propulsione nucleare. In più, la presenza aerea statunitense nella regione crescerà grazie a squadroni di aerei da combattimento F-35, F-15, F-16 e A-10. Secondo la Nbc, Washington fornirà a Israele anche munizioni aggiuntive.