Il Regno Unito è fatto così, da un’elezione suppletiva – anzi, due – puoi indovinare come andranno quelle generali. Una specie di spoiler. Specie se, come nel caso di giovedì scorso, vanno al voto due collegi prima considerati feudi “blu”, dei conservatori. Invece si sono colorati di rosso Tamworth e Mid Bedfordshire, che eleggeva Tories dal 1931, con un travaso di consensi eclatante. I laburisti hanno già definito la loro vittoria «un terremoto politico» e può darsi sia così.
Ma ci sono delle ragioni se, con una brutta metafora meteorologica, da certi giorni del calendario (elettorale) si può prevedere che tempo farà nel resto dell’anno. Storiche, innanzitutto. Sarà perché sono isolate e finiscono per attirarsi l’attenzione dei media, che con la politica politicante ci riempiono le pagine, ma le «by-elections» spesso assurgono al rango di referendum sull’operato del governo e sulla salute dell’opposizione. A volte sul loro spoglio si infrange un premierato, come quello di John Major nel 1993 (Christchurch), o finisce un’era. La Farsalo di Margaret Thatcher si chiama Mid Staffordshire, era il 1990.
UK (Mid Bedfordshire), national parliament by-election:
Final result
Strathern (LAB-S&D): 34.1 (+12.4)
Akinbusoye (CON~ECR): 31.1% (-28.7)
…+/- vs. 2019 election
Labour (~S&D) gain from Conservatives (~ECR)
➤ https://t.co/7gcpMz8djk#MidBeds #MidBedsByelection pic.twitter.com/nOi7REzAsg
— Europe Elects (@EuropeElects) October 20, 2023
Va detto che non tutte le volte lo spostamento di un singolo seggio si rivela un buon indizio di come soffierà il vento. Per dire, i “fatali” Christchurch e Mid Staffordshire alle elezioni successive tornarono ai Tories. Oppure, per citare esempi più recenti, nel maggio 2021 la conquista di Hartlepool, che non era mai riuscita ai conservatori da quando il seggio era stato creato negli anni Settanta, era sembrata – agli opinionisti – coronare la luna di miele tra Boris Johnson e l’opinione pubblica. Pochi mesi dopo, la batosta del premier a North Shropshire ha fatto pronosticare che il 2022 sarabbe stato il suo ultimo anno a Downing Street. E così è stato.
Un’analisi del New Statesman ha spiegato bene perché soprattutto Tamworth, nelle West Midlands, può essere considerata un buon indicatore. Al di là dei precedenti storici – qui, nel 1834, l’allora primo ministro Robert Peel tracciò un manifesto del conservatorismo moderno che porta ancora il nome della cittadina – le suppletive sono state innescate dalle dimissioni di Chris Pincher, l’ex capogruppo sospeso dal partito per uno scandalo (molestie sessuali) divampato in una fase critica della leadership già pericolante di Johnson. Il collegio è – era – ritenuto uno di quelli «sicuri» per la destra: nel 2016 ha votato per la Brexit, con il «Leave» al sessantasei per cento, e i suoi iscritti sono al novantacinque per cento bianchi.
UK (Mid Bedfordshire), national parliament by-election:
Final result
Strathern (LAB-S&D): 34.1 (+12.4)
Akinbusoye (CON~ECR): 31.1% (-28.7)
…+/- vs. 2019 election
Labour (~S&D) gain from Conservatives (~ECR)
➤ https://t.co/7gcpMz8djk#MidBeds #MidBedsByelection pic.twitter.com/nOi7REzAsg
— Europe Elects (@EuropeElects) October 20, 2023
«Se state cercando un seggio che possa offrirvi un altro test delle prospettive dei laburisti, è Tamworth […] il barometro della Gran Bretagna post Brexit», ha scritto Ben Walker, cofondatore dell’aggregatore di sondaggi Britain Elects. Lì nel 2019 i Tories avevano sfondato, con una maggioranza di ventimila voti, che giovedì si è sgretolata: dal 66,3 per cento sono scesi al 40,7, mentre i laburisti sono risaliti dal 23,7 al 45,8 per cento. Il sorpasso era riuscito alla sinistra anche nel 1996, sempre suppletive, un anno prima del trionfo del 1997 del New Labour di Tony Blair. Keir Starmer spera di ripeterlo.
Mid Staffordshire, invece, era il collegio di Nadine Dorries, fedelissima di Johnson che si era dimessa – in ritardo – ad agosto sperando di incassare il titolo di Lord, promessole da Boris. Non lo ha mai ottenuto e oggi dà la colpa a «forze sinistre». Qui, nel 2019, i conservatori hanno capitalizzato un vantaggio di 24.664 suffragi: dilapidato. La vittoria laburista ha segnato così il più grande ribaltamento della storia elettorale; quello di Tamworth si classifica comunque al secondo posto dal 1945. «Questi risultati fenomenali dimostrano che il Labour è tornato al servizio della classe lavoratrice e sta ridisegnando la geografia politica», ha commentato Starmer.
In entrambe le elezioni, ha contribuito alla sconfitta il risultato di Reform Uk, la formazione di fatto erede dello Ukip di Nigel Farage e del Brexit Party. Ha eroso abbastanza voti ai conservatori, rispettivamente con il 5,4 e il 3,7 per cento, da farli perdere. Nel 2019 il Brexit Party firmò una specie di patto di non aggressione con Johnson, ritirando i candidati in trecentodiciassette seggi; stavolta non si ripeterà l’accortezza. Reform Uk, ha chiarito il leader Richard Tice, intende presentarsi in tutto il Paese.
Per i laburisti, invece, si tratta della terza vittoria consecutiva alle suppletive dopo quella, a luglio, a Selby and Ainsty. Una terna del genere non si vedeva dal 1996 e, infatti, si sprecano i parallelismi con quella stagione, con la profezia di un plebiscito. Il termine in inglese è landslide, fa pensare a una “valanga di voti”. È stato speso, nel 2019, anche per BoJo.
Nonostante i pronostici, nelle uscite pubbliche e nelle photo op il premier Rishi Sunak non ha perso il proverbiale sorriso. A porte chiuse, nel partito tira aria di disarmo e tragedia annunciata. Sul palco di Manchester il leader ha promesso un «cambiamento» che cozza con tredici anni consecutivi di governi Tory. Una data per le elezioni generali ancora non c’è. Una tattica potrebbe essere rinviarle il più possibile: da maggio dell’anno prossimo a gennaio 2025.
Il motto del manifesto di Tamworth di Peel era «riformare per sopravvivere»: con questi numeri, e un distacco di ventidue punti dai laburisti negli ultimi sondaggi, anche la mera sopravvivenza politica, per Sunak, sarebbe un successo.