Aria campestre Un premio europeo per chi investe sulle realtà rurali

Anche un progetto italiano per la formazione alla pastorizia è tra i finalisti di Aria2023, il riconoscimento che mette in evidenza le iniziative realizzate nell’ambito della Politica Agricola Comune. Le votazioni sono aperte a tutti i cittadini europei fino al 1 dicembre

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Si chiama Aria ed è l’acronimo di Agricultural and Rural Inspiration Awards 2023. Si tratta di un’iniziativa dell’EU CAP Network, la rete europea per la Politica Agricola Comune che riunisce gli stakeholder del settore, voluta per celebrare i progetti finanziati dalla Pac che stanno rafforzando le competenze per l’agricoltura e le aree rurali attraverso l’apprendimento permanente e l’innovazione.

Il concorso, giunto alla quinta edizione, si concentra ogni volta su un tema diverso: il 2023 è l’anno europeo delle skills e il focus è stato posto sulle attività di realizzazione di buone pratiche sostenuti dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (Feasr) e dal Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (Feaga) che promuovono la visione a lungo termine per lo sviluppo delle zone rurali. L’identificazione e la condivisione di best practice su come la Pac viene attuata a livello di progetto offre opportunità per ispirare l’apprendimento tra pari (peer-learning), facilitare il trasferimento di conoscenze, incoraggiare la replicabilità dei benefici e sviluppare capacità tra le diverse parti interessate della politica agricola, aspetti che l’iniziativa vuole valorizzare e incentivare.

@ARIA Awards 2023

Quest’anno sono state presentate in totale novantadue candidature, provenienti da venti Stati membri diversi, valutate e suddivise poi in quattro diverse categorie tematiche.

La prima, “Agricoltura intelligente e competitiva” (Smart & competitive agriculture), racchiude i progetti che contribuiscono a un settore agricolo intelligente, competitivo, resiliente e diversificato, garantendo la sicurezza alimentare a lungo termine. Segue la protezione dell’ambiente (Environmental protection), con attività che mirano a rafforzare la tutela ambientale, comprese quelle che migliorano la biodiversità o affrontano i cambiamenti climatici, dimostrandosi sostenibili e/o contribuendo al recupero degli spazi verdi. Il terzo gruppo riguarda il tessuto socioeconomico delle zone rurali (Socio-economic fabric of rural areas): qui ricadono i progetti che rafforzano la resilienza socioeconomica dell’Europa rurale, affrontando gli aspetti sociali in modo innovativo, mostrando un approccio sostenibile e che migliora la digitalizzazione nelle zone rurali, rendendo la società più inclusiva e sostenendo gli imprenditori e le imprese agricole locali. Infine ci sono le iniziative definite Rural stakeholders skills, ovvero quelle che propongono forme di apprendimento permanente, consentendo alle persone e alle imprese di contribuire alle transizioni verde e digitale e sostenendo l’innovazione e la competitività.

Tra tutte queste categorie sono stati selezionati ventiquattro finalisti e tra questi verranno decretati i cinque progetti a cui andranno i titoli di vincitori dell’edizione 2023: durante la cerimonia di premiazione, che si terrà il 4 dicembre a Bruxelles e che sarà trasmessa anche in diretta streaming, saranno annunciati i quattro premi, uno per ogni categoria, selezionati da una giuria di esperti e il vincitore decretato della votazione popolare aperta a tutti i cittadini europei e a cui è possibile accedere fino al 1 dicembre tramite questo link (è possibile esprimere un solo voto).

Tra i programmi finalisti appartenenti al quarto gruppo è presente un’interessante iniziativa italiana, ovvero la “Scuola giovani pastori”. Questa scuola, promossa dall’associazione Riabitare l’Italia e dal Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (Crea) nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale, offre formazione pratica e teorica su pascolo e allevamento in aree montane, caseificazione e trasformazione delle materie prime. Le attività di formazione sono partite il 26 Settembre 2022 e sono state realizzate in Valle Stura in collaborazione con gli allevatori locali, adottando quindi il metodo dell’educazione tra pari.

Ai quindici partecipanti, nove donne e sei uomini con un’età media sotto i trent’anni, è stata offerta la possibilità di entrare in una rete di scambio tra allevatori, operatori della filiera e ricercatori, costruendo uno “spazio” di confronto e condivisione di pratiche operative e conoscenze utili alla concretizzazione dei propri progetti, ma anche semplicemente alla comprensione delle proprie attitudini e alla valutazione sulla fattibilità di determinate attività. Gli studenti hanno infatti ottenuto anche un supporto di progettazione partecipata, ricevendo ad esempio assistenza allo sviluppo di idee imprenditoriali in interazione con le comunità locali, sostenendo in questo modo l’innovazione sociale in contesti rurali, oppure per la realizzazione di allevamenti ecocompatibili, dando accesso a un’offerta formativa specifica legata alle esigenze di valorizzazione degli allevamenti estensivi in aree marginali.