Era solo “allerta gialla”In Italia non c’è cultura meteorologica, ma si può ancora rimediare

La confusione su cosa sia un’allerta meteo, su cosa significhino i colori che la contraddistinguono e su come ci si debba comportare è diffusa in modo capillare. Conoscere un fenomeno è il primo passo per imparare ad affrontarlo nel modo più corretto (e a difendersi da eventuali pericoli)

(AP Photo/LaPresse - ph. Luca Bruno)

Il nubifragio ha causato danni e vittime, ma “era solo allerta gialla”. Quante volte, dopo eventi meteo estremi, abbiamo sentito questa frase? Nel caso della terribile alluvione del settembre 2017 a Livorno, l’allerta della Protezione civile fu arancione ma anche in quel caso le polemiche non mancarono. Un’allerta rossa avrebbe potuto evitare la tragedia? Siamo consapevoli che anche nell’allerta gialla vengono menzionate le possibili perdite di vite umane per cause incidentali? Sappiamo che, anche con un’allerta meteo in vigore, il temporale può scatenarsi nel paese di fianco e lasciare all’asciutto il nostro?


La confusione su cosa sia un’allerta meteo, su cosa significhino i colori che la contraddistinguono e su come ci si debba comportare è purtroppo diffusa in modo capillare nel nostro Paese e spesso ci si trova del tutto impreparati a gestire una situazione di emergenza. Gli italiani non sono meteorologicamente “pronti”? Sembrerebbe proprio di sì, e di certo non sono aiutati dal calderone di siti meteo privati e App che pretendono di dirci a che ora pioverà e in quale quartiere della città, come se la previsione meteo dovesse assumere il carattere della certezza spaccando il minuto. Le sciabolate artiche e gli Anticicloni dai nomi improbabili (che poi sono sempre loro, quello Africano e quello delle Azzorre) non aiutano certo a diffondere una cultura meteorologica. 

La crisi climatica, come ci conferma la comunità scientifica, sta rendendo più intensi e frequenti gli eventi estremi (siccità, piogge alluvionali, nubifragi, grandine grossa). Può non cadere una goccia di pioggia per mesi e mesi, come è avvenuto nel Nord Italia nel 2022, e basta un nubifragio per far precipitare enormi quantità di acqua in pochissime ore. I sistemi di allerta precoce sono però sempre più importanti in un mondo alle prese con gli effetti della crisi climatica. L’Italia è un Paese con un territorio geo-morfologicamente molto complesso e vulnerabile e ciò rende il lavoro previsionale dei meteorologi ancora più complesso. 

L’apparato di allertamento nazionale è organizzato in un sistema articolato tra autonomie locali e coordinamento centrale. I sindaci sono responsabili in primis del servizio di Protezione civile sui propri cittadini e hanno l’obbligo di agire in tempi rapidi sulle singole situazioni del proprio Comune. I bollettini di vigilanza meteorologica (con la descrizione dei fenomeni di rilievo ai fini della protezione civile) e i bollettini di criticità (che riportano i famosi codici di allerta colore) sono redatti quotidianamente, trecentosessantacinque giorni l’anno, sia a livello nazionale che regionale,  sempre disponibili sul sito web del dipartimento nazionale e, con delle differenziazioni, sui siti delle Regioni e Province autonome.

L’allerta gialla è, secondo la Protezione civile, riferita a condizioni favorevoli allo sviluppo di piogge o temporali di forte intensità e rapidità di evoluzione, a cui possono associarsi allagamenti localizzati dovuti all’intensità delle precipitazioni, frequenti fulminazioni, raffiche di vento e grandinate. 

L’allerta arancione si differenzia per una maggior persistenza (durata media di tre ore) ed estensione sul territorio dei fenomeni attesi, che possono dar luogo ad allagamenti anche diffusi nonché a criticità più significative legate alle raffiche di vento, alle fulminazioni e/o alla grandine. L’allerta gialla potrebbe essere associata erroneamente a fenomeni di intensità minore rispetto a un’allerta arancione o rossa, ma non va sottovalutata: con un codice giallo potrebbero verificarsi situazioni ugualmente pericolose ma in forma semplicemente meno diffusa. 

È importante sottolineare che i temporali, ad esempio, sono fenomeni circoscritti nel raggio di pochi chilometri ed è difficile prevedere con precisione dove colpiranno, quindi l’allerta riguarderà diverse zone, ma i temporali si svilupperanno solo in alcune di esse. Inoltre, uno stesso fenomeno meteo può essere più o meno intenso e avere effetti diversi su territori più o meno fragili.  

Conoscere un fenomeno è il primo passo per imparare ad affrontarlo nel modo più corretto e a difendersi da eventuali pericoli. La comunicazione dell’allerta meteo è altrettanto importante e a livello europeo si stanno utilizzando metodi più efficaci oltre al classico bollettino: mentre in Italia si è testato l’IT-Alert, la scorsa estate la Francia ha inviato la prima allerta meteo di emergenza durante un’intensa fase di maltempo accompagnata da trombe d’aria. In Spagna, invece, l’allerta è stata diramata sugli smartphone per avvertire la popolazione del rischio di inondazioni a Madrid a settembre. 

L’allerta meteo precoce salva la vita e lo dimostrano i dati: secondo il l’Organizzazione mondiale della meteorologia (Wmo) negli ultimi cinquant’anni – tra il 1970 e il 2021 – è notevolmente diminuito il tasso di mortalità legato ai fenomeni meteo-climatici e idrici estremi, pur essendo aumentati nello stesso periodo di tempo i danni economici a essi collegati. La crisi climatica è in atto: occorre conoscerne gli effetti e adattarsi anche grazie ai sistemi di allerta precoci. 

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